Tutti gli uomini di Baldini: ecco lo staff dell’impresa

Dal fedelissimo Nardini al figlio Mattia, e c’è anche l’esperto di surf
PESCARA. Tutti gli uomini di Silvio. La serie B ritrovata è il frutto di un grande lavoro d’equipe nato, sviluppato e concretizzato sotto la leadership riconosciuta e indiscutibile dell’allenatore toscano. Vi portiamo dentro lo staff tecnico del Delfino per celebrare tutti i professionisti che hanno reso possibile l’impresa di Plizzari e compagni ai play-off.
Mauro Nardini. Il 61enne, originario di Romagnano, frazione di Massa, è il suo vice. Un leone, pronto ruggire e sbranare. Com’era in campo, centrocampista tutta grinta, così è oggi in panchina. La collaborazione iniziata nel 2018 alla Carrarese: Baldini allenava la prima squadra, Nardini la Berretti. Una visione comune del calcio e della gestione del gruppo li ha uniti e fatti diventare inseparabili compagni di viaggio. In tandem, hanno centrato un clamoroso bis dopo l’exploit di Palermo di due anni fa. Ex giocatore di serie A e B con un passato con le maglie di Cagliari, Spal, Barletta, Venezia, Livorno e Modena, Nardini da allenatore ha fatto il vice al Brescello (2002-2003), poi ha guidato la Berretti della Massese (2005-2007) e, in Prima Categoria, il Romagnano nella stagione 2012/13. È lui il primo ad abbracciare Baldini dopo la parata decisiva di Plizzari su Donnarumma. Durante la finale, si era sgolato tra incitamenti ai biancazzurri da bordo campo, suggerimenti e proteste per alcune decisioni arbitrali discutibili. Poi lacrime, esultanza, canti e divertimento sfrenato, fino al ballo a torso nudo durante la cena ad Alcyone per celebrare la B.
Mattia Baldini. Posto speciale nel team dell’allenatore ce l’ha il figlio, Mattia, 34 anni. Collaboratore tecnico, tattico e match analyst, ma, soprattutto, uomo squadra e trascinatore del gruppo. Una carriera iniziata prestissimo, otto anni fa, sempre al seguito di papà Silvio. La sua storia di calciatore è durata poco: dopo le giovanili nello Spezia, ha girato tra Toscana e Liguria in serie D e Eccellenza, ma a 26 anni si è fermato a causa di un grave infortunio a tibia e perone. Ma non chiamatelo raccomandato: Mattia sa di aver avuto una grande occasione per poter iniziare l’avventura da tecnico nei professionisti grazie alla chance che gli ha dato il papà, ma allo stesso ha messo al servizio del padre la sua passione, le sue competenze e la sua grande grinta, che in panchina fatica a trattenere nei momenti clou, tanto da attirare su di sé spesso le reprimende degli arbitri (anche nella finalissima del 7 giugno scorso è stato espulso per intemperanze). Fare a meno di lui, oggi, sarebbe impensabile per Baldini senior. Mattia studia i colleghi di Silvio (Gasperini, De Zerbi ma anche l’abruzzese Vivarini), si aggiorna, colleziona statistiche sui suoi giocatori e su quelli avversari e “inventa” schemi per sfruttare al massimo le situazioni di gioco, soprattutto i calci piazzati.
Diego Labricciosa. Da Zeman a Baldini. Il giovane collaboratore tecnico e match analyst del Delfino, pescarese doc, 38 anni il prossimo settembre, aveva conosciuto Baldini solo da avversario prima dell’estate scorsa (in un Foggia-Palermo finito 4-1 per i pugliesi). Ma dal primo giorno del ritiro, un anno fa, è stato colpo di fulmine professionale e umano. Non solo esperto di analisi video, ma anche collaboratore sul campo. Labricciosa ha iniziato nella scuola calcio della RC Angolana (con i 2006 e 2007). Dopo gli studi, è arrivato al Pescara nel 2015 con Oddo nello staff della Primavera. Nel torneo successivo, quello della promozione in A, si è diviso tra Primavera e prima squadra: l’inizio della sua carriera da professionista. Fuori da Pescara, solo una parentesi, in C, nello staff di Zeman a Foggia. Quando è arrivato Baldini, con cui è nata subito una forte sinergia, è stato l’ex ds Pavone a consigliarlo al tecnico toscano. Oggi Baldini lo considera «uno di famiglia», tanta è la fiducia. La compagna di Labricciosa è Maria Cristina Sebastiani, la seconda figlia del presidente Daniele. Hanno un bimbo di un anno e mezzo che si chiama proprio Daniele, come il nonno-presidente. Di lui, Baldini ha detto durante una cena con un club di tifosi: «È la persona più competente a livello tattico che abbia mai conosciuto nel calcio...». Serve aggiungere altro?
Stefano Pardini. Fondamentale anche il 49enne preparatore dei portieri. Da Massa all’Adriatico, seguendo negli ultimi anni il tecnico dopo una carriera da numero uno tra serie B e C (Reggiana, Carrarese, Fermana, Samb, Perugia, Lucchese e altre). A metà stagione ha perso il papà, ed è a lui che ha voluto dedicare il primo pensiero - qualche ora dopo il trionfo - sui social, postando una foto del babbo accanto a quella del trofeo della vittoria dei play-off. Pardini ha creato un legame fortissimo con Plizzari e i suoi colleghi, Saio e Profeta. Merito del grande amore per la sua professione e per l’insegnamento del duro mestiere di portiere, che esercita dodici mesi l’anno: quando il campionato si ferma, infatti, organizza la sua Accademia del portiere, che nei prossimi giorni sbarcherà anche a Pescara.
Alessandro Moriconi. Altro uomo di fiducia di Baldini: il 36enne preparatore atletico e esperto del recupero infortuni, romano ed ex calciatore con presenze anche in Lega Pro, è un professionista dello sport a 360°, tanto che in passato ha ricoperto il ruolo di preparatore atletico della Nazionale italiana di Surf. Con Baldini a Carrara, Palermo e Crotone, ma anche con il ds Foggia per una parentesi a Benevento.
Carlo Cavasinni. Altro elemento nostrano aggiunto quest’anno allo staff del toscano: il 34enne preparatore atletico, specializzato anche lui nel recupero infortunati, è un vero studioso in materia di preparazione fisica degli atleti. In passato è stato anche giocatore biancazzurro. Ha un sito internet e un blog in cui spiega la sua filosofia e aggiorna i suoi “pazienti” con ricerche e approfondimenti di grandi esperti della materia. Alla conoscenza del corpo umano e alla tutela dei suoi atleti, Cavasinni abbina anche grande attenzione al benessere mentale, alla gestione dello stress che spesso – anche nel calcio – può arrivare da questioni personali e familiari. Ecco perché, per lui, saper individuare i momenti no di un atleta/calciatore può diventare fondamentale. Nello staff di Baldini, la presenza del professionista sulmonese è stata preziosa.