Tari, via agli accertamenti per stanare chi non paga

5 Febbraio 2015

Sammassimo: «Daremo un mese di tempo ai contribuenti per mettersi in regola» E un documento rivela che il Comune ha incassato 9 milioni in meno del previsto

PESCARA. L’amministrazione comunale si prepara a dare la caccia ai contribuenti che non hanno pagato la Tari. Ieri, l’assessore ai tributi Bruna Sammassimo ha annunciato che entro la fine del mese saranno inviati i solleciti di pagamento ai cittadini che non risulteranno in regola con i versamenti della tassa sui rifiuti. Solleciti corredati da bollettini con importi maggiorati da una sanzione del 30 per cento.

«I contribuenti», ha spiegato l’assessore, «avranno trenta giorni di tempo, dalla notifica dei solleciti, per mettersi in regola pagando una sanzione minima (pari al 3,75 per cento, ndr). Scaduto il termine, dovranno utilizzare i bollettini con la sanzione del 30 per cento». Chi non dovesse pagare nemmeno con il sollecito, si vedrà inviare, secondo le previsioni entro la fine della primavera, l’ingiunzione di pagamento. Dopodiché, partirà la riscossione coattiva con il pignoramento dei beni.

I ritardatari sarebbero migliaia. L’evasione si concentrerebbe, a detta dell’assessore, soprattutto tra le imprese. Ma è giallo sugli incassi registrati sinora dall’ente. Lunedì scorso, la Sammassimo aveva corretto all’insù le cifre del gettito fornite dall’opposizione. L’assessore aveva assicurato che nelle casse dell’ente sono entrati in tutto 18.600.000 euro, contro i 24.655.000 preventivati in bilancio dall’amministrazione. A suo dire, quindi, mancherebbero all’appello circa 6 milioni di euro e non 8 come rivelato dal centrodestra. Ma le cifre riportate in un documento, consegnato dagli uffici finanziari dell’ente all’opposizione, non coincidono con i dati forniti dall’assessore. Secondo quanto emerge dal documento, il Comune avrebbe incassato 11.931.194 euro, alla fine dell’anno scorso e altri 3.000.000, a gennaio di quest’anno. Totale, 14.931.194 euro. Ossia quasi 10 milioni in meno del previsto. Una cifra ben lontana dai 6 milioni in meno indicati dall’assessore. Per ottenere quelle cifre riservate l’ex assessore alle finanze della passata giunta Mascia, ora consigliere di Forza Italia, Eugenio Seccia è stato costretto a fare un accesso agli atti con tanto di domanda scritta. «Riguardo alla fantomatica e aleatoria entrata Tari», ha affermato Seccia, «si specifica che il dato ufficiale ad oggi risulta di 14.931.194 euro e non di 18.600.000. Questo conferma che la strategia tributaria del Comune è del tutto errata». «Anziché sparare numeri e accusare la precedente amministrazione sul mancato incasso, l’assessore farebbe bene a ricordare l’istituto del ravvedimento operoso per la regolarizzazione dei pagamenti». «Il tentativo di ricorrere alla procedura del predissesto», ha sottolineato, «è frutto di una forzata strategia, a danno della città, solo per ottenere finanziamenti dallo Stato, a fronte di una consapevole, inefficace e ostinata vessazione fiscale a danno della cittadinanza».

Fortemente critico anche il capogruppo del Nuovo centrodestra Guerino Testa. «L’assessore Sammassimo dimostra di vivere al di fuori della realtà», ha commentato, «molti contribuenti non sono riusciti a pagare la Tari nel trimestre di fine 2014 risultato molto pesante per le tante tasse». «L’amministrazione», ha concluso, «non avrebbe dovuto aumentare le imposte al massimo, come ha invece fatto e poi avrebbe dovuto dilazionare i pagamenti, per consentire ai contribuenti in difficoltà economiche di potersi mettere in regola».

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