Truffa ai Bingo con soldi falsi, arrestato

Vincenzo Di Giovanni, 65 anni di Civitella Casanova, era ricercato dopo le denunce collezionate in mezza Italia
Moltiplicava le banconote da 50 euro con forbice, scotch, e la faccia tosta di un signore elegante. Così Vincenzo Di Giovanni, 65 anni, originario di Civitella Casanova, è riuscito a truffare decine di sale bingo in tutta Italia finendo al centro di una maxi indagine conclusa dai carabinieri di Conegliano (Treviso) che sabato sera lo hanno arrestato con l'accusa di truffa aggravata, alterazione di monete e spendita di banconote false.
Di Giovanni è stato bloccato al Biscione di Conegliano. Il titolare della sala Bingo, a cui i carabinieri avevano diramato un identikit di Di Giovanni, ha avvertito il 112 subito dopo averlo visto entrare. L’allerta, negli ultimi tempi, era alta. Ad essere colpite a ripetizione erano state infatti le sale Bingo di Enrico Polo e Maurizio Masco che avevano fatto denuncia. L’uomo, una volta fermato non ha mosso ciglio. In tasca, pronte per il gioco, aveva quattro banconote false da 50 euro e 1500 euro in contanti, veri.
Moltiplicare i soldi. Di Giovanni, sapendo che le slot machine leggevano le banconote solo su un lato (alto o basso), si era organizzato con taglierini, pinze, guanti, e una mazzetta di 50euro falsi.
Su un tagliere di plastica, dopo il taglio netto, provvedeva ad unire metà banconota falsa, con una metà vera. Un lavoro preciso quanto bastava per imbrogliare il lettore elettronico della slot-machine. Così facendo, caricava 50 euro finti, puntava pochi euro, si faceva stampare lo scontrino del credito rimasto e andava a incassare soldi veri. Riusciva a ripulire decine di banconote nell'arco di una notte raddoppiando, di fatto, gli incassi.
L'auto-laboratorio. Per essere sicuro di non essere rintracciato, di non essere mai collegato ai luoghi dove decideva di colpire, Di Giovanni viveva nella sua Opel Corsa. Dentro, oltre al materiale con il quale l’uomo confezionava le banconote false, i carabinieri hanno trovato anche vestiti e oggetti personali. Una vita in fuga, che in un mese poteva fruttargli tantissimo.
Il vano segreto. Sotto il cruscotto dell'auto, letteralmente smontata in caserma, i carabinieri hanno trovato un vano segreto, realizzato in plastica e mimetizzato tra il volante e il vano motore. Dentro un tesoro in banconote «pulite» da 20, 50 e 100 euro per un totale di 7.800 euro, frutto probabilmente della serie di truffe messe a segno nell'ultimo periodo. Poco prima che venisse fermato, Di Giovanni era riuscito a truffare per 1.500 euro una sala di Pordenone.
Sempre in viaggio. Vincenzo di Giovanni, secondo l’accusa, aveva fatto della truffa il suo lavoro. Viveva di continui spostamenti, macinando chilometri dal centro al nord Italia con la sua Opel corsa e fermandosi solo per mangiare, giocare, dormire. Impossibile seguirne le tracce perchè i suoi spostamenti erano continui e apparentemente privi di senso. Basta leggere la lista di denunce scattate dai titolari della sale Bingo nei primi 12 giorni di febbraio. L’1 febbraio era a Modena, dove ha piazzato una decina di banconote false. Il 2 era a Mantova, per 15 banconote, il 4 febbraio a Milano (43 banconote false), e poi Loano (39), Firenze (67), Pavia (114). Prese di mira le sale Bingo, e in questo caso tutte dei due patron dell’Imoco Volley i quali, proprio a seguito di queste continue truffe, hanno fatto scattare la denuncia che ha poi permesso di fermare l’abruzzese.
L’agenda. Un tipo meticoloso, Di Giovanni, non solo nel confezionare le banconote false ma anche nell’annotare i suoi spostamenti, il numero di banconote piazzate e da piazzare, i soldi incassati. Nella sua auto i carabinieri hanno scoperto una sorta di agenda dove il 65enne appuntava ogni sua operazione e tutti i luoghi da colpire, con indirizzo e numero di telefono.
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