Tredici famiglie senza gas da 10 anni

Via Parco degli Ulivi, bollette salatissime e residenti esasperati: basterebbe allungare gli allacci di 60 metri

MONTESILVANO. «Vogliamo l’allaccio al gas. La tolleranza, dopo dieci anni, è finita». Sono esasperati i residenti di via Parco degli Ulivi, a Montesilvano Colle, e ancor di più dopo che il sindaco Attilio Di Mattia, senza nascondersi dietro false promesse, ha detto chiaramente che «il contratto con l’Italgas è in scadenza e quindi la società non ha alcun interesse a investire fondi per l’ampliamento della rete metanifera». Morale, bisogna pazientare altri tre anni perché, come aveva spiegato il direttore tecnico della Pescara gas spa, Eligio Fracasso, «a Montesilvano la scadenza del contratto con l’Italgas prevista per il 2023 è stata anticipata, in virtù del cosiddetto decreto Letta sulle liberalizzazioni, al giugno 2012, e attualmente l’azienda opera in regime di prorogatio». Dunque, nuova gara entro gennaio 2016, coinvolgendo i 46 comuni dell’intero Ato.

«Se ne lavano le mani per l’ennesima volta», protesta indignato il dottor Renato Sonni che da dieci anni, come le altre dodici famiglie di via Parco degli Ulivi, e come i residenti di contrada Macchiano, via Alcide de Gasperi e via Vespucci,sta aspettando l’allaccio alla rete del gas. Nel frattempo, due sopralluoghi dell’Italgas nel 2009 e nel 2010, tante promesse e l’unica certezza di bollette, quelle per il Gpl fornito da ButanGas, sempre più salate, con una media di 600 euro al mese. «Eppure basterebbe pochissimo», fa notare il professionista indicando via De Gasperi e l’agglomerato di case sulla collina di fronte, che invece il gas sono riuscito ad averlo. «Per portarlo da lì fino a noi bisogna solo allungare i tubi per una sessantina di metri, lo spazio necessario per attraversare via De Gasperi. Chiediamo solo quello che ci spetta. Invece, l’unica cosa che hanno fatto finora è di interrare e recintare il bombolone. È successo una mattina di tre anni fa, ci hanno messo pure gli estintori. E basta così». Eppure non è che i proprietari di queste bifamiliari se ne sono stati con le mani in mano. L’ingegner Gaetano Occulti, per esempio, ha avviato un carteggio di cui conserva tutto e che però non ha portato a nulla. Al punto che lui stesso tre anni fa, stanco di quelle bollette mozzafiato, ha comprato la prima stufa a pellet, tremila euro più i 500 euro di combustibile ecologico ogni anno. E l’anno scorso ne ha presa un’altra più piccola, da 1.500 euro. «Così pago solo 200 euro di gas, ma tenendo il riscaldamento acceso solo un’ora la mattina». Mostra le carte, come quella in cui nel 2008 il proprietario delle particelle dove sarebbero dovuti passare i tubi del gas, autorizzava l’Enigas «all’uso delle suddette particelle per il passaggio delle tubazioni gas-metano ai fini di servire il condominio Olivetum». O come la richiesta, sempre del 2008, al sindaco di allora, a cui l’ingegnere si era rivolto «affinché la rete del metanodotto sia portata sino alla strada comunale di via Parco degli Ulivi entro l’autunno 2008», in quanto «la propria abitazione nonchè quelle degli altri condomini sono alimentate dal Gpl fornito dalla Butangas con notevole dispendio economico rispetto a una eventuale fornitura di metano». Il risultato? «Ho aspettato un anno», dice Occulti, «e poi ho comprato la stufa a pellet».

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