Vaiolo delle scimmie, altro caso: ricoverata una giovane pescarese

La donna, con febbre e pustole, è in isolamento nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Chieti Il primario Vecchiet: «Questa patologia si autolimita, è letale solo in pochi casi». Ma si rischia un focolaio
CHIETI. Si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale di Chieti due giorni fa con dolori muscolari, febbre e vescicole: sintomi che hanno fatto scattare un campanello d’allarme. Poi il tampone ha confermato i primi sospetti: c’è il primo caso di vaiolo delle scimmie anche a Chieti. La contagiata, una 31enne residente in provincia di Pescara, è stata subito ricoverata nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santissima Annunziata: è il secondo caso registrato in Abruzzo dopo il 40enne teramano contagiato il 27 luglio scorso al rientro da un viaggio in Spagna. La donna sta bene, fortunatamente, ma per lei è scattato subito il protocollo di isolamento.
IL RISCHIO FOCOLAIO
Non è ancora chiaro dove la donna possa aver contratto il nuovo virus che sta spaventando il mondo, ma a quanto pare non è stata all’estero di recente. Il rischio concreto, quindi, è che possa essere stata contagiata da un focolaio già attivo sul nostro territorio. «Quando si è presentata qui in ospedale», spiega Jacopo Vecchiet, primario del reparto di Malattie infettive al Santissima Annunziata, «aveva un po’ di febbre, alcuni dolori muscolari e lesioni cutanee tipiche del vaiolo». A quel punto è scattato l’allarme e la 31enne è stata sottoposta a tampone per la ricerca del Monkeypox (vaiolo delle scimmie): il test è stato analizzato dal laboratorio di Virologia e Microbiologia della Asl di Pescara diretto dal professor Paolo Fazii. Il risultato dell’analisi ha fatto scattare la procedura di isolamento. «Il contagio solitamente avviene tramite contatto diretto con le vescicole o scambio di fluidi, per questo motivo abbiamo posto la ragazza in isolamento», spiega Vecchiet, «ma siccome non sappiamo ancora se può trasmettersi per via aerea, abbiamo preferito far scattare anche l’isolamento aereo». La ragazza è in una stanza a pressione negativa e chi entra in contatto con lei è obbligato a indossare mascherine e protezioni. Un protocollo che il personale sanitario ha imparato a conoscere in questi due anni di lotta al Covid. Ma ora la nuova minaccia è un virus quasi totalmente nuovo, anche se molto simile a quello debellato nel 1980 grazie ad una massiccia campagna vaccinale.
LA TERAPIA
Gli sforzi del personale sanitario sono concentrati nella ricostruzione degli ultimi contatti stretti della ragazza. A quanto pare non è stata all’estero di recente e questo fa crescere i sospetti di un focolaio locale, ma bisognerà accertarlo nei prossimi giorni. La 31enne si sta ancora sottoponendo agli esami del caso, ma al momento le sue condizioni sono buone e non è escluso che possa essere dimessa entro pochi giorni per proseguire il suo isolamento a casa.
UNA NUOVA MINACCIA
Dopo l’allarme per il primo caso di vaiolo delle scimmie nel Teramano, ora cresce l’allerta anche a Chieti e, di conseguenza, in tutto l’Abruzzo. «Voglio specificare però», conclude Vecchiet, «che abbiamo a che fare con una malattia che sembra autolimitarsi, non mortale tranne in pochissimi casi. E che in linea di massima si risolve entro 2-4 settimane».
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