Torna il filobus sulla strada parco ma senza passeggeri

foto di Giampiero Lattanzio
Iniziato il periodo di pre-esercizio della durata di venti giorni. Tua: «Dal 1° agosto il via libera definitivo dopo 28 anni»
PESCARA. Torna il filobus sulla strada parco. Ma senza passeggeri a bordo, almeno per il momento. Da oggi è iniziato il periodo di venti giorni di pre-esercizio che vedrà i sei mezzi elettrificati VanHool (non i bus elettrici che tra la fine di aprile e la fine di maggio hanno fatto la spola lungo l’ex tracciato ferroviario) percorrere gli 8 chilometri dai Grandi alberghi di Montesilvano al terminal bus della stazione centrale di Pescara. Una volta ultimate le prove generali, la Regione è chiamata a fornire l’autorizzazione definitiva al collegamento. Secondo le previsioni della Tua, la società unica per il trasporto pubblico abruzzese che gestisce il servizio, dei sindaci Carlo Masci e Ottavio De Martinis, dal 1° agosto la filovia partirà a pieno regime dopo un’attesa durata 28 anni, entrando ufficialmente a far parte del sistema di trasporto pubblico dei due Comuni.
Le prescrizioni imposte da Ansfisa, l’agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali che ha rilasciato il nulla osta tecnico ai fini della sicurezza e ha confermato la piena idoneità dell’infrastruttura e dei mezzi, saranno ultimate durante il pre-esercizio. «Riguardano», spiega il direttore generale Tua Maxmilian Di Pasquale, «la copertura di buche, potature degli alberi lungo il percorso, rifacimento della segnaletica e degli attraversamenti e misure volte a ridurre la velocità nella zona di Montesilvano dove il traffico è promiscuo. Interventi, quindi, non di grande impatto che metteremo a punto in questi venti giorni».
Nel frattempo, il sindaco Masci ha già pronto il piano per allargare il sistema di trasporto pubblico a zero impatto ambientale ai due lotti successivi: verso Francavilla e verso l’aeroporto. La giunta ha chiesto al ministero dei Trasporti un finanziamento che sfiora i 67 milioni di euro, più altri 177mila già spesi per tre incarichi esterni finalizzati alla stesura del progetto. Ma invece della filovia, l’amministrazione di centrodestra ha scelto di affidarsi alla busvia, cioè agli stessi autobus elettrici finiti al centro del contenzioso giudiziario con il comitato Strada parco bene comune, culminato con l’ordinanza del Consiglio di Stato del 20 giugno scorso che ha stoppato la circolazione dei mezzi senza «completamento dei controlli di sicurezza», ma condannando i cittadini a pagare una penale di 50mila euro al mese.
E proprio sul nulla osta di Ansfisa, il presidente del comitato Strada parco bene comune Ivano Angiolelli contesta il «benestare in tempi record su un’infrastruttura precaria mai completata a regola d’arte. L’intero viale della Liberazione riservato al filobus», dice, «sembrerebbe costruito su un sottofondo a grave rischio di cedimento strutturale a causa della presenza di corsi d’acqua sotterranei che provocano il fenomeno incessante dell’erosione, oltre al mancato convogliamento delle acque reflue che avrebbero comportato la rottura delle condotte in cemento di Aca, pronta a chiederne conto al Comune di Montesilvano. Una strada strutturalmente inadeguata ad accogliere l’esercizio regolare di una Filovia ad alto livello di servizio (Fals) ed elevata capacità trasportistica».
«Nessun rilievo sulla condotta del gas metano che insiste con grave pericolo a breve distanza dal piano di campagna di via Castellamare Adriatico», conclude, «men che meno sulla presenza diffusa di barriere architettoniche dichiarate “insuperabili” che discriminano i disabili dalla fruizione del servizio di trasporto. Ma neppure sulle corsie ridotte di una carreggiata priva delle linee laterali di demarcazione e sull’assenza di idonei presidi di sicurezza necessari a impedire gli attraversamenti pedonali su un viale ad altissima densità abitativa».
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