Armando Mancini, ex manager Asl, Tribunale Pescara accoglie ricorso contro destituzione dall'incarico

REGIONE / SANITA'

Tribunale Pescara: illegittima decadenza ex manager Asl Armando Mancini

Accolto il ricorso del direttore generale destituito dall'incarico nell'ottobre scorso dalla giunta Marsilio. Pd annuncia esposto alla procura della Corte dei conti

PESCARA. Il Tribunale di Pescara ha accolto il ricorso dell'ex manager della Asl del capoluogo adriatico, Armando Mancini, contro il provvedimento di decadenza da direttore generale dell'azienda sanitaria, «dichiarandolo illegittimo» ed ha quindi «condannato la Regione Abruzzo al risarcimento del danno e delle spese di giudizio, con sentenza motivata e pubblicata».

Ne dà notizia lo stesso Mancini. In particolare, il giudice «ha stabilito che gli obiettivi di salute prefissati dalla Regione erano stati raggiunti nella misura richiesta e che quindi non vi erano i presupposti per dichiarare decaduto il dottor Mancini. Parimenti» si legge in una nota dell'ex manager, «dal Tribunale, è stato escluso che il fatto che egli fosse andato in pensione durante il periodo di incarico da direttore generale ne comportasse la decadenza: la norma di legge vieta di conferire incarichi a chi è già pensionato, ma non ne dispone assolutamente la decadenza se ciò avviene nel corso del mandato. Anche questo motivo, riportato dai legali della Regione, è stato ritenuto privo di qualsiasi fondamento».

«Avrei dovuto, a tutt'oggi, essere ancora in carica quale direttore generale della Asl di Pescara» afferma Mancini. «Non è andata così. Dal 3 ottobre 2019 sono stato destituito dall'incarico, con delibera di giunta regionale, con la motivazione di non aver raggiunto gli obiettivi. Motivazione rivelatasi insussistente e inesistente. Ma, a parte ogni considerazione di carattere personale e professionale, a parte il possibile danno erariale determinato, c'è il fatto che la Asl è rimasta per quasi un anno priva di direttore generale, affidata alla buona volontà di direttore sanitario e amministrativo, ai quali va dato atto di essersi fatti carico di compiti e mansioni aggiuntivi rispetto a quanti, il difficile periodo che abbiamo vissuto, comportavano».

«Periodo in cui tutto il personale, sanitario amministrativo e degli uffici tecnici» dice ancora l'ex dg «si è prodigato in ogni sforzo; e la rimessa in funzione della palazzina ex Ivap in tempi record ne è uno degli esempi virtuosi. Permettetemi, da ex direttore generale, di rivolgere loro finalmente un saluto, che non diedi un anno fa, e un ringraziamento».

Sul caso intervengono anche il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, e il consigliere Antonio Blasioli (Pd), i quali _ parlando di una «rimozione illegittima che l'esecutivo regionale ha portato avanti scientemente, sapendo che sarebbe stata una causa persa e costosa per la Regione, pur di liberare una poltrona da occupare con nomenclatura propria» _ annunciano un esposto alla procura della Corte dei Conti «per l'ingente danno causato all'ente e agli abruzzesi con la scelta di troncare comunque il rapporto».