Violenza sulle donne: in 358 al pronto soccorso per pestaggi in famiglia 

Aggressioni in aumento da gennaio a ottobre di quest’anno rispetto al 2016. In maggioranza sono italiane tra i 19 e i 50 anni. I figli condividono gli abusi. I dati del Centro Ananke

PESCARA. Ogni storia è diversa, come ogni vita è diversa, ma un filo invisibile eppure tenace lega le une alle altre le donne maltrattate. Picchiate, violate, perseguitate, sfregiate, uccise nella stragrande maggioranza da qualcuno che sosteneva di amarle.
Lo dice la cronaca quotidiana, lo dicono i numeri. Nel 2016 sono state 120 le donne massacrate dai loro compagni, attuali o ex, in Italia. In questo 2017 la media è di una vittima ogni tre giorni. Negli ultimi dieci anni le donne uccise nel Paese sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia. Una strage.

Violenza contro le donne: in Abruzzo vittima una donna su tre
Nella giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il Centro Ananke ha diffuso dati preoccupanti sul fenomeno in Abruzzo. Negli undici mesi del 2017 il Centro ha ricevuto 885 chiamate di aiuto o informazioni. Nel 2014 le donne che hanno subito violenza in Abruzzo sono 8,3 su 100, quasi il doppio della media nazionale. (video di Gianmarco Girolami)

Ai femminicidi si aggiungono le violenze quotidiane che, se non fermate in tempo, rischiano di fare altre vittime. Al pronto soccorso dell’ospedale di Pescara, da gennaio a ottobre di questo anno che si sta per concludere sono stati 358 i casi trattati in codice rosa – ovvero un codice virtuale varato dal Ministero delle Pari opportunità e affiancato ai codici di gravità (verde, giallo e rosso) usati nel triage dai medici nell’emergenza – per identificare un percorso di accesso alle cure riservato a tutte le vittime di violenza, in particolare donne, bambini e persone discriminate.
Queste 358 prestazioni (29 più del 2016) sono dunque certificate per maltrattamenti (ovvero episodi reiterati nel tempo), violenze domestiche (fisiche, psicologiche, sessuali e condivise da figli minori) e per sole lesioni personali (quando si trattasi di una prima volta o di una aggressione occasionale).
Di queste persone malmenate fanno parte anche 13 minorenni, di cui 4 di una età che va fino ai 10 anni e 9 nella fascia tra 11 e 18 anni. E poi ci sono stati 4 ragazzini implicati nel maltrattamento: o picchiati insieme alle madri o che hanno assistito al pestaggio, in entrambi i casi dovendo far ricorso a cure mediche.

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A raccogliere e far “parlare” le cifre è il dottor Mauro Della Guardia, ex referente della Asl per la medicina di genere, ora collaboratore volontario in Pronto soccorso per il rilevamento dei dati statistici dei codici rosa e i rapporti con il centro antiviolenza Ananke cittadino. Il rapporto viene reso pubblico ora, in prossimità della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra il 25 novembre.
E sono dati da brivido. «Le percentuali sono in salita, anche se del fenomeno si parla molto di più», osserva subito il medico. «Le prognosi delle persone trattate non sono altissime se non quando si rilevano fratture, che vanno dai 30 giorni e dunque si procede con la denuncia d’ufficio dell’aggressore. Quando le ferite sono giudicate guaribili in meno giorni decide la paziente se querelare o meno e il dato di quelle che lo fanno non l’abbiamo. Di certo quando si riscontra violenza domestica le pazienti vengono mandate al centro antiviolenza Ananke». Che sta elaborando i dati al riguardo e conta di renderli noti sabato.
«Le violenze hanno importanti conseguenze sulla salute», sottolinea Della Guardia, «psichiche ma anche fisiche: si sviluppano malattie da gravi a invalidanti fino a letali. Parliamo di dolori, stati d’ansia e depressivi, disturbi della sfera affettiva o alimentare, malattie sessuali. Dunque uso continuo o abuso di farmaci, tossicodipendenze. Un ventaglio di problemi psicologici, fisici e mentali che prevedono cure lunghe, anche con spesa sanitaria enorme. Ecco perché sapere e prevenire è essenziale».
La violenza prevalente dunque è quella domestica o familiare perpetrata dal partner: 113 casi (40.36%), e ricade anche sui figli, presenti come detto in 4 casi rilevati (1.43% violenza condivisa). 12 i casi in cui a picchiare sono stati ex mariti, ex fidanzati, ex conviventi che non si rassegnano all’addio: il 4.29% del totale.
Stando al rapporto dei codici rosa a Pescara, le donne sono vittime di più tipi di violenza spesso combinati: domestica (38.57%), maltrattamenti (38.57%), fisica (59.64%), psicologica (34.64%), sessuale (2.86%), condivisa da figli minori (1.43%).
Tra le violenze, quella fisica è la più diffusa e trasversale (59.64%) che se aggiunta a quella psicologica (34.64%), quasi sempre presente ma spesso non rilevata, raggiunge percentuali maggiori. A essere colpite sono giovani dai 19 ai 35 anni nel 36,07% dei casi (101 ), 102, il 36.43%, hanno dai 36 ai 50 anni; il 22,86% , ovvero 64 donne finite al pronto soccorso, ha oltre 50 anni. E la maggior parte dei codici rosa di quest’anno sono per italiane: 81.07%.
Rilevati 53 accessi di straniere per problematiche di violenza, cioè il 18.93% dei casi, di cui l’11.07% per donne dei Paesi dell’Est, 3.93% dell’Africa, 1.79% del Centro-Sud America, l 1.79% asiatiche, 1.07% europee non dell’Est.
«Sia le violenze economiche che quelle sessuali all’interno della coppia sono difficilmente riconosciute dalle donne», osserva Della Guardia, «e quindi vanno evidenziate mediante colloqui più approfonditi. La donna tende a riconoscere direttamente solo la violenza fisica e in genere ricorre al pronto soccorso solo quando presenta gli esiti visibili di percosse. Meno frequentemente le donne si presentano all’ospedale per la sola violenza psicologica o verbale». E forse rientrano in questa tipologia i 78 casi (21.79%) in cui le utenti hanno abbandonato i locali del triage prima della visita.