Trovato morto in una cella frigorifera, disposta la riesumazione del cadavere

Mercoledì, durante l’udienza dal gip, verrà conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo di Andrea Costantini. Il legale della compagna: «Lite sulla vendita di un terreno»
PENNE. Mercoledì, nel corso dell’udienza davanti al gip verrà conferito l’incarico al medico che dovrà occuparsi di effettuare l’autopsia sul corpo di Andrea Costantini, il 38enne di Penne, trovato morto nella cella frigorifera del supermercato di Termoli, dove lavorava. È stata disposta la riesumazione del cadavere. «Una vicenda complessa, su cui stanno emergendo una serie di contraddizioni. Di qui alcuni chiarimenti anche sulle ultime dichiarazioni rilasciate dai familiari della vittima», spiega Paola Cecchi, avvocato della compagna dell’uomo.
«La mia assistita continua a essere presa di mira. Ribadisco ancora una volta che non è indagata. Tra lei e Andrea Costantini, non c’erano problemi e non erano in fase di separazione. Qualche screzio familiare è da ricondurre alla vendita di un terreno». Sulla misteriosa morte del 38enne è stato aperto un fascicolo per omicidio e in subordine di istigazione al suicidio e maltrattamenti in famiglia, in seguito alla denuncia presentata dalla famiglia di lui.
L’avvocato Cecchi aggiunge: «Anche la mia assistita, come la famiglia di Costantini, ha interesse che si faccia luce sulla vicenda. È necessario approfondire, se c'è stato un omicidio o se si parla di suicidio, perché i reati contestati sono omicidio e in subordine istigazione al suicidio e maltrattamenti in famiglia. È fondamentale fare chiarezza sulla dinamica del decesso». Al centro della vicenda, la questione legata all'acquisto di un terreno da parte dell’uomo.
«Ho spiegato più volte che Costantini ha acquistato il terreno a giugno e subito dopo ha cambiato idea, decidendo di vendere», spiega l’avvocato Cecchi. «E così cominciano dei dissapori familiari, perché la compagna non comprende la motivazione alla base di questo improvviso cambio di indirizzo». L'appezzamento si trova nella periferia di Termoli. «Questo terreno, tra l'altro, dimostra anche una progettualità familiare di Costantini», dice ancora il legale. «Un’idea che non coincide bene con quanto dichiarato dalla madre, secondo la quale il figlio voleva tornare a casa, in famiglia».
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