Testamento biologico, tra due settimane il registro in Comune a Pescara

Adesso i cittadini possono indicare le cure sanitarie da ricevere in ospedale. Tra 15 giorni le domande all’Urp per iscriversi in un apposito registro

PESCARA. Ora anche a Pescara arriva il registro per il testamento biologico. I cittadini residenti, almeno in teoria, potranno scegliere i trattamenti sanitari cui essere sottoposti nel caso si dovessero trovare in fin di vita e incapaci di intendere e di volere. Basterà compilare un apposito modulo negli uffici dell’Urp del Comune, in piazza Italia, per poter esprimere il proprio non consenso a determinate prestazioni sanitarie.

Si comincerà tra due settimane, secondo le previsioni dell’amministrazione comunale, ma la data precisa verrà comunicata nei prossimi giorni. In pratica, i cittadini interessati potranno presentarsi all’Ufficio relazioni con il pubblico e compilare l’apposito modulo. La scelta verrà effettuata con il modulo in cui il richiedente potrà esprimere le proprie volontà, indicando anche una persona di fiducia, delegata ad informare i medici. Ci penserà poi il Comune ad informare la Asl della scelta compiuta. Scelta, ovviamente, volontaria e non obbligatoria che potrà anche essere modificata in futuro. L’istanza non comporterà alcun costo per i cittadini.

Nella domanda si potranno scegliere i trattamenti sanitari cui non essere sottoposti se ci si dovesse trovare in fin di vita, ossia le cure palliative, l’alimentazione forzata, la respirazione artificiale, l’idratazione.

Tre mesi fa Beppino Englaro, papà di Eluana, ricordando ciò che era accaduto a sua figlia durante un dibattito a Pescara, aveva auspicato un’iniziativa del genere. Iniziativa, ora diventata realtà, presentata ieri dal sindaco Marco Alessandrini, dall’assessore all’Urp Laura Di Pietro, dai consiglieri di Sel proponenti Daniela Santroni e Ivano Martelli e dal dirigente alle Politiche sociali Marco Molisani. «Così Pescara continua il suo cammino verso il riconoscimento dei diritti civili», ha detto Alessandrini, «ci siamo mossi perché la mozione, presentata da Santroni e Martelli e approvata a fine dicembre in consiglio comunale, fosse accolta in breve tempo». «La delibera che istituisce il registro del testamento biologico è stata approvata giovedì scorso dalla giunta», ha affermato la Di Pietro, «si tratta di una scelta cosciente, fatta con un testimone accanto, cui verrà data copia al Comune, alla Asl e alla terza persona di fiducia in caso si debba risalire alle volontà». «Così», ha aggiunto l’assessore, «il Comune risponde al bisogno di diritti manifestato anche a Pescara, tra i pochi Comuni abruzzesi dove tale scelta è possibile, le motivazioni appartengono alla persona che decide».

«Ringrazio gli uffici comunali», ha fatto presente la Santroni, «perché dalla mozione all’azione è passato davvero pochissimo tempo. Il terreno è molto complicato e discusso, la novità che ci riguarda cade in questi giorni in cui è vivo il dibattito su argomenti sensibili, come i diritti civili». «Questo è un atto di civiltà», ha sottolineato la Santroni, «parliamo di una dichiarazione anticipata di trattamento, perché non esiste un vero e proprio testamento biologico su tutti i tipi di trattamenti sanitari. Ma esiste una parte dell’articolo 32 della Costituzione che ha aiutato i legislatori a rendere operativa nella vita di ognuno di noi tale scelta. Tutto ciò è possibile anche grazie alla battaglia di Beppino Englaro che, insieme all’associazione Luca Coscioni, ha contribuito a far diventare scelte a disposizione del cittadino». «Una scelta», ha precisato Martelli, «che consente, a chi vuole, di decidere come affrontare momenti in cui noi tutti non vorremmo mai trovarci».

Di tutt’altro parere il capogruppo e il vice di Forza Italia Marcello Antonelli e Vincenzo D’Incecco. «Ennesima delibera totem ideologico dell’amministrazione», hanno osservato in una nota, «si tratta di una specie di testamento biologico in salsa pescarese. Come se, in assenza di una legislazione nazionale in tal senso, un medico potesse decidere di non alimentare e idratare un cittadino che ha lasciato queste volontà». «Questa cosa non si potrà fare», hanno concluso, «perché, per fortuna, non esiste legge nazionale che lo consente e i cittadini di Pescara saranno ancora presi in giro da chi, invece di pensare ai numerosi problemi della città, pensa di sostituirsi al legislatore».

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