Truffa per le case dei migranti: ora in tre rischiano il processo 

Montesilvano, finiscono sotto accusa i vertici dell’Azienda speciale: udienza preliminare il 16 giugno Per la Procura, sarebbero stati mandati al ministero dell’Interno atti falsificati per autorizzare l’affitto

MONTESILVANO. Rischiano in tre di finire sotto processo per truffa ai danni dello Stato, falso e abuso d’ufficio. La vicenda riguarda Montesilvano e nello specifico un immobile di via Togliatti 21 preso in affitto dal Comune per accogliere i richiedenti asilo, e che proprio nell’ambito di questa inchiesta, nel febbraio del 2020, venne peraltro posto sotto sequestro dal gip di Pescara, Antonella Di Carlo. Una inchiesta che in un primo momento aveva interessato ben tredici indagati (tra dipendenti comunali, tecnici, proprietari dell’immobile) e toccato anche il sindaco dell’epoca, Francesco Maragno, e l’attuale sindaco, Ottavio De Martinis (vice sindaco ai tempi dei fatti contestati, che sono andati avanti fino all’aprile del 2019), poi risultati estranei alla vicenda giudiziaria e quindi archiviati dal pm che confezionò le accuse, Salvatore Campochiaro.
La richiesta di rinvio a giudizio riguarda oggi il direttore dell'Azienda Speciale per i Servizi sociali del Comune, Eros Donatelli, il dirigente del settore pianificazione e territorio dello stesso Comune, Valeriano Mergiotti, e Luca Cirone quale commissario straordinario dell’Azienda Speciale. L’accusa sostiene che in accordo tra loro, i tre avrebbero rappresentato al ministero degli Interni, e nello specifico alla Commissione di valutazione del progetto Sprar di Roma, «nella domanda di ammissione al progetto, una situazione di fatto dell’immobile di via Togliatti 21 di proprietà di Valentina Capitanio, diversa da quella reale, allegando piantine difformi dal vero, materialmente redatte da Cirone e riproducenti, quali utilizzabili per l’accoglienza, ambienti e locali in realtà non aventi destinazione residenziale o privi di agibilità, viziati da irregolarità edilizie, nonché certificazioni datate 30 marzo e 10 ottobre 2017, rilasciate nelle la prima dal sindaco Francesco Maragno e la seconda dal vice sindaco Ottavio De Martinis». E come ha poi evidenziato l’inchiesta, i due esponenti politici vennero indotti in errore dagli indagati, «che attestavano falsamente la piena utilizzabilità ai fini del progetto di accoglienza del predetto stabile, traevano in inganno i funzionari responsabili e li inducevano ad ammettere ai finanziamenti previsti il progetto del Comune anche con riferimento all’immobile di cui sopra, e ad erogare i fondi anche per il relativo canone di locazione pari a 24mila euro, materialmente ricevuto dall’ente locale e costituenti ingiusto profitto a danno del ministero». I tre dovranno ora comparire il prossimo 16 giugno davanti al giudice per l'udienza preliminare che sarà chiamato a decidere sull’eventuale rinvio a giudizio dei tre imputati a meno di qualche richiesta di rito abbreviato.