«Toto, un miliardo per vincere l'appalto»

Penne, rivelazione di un testimone ai carabinieri: «Così rinunciò un'impresa del nord»

PESCARA. Un pagamento da «un miliardo di lire» per invitare un'impresa del nord a rinunciare all'appalto della Mare-monti a Penne e lasciarlo alla ditta Toto. Un'operazione con la regia dell'ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso. È la rivelazione di un testimone ai carabinieri di Penne che indagano sull'intreccio tra affari e politica nell'area Vestina: «La ditta Toto, che poi si è aggiudicata l'appalto per la Mare-monti, in effetti non aveva vinto la gara ma era arrivata seconda».

La testimonianza ripercorre uno scandalo che si trascina da 24 anni senza un centimetro di strada ma con una scia di danni provocata alla riserva naturale del lago di Penne. Oggi sono 14 gli indagati, a cominciare dall'ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso con gli imprenditori Carlo, Alfonso e Paolo Toto. Per i carabinieri di Penne, diretti dal capitano Massimiliano Di Pietro, il racconto del geometra dimostra «l'interesse» di D'Alfonso per un appalto lievitato fino a 22 milioni di euro.

«PAGATO UN MILIARDO»
Il geometra racconta i retroscena della gara d'appalto vinta da Toto: «La gara vera e propria era stata vinta da una ditta della zona di Ferrara o Ravenna che aveva proposto un ribasso leggermente superiore di quello di Toto che ammontava a quasi il 32 per cento. Questa impresa del nord, così mi è stato riferito da D'Alfonso, ha abbandonato la gara dietro il compenso di un miliardo delle vecchie lire per far subentrare Toto. Io non so di preciso come è avvenuta la transazione, però, D'Alfonso mi diede questa notizia a dimostrazione del rapporto di confidenza che intercorreva fra di noi. Anzi, prima di dirmi questa cosa, D'Alfonso si rivolse all'ex sindaco di Penne Lucio Marcotullio chiedendogli se poteva parlare liberamente: Marcotullio rispose di sì, anzi, ricordo che disse: "Con il geometra puoi fidarti"».

LA STORIA SEGRETA
«Nel 1986 la Comunità montana», così si apre il racconto del testimone ascoltato dai carabinieri il 17 luglio 2008, «stabilì che si doveva realizzare una strada fra Montesilvano e Penne, dal mare ai monti. Furono individuati i progettisti: Emidio Alimonti, Sergio Giancaterino, Pasquale Capone, Gabriele Palumbo, Paolo Petrucci e Mario Sablone. I professionisti, dopo aver ottenuto l'incarico, si misero in contatto con me in quanto ero noto come bravo geometra, esperto in topografie e strade. Capone mi commissionò, verbalmente, l'incarico di redigere gli elaborati grafici del progetto preliminare. Prima della fine del 1986 consegnai il lavoro a Capone. In seguito, Capone è ritornato da me dandomi il mandato, sempre verbale, di redigere il progetto esecutivo del lotto tra le contrade San Pellegrino e Campetto. Il progetto globale della Mare-monti, dopo questo primo lotto, ha avuto un periodo di stasi per circa dieci anni. Io fui liquidato, per cinque milioni di lire, da Capone». Una miseria mentre, precisa il geometra, «il progetto esecutivo venne approvato e pagato, senza nessuna esecuzione dei lavori. Non venne nemmeno appaltato».

«LA VOLONTA' POLITICA»
«All'inizio del 1996», continua la testimonianza del geometra, «Capone mi fece presente che c'era la volontà politica di riattivare la Mare-monti e iniziai lo studio di un nuovo progetto preliminare. Incontrando il sindaco di Penne dell'epoca, Marcotullio, gli spiegai che tipo di progettazione stavo eseguendo rappresentando che l'opera non era stata ancora finanziata. Marcotullio mi rispose che della questione se ne sarebbe occupato lui e avrebbe interessato il presidente della Provincia D'Alfonso per rimediare il finanziamento. Un anno dopo, venni a sapere che D'Alfonso era membro del cda dell'Anas e mi è sembrato evidente, tenuto conto che il finanziamento è stato effettuato dall'Anas, che D'Alfonso è riuscito a far finanziare il progetto».

«ACCELERATE I TEMPI»
D'Alfonso ha fretta di far partire i lavori: «Nel 1998, D'Alfonso tenne una riunione in Provincia nella quale intimava ai progettisti di accelerare i tempi e presentare, entro un paio di mesi al massimo, il progetto definitivo. D'Alfonso cominciò a pressarmi telefonicamente», rivela il professionista, «affinché il progetto definitivo fosse consegnato nel più breve tempo possibile. Difatti, io ho lavorato insistentemente riuscendo a consegnarlo verso la fine del 1998. D'Alfonso premeva insistentemente. Mi convocò in Provincia e riconobbe il lavoro da me eseguito liquidandomi una somma di 30 milioni di lire».

16 ORE AL GIORNO
«D'Alfonso», assicura il geometra, «mi disse espressamente che mi dovevo occupare solo ed esclusivamente di questa progettazione per completare prima il progetto. Da quel momento ho cominciato a lavorare, la mattina, dalle 4 alle 12, per le pratiche dei miei clienti privati e, il pomeriggio, dalle 14 alle 22, per la Mare-monti». Ma l'elenco delle spese sale: «Anticipavo le spese di tasca mia», dice il geometra, «così mi sono recato in Provincia per parlare con D'Alfonso che mi ha promesso un ulteriore acconto di 30 milioni di lire. Mi ha detto anche che mi avrebbe fatto assumere o prendere dei lavori dall'Anas. Tuttavia, in seguito, non ho ricevuto l'acconto, non sono stato assunto dall'Anas, né ho avuto lavori dall'Anas. Da questo momento D'Alfonso ha sempre evitato un dialogo diretto con me».

«ABBI FEDE PER I SOLDI»
Dei mancati pagamenti, il geometra si lamenta anche con Marcotullio: «Abbi fede», gli confida l'ex sindaco. «Fede o non fede, i soldi non si vedono», replica il geometra.

Complici 400 mila euro di fatture non pagate dalla Provincia, il rapporto con D'Alfonso si incrina fino al 2004 quando il geometra riceve una telefonata: «Sono stato contattato da Paolo Fornarola, ex assessore provinciale, che mi chiedeva di sostenerlo per la campagna elettorale. Gli dissi che non avrei fatto niente visto il comportamento nei miei confronti di Marcotullio, Fornarola stesso e D'Alfonso riguardo ai pagamenti rimasti in sospeso».
Ma i voti sono determinanti e la politica sa come correre ai ripari in fretta: «La mattina dopo, io e Fornarola paratimmo con il suo fuoristrada e, alle 8, fummo ricevuti al Comune di Pescara da D'Alfonso che ci offrì anche un caffè. D'Alfonso contattò un ingegnere della Provincia dicendogli che di lì a poco sarebbero passati il geometra e l'assessore Fornarola e che lui doveva assecondare le nostre richieste. Dopo una settimana, ricevetti un mandato di pagamento sul mio conto di 10.500 euro».

I PONTI
«Ripensando al progetto della Mare-monti», ricorda il geometra, «in fase di progettazione tutti gli enti avevano ordinato tassativamente di non inserire né viadotti né gallerie poiché si sarebbe deturpato il paesaggio di Penne mentre, in seguito, dopo l'aggiudicazione della gara d'appalto alla ditta Toto, specializzata in viadotti e gallerie, sono stati inseriti viadotti».

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