Terremoto: bene gli aiuti, ma servono controlli

In passato, allargando con troppa generosità le aree geografiche colpite dalle varie calamità, è successo anche che si sono provocati ingiustificabili sperperi che hanno riempito le tasche dei soliti furbi. Vogliamo sperare, anzi siamo sicuri, che questo non accadrà con le misure previste dal decreto varato dal governo per affrontare emergenza e ricostruzione delle zone colpite dall'ondata sismica scatenatasi dallo scorso agosto e che ha colpito anche l'Abruzzo

Con la franchezza che da sempre lo distingue, qualche giorno fa, parlando sulle colonne del Centro dell'istituzione della commissione senatoriale d'inchiesta sulla grande tragedia del sisma del 2009, il nostro Giustino Parisse ricordava come “quello dell’Aquila è stato un terremoto in cui tantissimi - grazie alle centinaia di norme confuse e contraddittorie - hanno speculato e si sono arricchiti”. Lo faceva a ragion veduta. Conoscendo come pochi quello che è successo in questi anni e come questo giornale ha puntualmente raccontato e documentato. Riferendo delle numerose inchieste giudiziarie aperte sulla ricostruzione della città capoluogo e degli altri comuni del cratere, delle malversazioni, delle speculazioni, degli episodi di corruzione e degli arresti. Tante, troppe, brutte storie consumate sulla pelle degli aquilani e degli abruzzesi onesti e di cui avremmo fatto volentieri a meno. Ma così sono andate le cose. E non c'è da sorprendersi. Già, perché quando si tratta di grandi calamità naturali, quello delle speculazioni, delle malversazioni e degli sperperi si rivela purtroppo un pericolo incombente, un fenomeno ricorrente, una costante tipicamente italiana. Tutti ricordano i fiumi di denaro sperperati in occasione del terremoto del Belice. Hanno fatto epoca i saccheggi delle casse pubbliche registrati in occasione della grande tragedia dell'Irpinia. Puntualmente portati avanti e messi a segno approfittando delle normative vaghe e lassiste, della scarsità dei controlli sulle erogazioni degli aiuti e dei finanziamenti pubblici erogati per fronteggiare i danni subiti da cittadini e imprese. Sulle cause di questo fenomeno si potrebbe discettare a lungo. Un aspetto ricorrente è certamente quello della manica larga con la quale si concedono gli aiuti finendo per penalizzare i cittadini che ne avrebbero effettivamente diritto e bisogno. E' successo per esempio in passato allargando con troppa generosità le aree geografiche colpite dalle varie calamità. Così provocando ingiustificabili sperperi e riempendo le tasche dei soliti furbi. Vogliamo sperare, anzi siamo sicuri, che questo non accadrà con le misure previste dal decreto varato dal governo per affrontare emergenza e ricostruzione delle zone colpite dall'ondata sismica scatenatasi dallo scorso agosto e che ha colpito anche l'Abruzzo.

I finanziamenti e gli aiuti che stanno arrivando nella nostra regione grazie anche all'attivismo del governatore Luciano D'Alfonso, sono una vera manna per le popolazioni colpite. Questi aiuti vanno generosamente anzitutto ai comuni del cosiddetto “cratere”. E, con modulazioni diverse, anche agli altri dell'area più duramente colpita. Se capiamo bene, ne avranno diritto anzi tutti i comuni dell'Abruzzo. E per accedervi, come ha più volte ripetuto lo stesso governatore, basterà che i cittadini denuncino i danni subiti e dimostrino la loro diretta connessione con il terremoto.

Una misura da benedire. Per il sollievo che porta nelle tante famiglie che hanno dovuto chiudere le loro attività e che hanno perso le loro case dentro e fuori dal cratere. Ma che certamente stanno già sollecitando gli appetiti dei soliti furbi pronti a denunciare danni mai subiti o a inventarne di sana pianta. Per vederseli poi certificare da controllori compiacenti e magari asserviti agli interessi elettorali di questo o quel potente locale.

Ecco, costoro vanno fermati subito. Facendo seguire alle generose elargizioni e provvidenze previste dal decreto regole finalmente efficaci e stringenti. L’unico modo per non ritrovarsi fra qualche anno ad aggiungere Amatrice e Teramo alla lunga lista dei grandi sprechi pubblici delle calamità naturali.

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