«Uffa questi candidati, sempre a caccia di voti»

7 Maggio 2014

Campagna elettorale fra i commercianti: solo ora si ricordano della nostra esistenza Da Porta Nuova, allo stadio, ai Colli, i banchi sono bersagliati da santini e depliant

PESCARA. Succede sempre così. O almeno spesso e volentieri. Ogni volta che c’è una tornata elettorale, i banchi dei mercati rionali si riempiono di “santini”. Destra, sinistra o lista civica non fa differenza. I candidati – o chi per loro – si presentano di buon mattino, fanno finta di interessarsi alla merce sui banchi e intanto lanciano la loro lista.

«Una volta», ricorda Idilde Cotellucci, titolare di uno stand del mercato coperto di Porta Nuova, «si fermavano a lungo cercando di convincerti sulla loro candidatura. Adesso non perdono neanche tempo, vengono da noi e lasciano il loro materiale elettorale». Alla sua destra, il marito, Andrea Fresu, annuisce. «Ma il problema non è neanche questo», aggiunge la donna. «Si vede qualcuno solo in questi giorni, salvo poi venire abbandonati per il resto del tempo. Devo dire la verità, solo con D’Alfonso primo cittadino, in passato, ci siano sentiti in qualche modo sostenuti. Ci ha ricevuti in municipio anche a costo di posticipare la pausa pranzo».

Qualche metro più avanti, Benito dello stand Greco, che vende pane e prodotti di panetteria, intrattiene i clienti con complimenti e galanteria di altri tempi: non solo funzionali a vendere il pane di San Gregorio. «Questo luogo ha almeno 50 anni di storia», spiega, «ma si regge sulle forze degli ambulanti. Giudico veramente poco significativa la scelta di venire qui a fare campagna elettorale, se non perché il mercato è ancora un luogo di incontro dove confrontarsi con tante persone».

Un potenziale di cui è pienamente consapevole Pasquale Renzetti, tra i primi venditori che si incontrano, entrando sulla sinistra nel mercato coperto. Oltre ad essere un commerciante, è anche candidato della lista “Progetto Pescara” a sostegno di De Camillis. «Tanti candidati scelgono i mercati di quartiere per proporre le loro istanze», valuta Renzetti. «Lo fanno, principalmente, con la speranza di trovare gente. Ad esempio, nel fine settimana nei pressi dello stato Adriatico, oppure sui Colli il mercato è molto gettonato e si cerca di carpire gli umori della gente a ridosso della tornata elettorale. Certo, nel mio caso, il mercato ha un valore simbolico legato all’attività che svolgo. Vorrei fare di tutto per rappresentare la mia categoria». Decisamente negativo il giudizio nei confronti di iniziative del genere da parte di Lucia Russi, un’altra ambulante del mercato coperto. «Stiamo parlando di politicanti che vengono qui a farsi gli affari propri», giudica.

«A me questi modi di fare infastidiscono, non tanto per il tempo che mi fanno perdere, quanto per il fatto di apparire e scomparire a ridosso di ogni elezione. E, come sempre, siamo noi a farne le spese maggiori». Rincara la dose Moreno Spagnoli, fruttivendolo per il quale «le istituzioni e gli amministratori ci stanno creando deliberatamente dei problemi a vantaggio della Grande distribuzione. Ad esempio, la chiusura dell’uscita di Porta Nuova sull’asse attrezzato rappresenta una scelta che penalizza questo mercato coperto». L’uscita Università-Porta Nuova è stata riaperta solo negli ultimi giorni, ma è stata di nuovo chiusa.

«Parlano di lavori», riprende Spagnoli. «io non la vedo affatto così. Secondo me stanno approfittando della nostra pazienza».

E c’è chi, al contrario, ha una fiducia maggiore nella politica cittadina. È il caso di Alessandro Bonabitacola, anche lui fruttivendolo. «Non è giusto affermare che nessuno degli amministratori ha frequentato questi banchi», spiega. «L’assessore al bilancio, Eugenio Seccia, ha ascoltato le nostre richieste e, come lui, altri politici. Per questo motivo, non sono affatto contrariato dalla presenza questo o quel candidato qui. Certo, io so bene chi – con nome e cognome – ha voluto sostenerci e chi, invece, si presenta solo per chiedere il voto». La crisi e la pressione fiscale hanno fatto crollare i consumi e, con questi, la presenza della gente al mercato.

Gli addetti ai lavori si augurano che, quantomeno, le necessità spingano i vari candidati a comprare qualche chilo di frutta, mentre distribuiscono i santini.

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