Tangenti Spoltore, Ranghelli nega le accuse "Io estraneo, non mi dimetto da sindaco"

A 48 ore dal blitz della forestale a Spoltore e degli arresti di Roselli, Ranghelli e Vernamonte: in corso gli interrogatori in tribunale a Pescara davanti al gip Gianluca Sarandrea

PESCARA. Hanno risposto alle domande del gip, respingendo le accuse a loro carico. Il sindaco di Spoltore, Franco Ranghelli, l'ex presidente del Consiglio regionale Marino Roselli e l'ex vicepresidente di Ambiente Spa, Luciano Vernamonte, agli arresti domiciliari martedì insieme nell'ambito dell'inchiesta sull'urbanistica e sui rifiuti al Comune di Spoltore, sono stati interrogati dal Gip del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, alla presenza del Pm Gennaro Varone. Tutti hanno deciso di non avalersi della facoltà di non rispondere e tutti hanno negato le accuse avanzate dalla procura.

Vernamonte: "Non ho commesso illeciti". Ha respinto tutte le accuse a suo carico anche Vernamonte. "Ha chiarito tutto quello che gli viene contestato e ha negato di aver commesso atti illeciti", ha detto, al termine dell'interrogatorio, il suo legale Cesidio D'Aloisio. L'avvocato ha aggiunto che il suo cliente "non sa niente" della gara relativa allo smaltimento dei rifiuti. Al termine dell'audizione, D'Aloisio ha presentato istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare. Prima dell'interrogatorio, Vernamonte ha detto ai cronisti di non aver nulla da nascondere e di aver portato tutti i documenti volti ad avvalorare le sue tesi.

Roselli: "La cabina di regia era un organismo politico". L'interrogatorio di Roselli è durato circa un'ora e mezza. L'ex presidente, difeso dall'avvocato Vincenzo Di Girolamo, ha risposto a tutte le domande, dichiarandosi disponibile a comparire, per ulteriori chiarimenti, anche davanti al pm. Nel corso dell'interrogatorio, Roselli ha spiegato che la "cabina di regia" era un "organismo meramente politico" e, dunque, volto a garantire la stabilità politica dell'amministrazione. Ha anche aggiunto di non essersi mai intromesso sulla nomina dei professionisti incaricati di redigere il nuovo Prg, "tutti colleghi", ha detto, "e personaggi stimabilissimi". Riguardo all'accordo di programma sul cimitero, ha sottolineato di non essersene mai occupato e di non aver mai avuto interessi professionali sulla questione.

Ranghelli: "Io estraneo, non mi dimetto". Nel corso dell'interrogatorio, durato circa due ore, il sindaco di Spoltore, Franco Ranghelli, ha spiegato che l'ufficio di piano e la "cabina di regia", contestatigli nell'ordinanza, facevano parte del suo programma elettorale. Riguardo alle dimissioni, al termine dell'audizione il suo legale Augusto La Morgia, ha sottolineato che "allo stato attuale non ci sono i presupposti perché Ranghelli si dimetta. Lui ritiene di essere completamente estraneo". L'avvocato ha aggiunto che nei prossimi giorni presenterà istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare. "Attendiamo", ha detto La Morgia, "che la Procura finisca l'attività investigativa, sentendo gli altri indagati". Domani infatti il pm Varone ascolterà in procura l'ex assessore comunale Ernesto Partenza, tra i 13 coinvolti nell'inchiesta.

Le accuse. Gli indagati devono rispondere a vario titolo di reati che vanno dall'associazione per delinquere, alla corruzione, alla tentata concussione, al falso ideologico, all'abuso d'ufficio. Secondo l'accusa, Roselli, Ranghelli e Vernamonte avrebbero dato vita a una vera e propria "cabina di regia" allo scopo di condizionare le scelte amministrative e politiche del Consiglio comunale e della giunta, ottenendone in cambio vantaggi elettorali e personali. L'inchiesta conta in totale cinque filoni di indagine: Prg, Accordo di programma sul cimitero, appalto sui rifiuti, appalto per il servizio di riscossione dei tributi e dell'imposta sulla pubblicità, realizzazione di un megacomplesso residenziale a ridosso del fiume Pescara.

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