STESSE ANIME IN CORPI DIVERSI
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C'è freddo e buio, ma non li percepisco. I cinque sensi, ora, sono diventati superflui. Non riesco a dare una forma alla realtà che mi circonda. Ho ricordi sbiaditi di quello che ero e non so ancora cosa sono adesso. Quello che sta parlando potrebbe essere il mio cervello, ma non so più dove possa essere, perso insieme al resto di me, mischiato con quello che ero, mischiato con altri come me. Potrebbe essere l'anima. Secondo loro non l'abbiamo, credono sia una loro esclusiva. Non mi sento più parte di quel che era il mio corpo, mi sto staccando lentamente da lui. Poi piano piano i ricordi cominciano ad affacciarsi, diventando sempre più nitidi. Tutto cominciò col buio. Non avevo coscienza di ciò che ero, ma sentivo che il mio percorso era all'inizio. Stavo per cominciare un'avventura unica. Poi dopo essermi sbarazzato del mio involucro, fui investito da una luce e iniziai a sentire il peso del mio corpo. Mi sentivo comunque libero. Camminavo, guardavo, comunicavo. Non ero solo, parlavo con altri come me, tutti sorpresi da questa sensazione di libertà che dava l'essere vivi. Eravamo tutti vicini , forse troppo, ammassati.
Stavamo sopra un enorme tappeto nero e da lontano vedevo un grosso essere che prendeva i miei simili ad uno a uno, poi li rimetteva giù in due postazioni distinte.
Il grosso tappeto si muoveva, ci trasportava sempre più vicini a quell'essere. Intanto mi godevo i colori e gli odori attorno a me. Cominciavo già ad avere necessità, bisogni fisiologici, istintivi; cosa che succede quando si è vivi. Non ebbi tempo di soddisfarli.
Venni preso dall'enorme essere giudicante, mi scrutò un attimo e mi rimise sul tappeto. Davanti a me vedevo i miei simili cadere come sassi in un buco, sentivo il rumore farsi più frenetico; solidi misti a liquidi che si mischiavano. Poi ci caddi io. Sentii per un istante un immenso dolore e poi eccomi qui. Buio e gelo.Volevo cominciare a vivere, ci stavo prendendo gusto, non me lo avevano permesso. Ero morto pochi istanti dopo essere nato. Ero esistito, ma non avevo fatto in tempo a vivere. Il mio inizio e la mia fine erano quasi coincisi.
Ma adesso ho coscienza di ogni cosa. Prima non possedevo questa dote. L'essermi staccato dalla materia mi ha dato la possibilità di capire cose che non avrei mai compreso intrappolato nel mio semplice corpo mortale. Ora non so esattamente cosa sono, ma sono uguale agli altri. Sono in mezzo a tanti come me, provenienti da corpi di tutti i tipi: uomini, cani, gatti, pesci . Nel mondo materiale ero piccolo, poco evoluto a detta loro, ma meritavo il mio spazio. Adesso abbiamo tutti la stessa importanza, lo stesso peso. Tutti la medesima aura e identica essenza.
Mentre mi allontano dal mio corpo, vedo quale è la tomba che lo custodisce. Luccica. Ci sono dei simboli impressi "PREGIATO PATE' PER CANI". Non so leggere, ma li capisco lo stesso. Sono stato scartato perché a loro non servivo. Macinato vivo e usato come cibo per altri esseri viventi. Triturato perché non capace di produrre uova e quindi profitto.
La vita era mia, mi apparteneva. Gli odori e i colori erano anche i miei. Le terre da calpestare, gli spazi da occupare, anche quelli miei. Non sono solo di coloro che credono di possedere tutto e tutti.
Ora nel mio stato non ho né bisogni , né necessità. Non vedo colori e non sento odori, ma capisco tutto. Avrei voluto capire molto meno, ma vivere un po' di più.
Sono nato pulcino, sono morto bambino, con un becco, certo, ma con lo stesso diritto di vivere.
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