WAKE UP JOHN!
Questo racconto è tra i 15 in gara per il premio John Fante 2013. Oltre al titolo assegnato dalla giuria di qualità, sarà assegnato anche un premio dei lettori. Se vuoi far vincere questo scritto condividilo su Facebook, Twitter o Google+
IL WEB CONTEST Tutti i quindici racconti in finale
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Sopra la neve fame, sotto la neve pane...brutta l'ignoranza. 'Sta neve non finisce mai. Che ne sapevo che Boulder era a 1600 metri d'altezza. Qua è fame pure sotto. Che ne sapevo io del Colorado. L'America per me era l'America. A Torricella neve, qua neve. Ho sbagliato tutto! E mo qui, parlo da solo. Lui dorme! Guarda che devo vedere. Alla sua età sentivo l'erba crescere. Guarda là, io a 18 anni ero già muratore. Il muratore. Costruire case chiese, il mio sogno. Mastro muratore, no manovale! Ho iniziato presto io. Mi ve' da piàgne! Ho le mani spaccate dal gelo e parlo da solo. Cosa mi tocca subire! Dorme! Al paese mi dicevano: Nicò! Vai in America Nicò! Là ci sono i dollari, là sì che puoi alzare muri! Che ti vu' alzà qua! Il freddo gela. Per imparare ho speso la mia gioventù. Ho pagato con le mie ossa. Il mio mastro muratore era il più bravo, bravo ma geloso. Non voleva che imparassi la sua arte. Aveva capito che ero curioso. Le sue tecniche, quelle da vero maestro, non me le faceva vedere. Così quando stava per iniziare un lavoro particolare, trovava una scusa qualsiasi per mandarmi via. Quando lui furbo, mi spediva a svolgere le sue finte commissioni, mi nascondevo e sbirciando rubavo il mestiere. Eh sì, lu mist“re s'arrùbbe! Ero ladro ma non fesso. Era il migliore, ma era matto. Mi trattava come un asino. Pe' 'mbarà lu job fingevo di non capire e lui giù calci e sberle. Raccontava a mio padre che ero svogliato, che non volevo apprendere. Tornavo a casa stanco e svuotato e lì prendevo altri calci in culo. Le mie giornate erano un inferno. Quanti sacrifici e mo' parlo da solo. Non ci posso credere, non è possibile, tu non sei figlio mio. Tornasse mio padre mi prenderebbe a schiaffi. Un giovane, un pezzo di giovane così a quest'ora ancora a letto. Volevo insegnarti il mio mestiere e tu no! Troppo pesante. Il calzolaio troppo sporco, lu sartére troppo noioso. Ma che vu fa' da grande? Allora dormi!... Madonna Santa quanta neve! Si scioglierˆ ad aprile... E noi che mangiamo? Era meglio se rimanevo a Torricella, almeno tra una cipolla e l'altra passava l'inverno. Parla, parla da solo Nick. La colpa ý tua, non dovevi salire su quella nave. Parla Nick! Questo ti meriti! E tu dormi! Sveglia John! Non senti vero? Wake up John! Meno male, meno male che non mi senti. Ti vergogneresti di me. Dormi. Tuo padre è affamato, disperato e piange... piange con le mani spaccate dal gelo, piange perché è deluso... Volevo darti un futuro migliore del mio. Ma si, dèrme! Dormi figlio mio! Perdonami . Ogni volta che ti ho sgridato è stata una pugnalata al mio cuore, ogni cazziatone che ti facevo era per me, alla mia ignoranza. Dormi, dormi e sogna cose buone...
John – Pà
Nick - Uèi John, sei sveglio!
John - Pà
Nick - Dimmi John!
John - Hai la faccia bagnata pà, perché hai gli occhi rossi?
Nick - Fa troppo freddo John... sono raffreddato
John - Pà!
Nick - Dimmi John!
John - Vorrei andare a Los Angeles
Nick - Dove si trova Los Angeles?
John - In California pà!
Nick - Cuscì lundàne! Perché vuoi andare là?
John - A Los Angeles non nevica mai, è a 70 metri di altezza pà!
Nick - Cavoli più basso di Torricella! L'hai detto a tua madre John?
John - Si, la mamma lo sa da tempo
Nick - Perché non l' hai detto pure a me?
John - (Silenzio)
Nick - Hai ragione. Ti avrei sgridato. Che ti ha detto la mamma?
John - Va con il nome di Dio e che la Madonna ti accompagni...
Nick - John! ... Fa vedè John! Guardami, hai gli occhi umidi! La faccia bagnata, maledetta neve, pure tu il raffreddore!
John - No. Non è il raffreddore pà... Ero sveglio.
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