Tuffi vietati su metà della riviera nord

Allarme sversamenti per il temporale di domenica. Il Comune estende lo stop alla balneazione fino a via Muzii per 48 ore

PESCARA. Per il mare di Pescara non c’è pace. Ieri, il sindaco Marco Alessandrini ha firmato un’ordinanza per estendere un’altra volta i divieti di balneazione fino all’altezza di viale Muzii per almeno 48 ore, cioè fino a domani. «Una misura precauzionale», spiegano fonti dell’amministrazione comunale, perché domenica scorsa, a causa delle abbondanti piogge, è finita nel fiume una valanga di liquami.

E pensare che, proprio sabato scorso, il Comune aveva diffuso i risultati delle ultime analisi del mare in cui si evidenziava una diminuzione del livello dei colibatteri all’altezza di via Galilei, al punto da far sperare in una revoca del divieto di balneazione nel giro di poco tempo. Ieri, però, è scattato un nuovo allarme e lo stesso sindaco è intervenuto per annunciare un tavolo di lavoro con la Regione con l’obiettivo di arrivare a un potenziamento del depuratore, ora evidentemente non sufficiente a garantire una buona qualità dell’acqua del mare in caso di pioggia.

Nel frattempo, l’ex assessore comunale Armando Foschi, ora esponente dell’associazione Pescara mi piace, ha fatto sapere di aver inviato una nuova denuncia in procura per far luce sugli sversamenti dei liquami in mare che avverrebbero ogni volta che piove.

Metà litorale nord vietato. «Per effetto delle abbondanti piogge scatenatesi ieri (domenica, ndr)», ha spiegato il vice sindaco Enzo Del Vecchio, «l’Aca ci ha comunicato per le vie brevi che ci sono stati sversamenti nel fiume e a breve ci trasmetterà ufficialmente l’inizio e la fine degli stessi». «Come da disposizioni regionali», ha proseguito Del Vecchio, «il Comune ha approntato la relativa ordinanza temporanea di divieto di balneazione per 48 ore dalla fine dello sversamento, a valere per le sole acque di nuova classificazione di viale Muzii, visto che su via Galilei e su via Balilla vige già il divieto di balneazione».

Insomma, l’estensione del divieto fino a viale Muzii non è scattato a causa di un’analisi andata male, ma è una misura temporanea che dovrebbe durare fino a domani. È tuttavia la prima volta che viene assunta una decisione del genere. In passato, il Comune non è mai intervenuto per vietare la balneazione al termine di un temporale, anche se talvolta si è parlato di apertura delle pompe di sollevamento per aiutare il depuratore che non riusciva a smaltire acque piovane e reflue. Forse anche in passato ci sarebbero stati sversamenti nel fiume, ma i divieti precauzionali non sono scattati.

Intanto, l’Arta ha deciso di rinviare a domani i nuovi campionamenti del mare all’altezza di via Galilei, previsti per ieri, proprio per evitare che i nuovi esami possano essere influenzati dallo sversamento avvenuto domenica scorsa.

«Potenzieremo il depuratore». Anche Alessandrini ha spiegato, con tanto di riferimenti normativi, i motivi dell’estensione del divieto. «Il decreto legislativo, numero 152, del 2006 e le conseguenti disposizioni regionali», ha affermato, «consentono in caso di pioggia superiore a 2-4 volte la normale portata, che si possa procedere come ha fatto l’Aca, comunicandoci gli sfiori».

«È ovvio», ha proseguito il sindaco, «che questa attività debba trovare una migliore soluzione. Purtroppo, non esistono risposte semplici, soprattutto quando i problemi si sono incancreniti fino a questo punto per assenza di iniziative concrete fino ad oggi». «Sin dall’inizio dell’anno», ha rivelato, «ho chiesto alla Regione di trovare soluzioni in riferimento a due necessità urgentissime. In primo luogo, la separazione delle acque bianche da quelle nere, visto che oggi le acque piovane e quelle di fogna sono canalizzate nella stessa conduttura di scarico fognario».

«Il secondo obiettivo è il depuratore», ha concluso, «quello di Pescara è uno dei pochi in perfetta regola, abbiamo però tutti la consapevolezza della necessità che esista un depuratore adeguato ad affrontare le situazioni di maggiore afflusso di acqua, come in questi casi. Anche per questa fattispecie, abbiamo da tempo chiesto alla Regione una collaborazione, tant’è che alcune risposte sono inserite nel Masterplan».

Denuncia in procura. L’ex assessore Foschi ha presentato ieri un’altra denuncia in procura su questa questione. «Sarà la procura della Repubblica», ha sottolineato, «a dover far luce sugli sversamenti che si verificano in mare ogni qualvolta scendono due gocce di pioggia per l’apertura dei troppo pieni al fine di non mandare in tilt il depuratore. Era già successo il 12 maggio scorso».

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