#25novembre

Una donna vittima di abusi al giorno, ecco i numeri delle violenze a Pescara

“Codice rosa” al pronto soccorso per riconoscere i casi di maltrattamenti In 10 mesi 327 accessi, 35 sono minorenni. Il responsabile: «Botte in casa»

PESCARA. Sono 327 i casi di maltrattamenti, violenze e lesioni sulle donne che, in 10 mesi, da gennaio a ottobre scorso, sono stati presi in carico al pronto soccorso di Pescara. Tra questi ci sono anche 35 minorenni: 6 hanno meno di 10 anni. Al pronto soccorso è in vigore il “codice rosa”, un percorso nato per riconoscere in modo tempestivo i casi di violenza sessuale e domestica e intervenire con procedure specifiche.

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«Il protocollo “codice rosa”», spiega il referente Mauro Della Guardia, «viene attivato in presenza di casi di violenza domestica, sessuale, stalking, abusi e maltrattamenti, affiancandosi, ma non aggiungendosi, ai codici rosso, giallo, verde e bianco e costituisce, a prescindere dal codice colore assegnato in sede di triage, una priorità d’accesso per le vittime di violenza. Poi, vengono accompagnate, subito dopo il triage, in una stanza dedicata: stanza rosa o Svs (Stanza per le violenze sessuali), dove le vittime si sentono al sicuro, protette nella privacy, e dove i professionisti entrano per assisterle e visitarle».

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Minorenni ferite. Dei 327 accessi, spiega Della Guardia, «fanno parte anche 35 minori di cui 6 nella fascia fino a 10 anni e 29 nella fascia tra 11 e 18 anni. Inoltre nell’ambito della refertazione condotta sulle madri sono stati osservati anche 13 minori implicati nel maltrattamento condiviso o assistito». La violenza prevalente è quella domestica o familiare perpetrata dal partner: 93 casi (28,4%) e ricade anche sui figli, presenti nei 13 casi rilevati (3,97%) come violenza condivisa. Quella perpetrata da ex partner (29 casi) costituisce l’8,86% del totale.

Violenze combinate. «Le donne sono vittime di più tipi di violenza spesso combinati», sottolinea Della Guardia: domestica (30,2%), maltrattamenti (26,2%), fisica (57,7%), psicologica (33,6%), sessuale (1,8%), condivisa da figli minori (3,97%). «Tra le violenze», spiega il responsabile, «quella fisica è la più diffusa e trasversale (57,7%) che se aggiunta a quella psicologica (33,6%), quasi sempre presente ma spesso non rilevata, raggiunge percentuali maggiori.

Le violenze fisiche e sessuali in famiglia sono sempre abbinate alla violenza psicologica. Le violenze sessuali refertate nel periodo di sperimentazione sono state 6. L’abbinamento più frequente fra le tipologie di violenze è quello fisico/psicologico». In base ai dati, le violenze esclusivamente fisiche o lesioni personali che non rientrano nel maltrattamento (violenza reiterata nel tempo) avvengono al di fuori della famiglia, da conoscenti (55,35%) o da sconosciuti (11,3%), e costituiscono il (66,65%) dei casi. Sono stati rilevati anche 42 casi di lesioni personali perpetrati da donne (11,3%) che esulano dal numero totale dei casi rilevati nella sperimentazione.

Violenze psicologiche. «Meno frequentemente», dice Della Guardia, «le donne si presentano al pronto soccorso per la sola violenza psicologica o verbale e ricevono una certificazione per “stato d’ansia reattivo”».

Ricatti per soldi. Sia le violenze economiche che quelle sessuali all’interno della coppia sono difficilmente riconosciute dalle donne e quindi vanno evidenziate mediante colloqui più approfonditi: «La donna», commenta il medico, «tende a riconoscere direttamente solo la violenza fisica e in genere ricorre alle cure del pronto soccorso solo quando presenta gli esiti visibili di percosse». In 41 casi, le donne hanno abbandonato il pronto soccorso prima della visita (11,1%). Per quanto riguarda le vittime straniere, sono stati rilevati 90 accessi che costituiscono il 27,5% dei casi: per il 55% si tratta di Paesi dell’Est Europa, del 21% dell’Africa, del 15,5% dall’America centro-meridionale e tre casi dall’Asia.

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