Urbanistica e rifiuti, tre arresti a SpoltoreIn manette sindaco e coordinatore regionale Api

Associazione per delinquere, la corruzione e la concussione: oltre al primo cittadino Ranghelli e all'ex presidente del consiglio regionale Roselli, domiciliari anche per Vernamonte, consigliere di cda di Ambiente spa. L'indagine riguarda speculazioni edilizie, appalti rifiuti e riscossione di multe. L'accusa: "Un organismo di potere permanente costituito per condizionare l'attività del consiglio comunale e della giunta"

SPOLTORE. Arresti domiciliari per il sindaco di Spoltore Franco Ranghelli, per l'ex presidente del consiglio regionale Marino Roselli e per Luciano Vernamonte, ex vicepresidente della società dei rifiuti Ambiente spa. E' esploso questa mattina uno scandalo giudiziario che ha travolto la politica di Spoltore. Secondo l'indagine del corpo forestale dello Stato, Ranghelli, Roselli, Vernamonte e altri 10 indagati tra politici e imprenditori hanno messo in piedi "una cabina di regia" per pilotare le decisioni dell'urbanistica, dei lavori pubblici e dei rifiuti. "Un organismo di potere permanente costituito", così dice l'ordinanza, "per condizionare l'attività del consiglio comunale e della giunta piegando, dietro l'apparente schermo del perseguimento di interessi pubblici, mere istanze di natura privata".

FOTO Il blitz della forestale e i tre ai domiciliari
IL RITRATTO Roselli, la parabola dal Pd all'Api

Tra le accuse contestate dal pm Gennaro Varone ci sono l'associazione per delinquere, la corruzione e la concussione. I tre provvedimenti di arresti ai domiciliari, notificati all'alba di questa mattina dalla forestale, sono stati firmati dal gip Gianluca Sarandrea.

Gli altri dieci indagati sono gli imprenditori Alessandro D'Onofrio e Luigi Zampacorta, l'assessore Ernesto Partenza, il consiglieri Pino Luigioni, l'assessore Claudio Santurbano, l'imprenditore Enzo Giansante, i tecnici di Spoltore Tullio Michele, Ernesto Santroni e Giuseppe Del Pretaro, il costruttore Alessio Carletti e il tecnico Angelo D'Eramo.

In base alle carte dell'inchiesta, a Spoltore la politica ha condizionato l'urbanistica tanto che, sull'ordinanza, Roselli, attuale segretario regionale dell'Api, viene definito "progettista occulto" di un mega complesso residenziale chiamato La Villa che avrebbe dovuto essere costruito a ridosso del fiume Pescara. Secondo l'accusa, Roselli ha fatto pressioni su un tecnico per cambiare i confini di un'area sottoposta a vincolo per realizzare le due torri. Tra le contestazioni, c'è anche la rivisitazione del Prg: la politica, dice la procura, ha remato per rimuovere 4 tecnici incaricati di redarre il nuovo Prg e inserire architetti e ingegneri di fiducia per controllare i cambi di destinazione dei terreni da agricoli a edificabili. 

Sotto la lente degli investigatori anche l'ampliamento del cimitero: sotto accusa un accordo di programma tra amministrazione e un'impresa considerato gonfiato con false perizie.

Per i rifiuti, l'accusa sostiene che Ranghelli su pressione di Vernamonte  ha concesso proroghe illegittime alla ditta Ecologica srl, controllata al 49 per cento dai Di Zio. Secondo la forestale, è stato fatto un tentativo anche per condizionare la successiva gara d'appalto per la gestione e smaltimento dell'immondizia inserendo tecnici di fiducia nella commissione che avrebbe dovuto decidere l'impresa aggiudicataria.

Nell'inchiesta si fa riferimento all'appalto, andato alla Maggioli spa, per la pubblicità e la riscossione delle multe: un appalto truccato, dice la procura, che ha fruttato a Ranghelli l'assunzione del figlio. 

Per far scattare l'operazione di oggi è rientrato in Abruzzo l'ex comandante provinciale di Pescara Guido Conti, oggi comandante regionale dell'Umbria.

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