È Piccolo l’arma in più: "Lanciano, ora impara a chiudere le partite"

L’attaccante napoletano è stato il migliore nel derby: "Peccato, meritavamo la vittoria. Siamo in crescita"
LANCIANO. Per la prima volta titolare contro il Pescara, essendo partito dalla panchina nei due derby della scorsa stagione, Antonio Piccolo non ha deluso le attese. Risultando infatti il migliore del Lanciano (scivolato al settimo posto) visto all'opera venerdì all'Adriatico. 82' è durata la sua gara, caratterizzata da una serie di accelerazioni lungo l'out destro che, oltre a mettere in difficoltà Grillo, hanno evidenziato in maniera altrettanto netta il suo ottimo stato di forma. Insomma, lo stesso giocatore che, un anno e mezzo fa, si era preso sulle spalle la Virtus dell'allora mister Gautieri, trascinandola a suon di giocate e gol (7 nelle 19 presenze totalizzate dall'approdo a Lanciano, nel gennaio del 2013) alla prima salvezza in B della sua storia.
Condizioni fisiche ottimali e la fiducia incondizionata del tecnico: questi i segreti alla base della sua rinascita calcistica, dopo una stagione (quella targata Baroni) vissuta tra alti e bassi, complice l'impiego ad intermittenza da parte dell'attuale trainer del Pescara. Che qualcuno, nel dopo derby, ha maliziosamente chiamato in causa, chiedendogli se lo avesse salutato, al triplice fischio. «No», ha replicato con un sorriso il numero dieci rossonero, «ma per il semplice fatto che non ci siamo incrociati, altrimenti non avrei avuto alcun problema a farlo».
Archiviato dunque il passato, spazio al presente e ai numeri. Piccolo, nell'arco di questi primi 16 turni di campionato, ha messo assieme 11 gare, tutte da titolare, per un totale di 859'. La conferma, come detto, del rapporto di fiducia, e stima reciproca, esistente tra lui e D'Aversa. Uno che lo conosce bene, avendolo avuto come compagno di squadra. «Sto bene e si vede», conferma l'interessato diretto, «ma la cosa che più di ogni altra mi riempie di soddisfazione è la consapevolezza di poter essere d'aiuto alla squadra. Nella Virtus, infatti, quel che conta più di tutto è il collettivo. Motivo per il quale ognuno di noi cerca di dare il massimo in campo. Negli allenamenti quotidiani come in partita. Questo vale per me come per i compagni. Tutti: dal primo all'ultimo, compreso chi gioca meno. Ed è in fondo il vero segreto di una squadra che, classifica alla mano, sta facendo benissimo, andando ben al di là degli obiettivi di partenza, rappresentati unicamente dalla permanenza nella categoria».
Una consapevolezza che rende meno amaro l'1-1 colto a Pescara: «Più che altro ci consola la prestazione, visto che come era accaduto nel turno precedente con il Crotone, avremmo meritato l'intera posta in palio. Ed il fatto che sia sfumata nei minuti di recupero, quando anche i tifosi di casa sembravano rassegnati alla sconfitta, non fa che confermare quanto detto. E cioè che abbiamo disputato un'ottima gara, raccogliendo meno di quanto in effetti meritassimo». Continua però a mancare il colpo del ko: «È vero», la chiosa del 26enne attaccante napoletano, «ma ci stiamo lavorando e così come è accaduto nella fase difensiva, nettamente migliorata, cercheremo di ovviare anche a queste piccole lacune che, torno a ripetere, non inficiano l'ottimo rendimento di questa prima parte della stagione».
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