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PROCESSO A PESCARA

Tragedia di Rigopiano, chiesto risarcimento di 4,5 milioni per l'Hotel

Depositate una nuova richiesta di costituzione di parte civile e le richieste di citazione in giudiziodi Presidenza del Consiglio, ministero dell'Interno, ministero dell'Economia, Regione Abruzzo, Provincia di Pescara, Comune di Farindola e società Gran Sasso Resort

PESCARA. Sono state depositate questa mattina, venerdì 29 novembre, davanti al gup del tribunale di Pescara, nell'ambito del procedimento madre sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola, una nuova richiesta di costituzione di parte civile e le richieste di citazione in giudizio, in qualità di responsabili civili, di Presidenza del Consiglio, ministero dell'Interno, ministero dell'Economia, Regione Abruzzo, Provincia di Pescara, Comune di Farindola e società Gran Sasso Resort. In attesa della decisione sulla riunione del procedimento bis, per depistaggio e frode processuale, il procedimento madre viaggia in parallelo.

Nel corso dell'udienza ha presentato richiesta di costituzione di parte civile, tramite l'avvocato Wolfgang Burchia, la società A-Real Estate, proprietaria del resort travolto della valanga, poi affidato in leasing alla Gran Sasso Resort. La A-Real Estate si è costituita contro tutti gli imputati, chiedendo un maxi risarcimento di 4,5 milioni di euro, con una provvisionale di 2,5 milioni.

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Sempre nel corso dell'udienza l'avvocato Romolo Reboa, che assiste i familiari di diverse vittime e del superstite Matrone, ha depositato un'istanza per chiedere il sequestro preventivo dei beni a carico dei 24 imputati, ai quali si aggiunge la società Gran Sasso Resort Spa. Il giudice Gianluca Sarandrea ha aggiornato l'udienza al 13 dicembre, per consentire alle difese di esaminare i contenuti delle richieste.

L'avvocato Massimo Reboa è tornato sulla mancata costituzione di parte civile del ministero della Giustizia, malgrado le rassicurazioni ottenute nei giorni scorsi. «Oggi non abbiamo visto l'Avvocatura dello Stato presente, siamo molto sorpresi e ci stiamo chiediamo a che gioco stanno giocando al ministero e negli uffici del Governo», afferma il legale che insieme al padre Romolo e ad un nutrito pool di avvocati assiste i familiari di alcune vittime del disastro dell'Hotel Rigopiano. Il riferimento è alle rassicurazioni giunte all'inizio del mese, da fonti ministeriali, che in seguito ai rilievi e alle sollecitazioni avanzate dallo stesso Reboa, avevano assicurato la costituzione del ministero della Giustizia come parte civile. «Abbiamo inviato un lettera privata al ministro e poi l'abbiamo resa pubblica, nella speranza che il ministero si costituisse parte civile nel processo sul depistaggio - ricorda l'avvocato - Inizialmente avevamo ricevuto un riscontro positivo dagli uffici del ministro, che aveva concordato con il premier Conte la costituzione di parte civile, ma oggi non si è visto nessuno».