Addio Nicola Pietrangeli, dal 2007 era cittadino onorario di Tussio

Il grande campione scomparso a 92 anni. Il nonno paterno nacque nella frazione dell’Aquilano prima di tentare la fortuna in Tunisia. (Nella foto, Nicola Pietrangeli durante la sua visita nel paese di Tussio nel 2007, quando ottenne la cittadinanza onoraria)
Tussio, frazione del comune aquilano di Prata D'Ansidonia, conta 93 abitanti. Ma nelle ultime ore è salita alla ribalta nazionale per il legame con l’ex campione di tennis Nicola Pietrangeli. Un vincolo forte quello tra il paesino nell’Aquilano e una delle icone sportive italiane più grandi di sempre. Il nonno paterno Michele, infatti, emigrò da Tussio per cercare fortuna in Tunisia come muratore, avviando poi in territorio nord africano un’attività edile. Proprio a Tunisi nacque poi, nel 1933, Nicola Pietrangeli che successivamente sarebbe diventato il pioniere del movimento tennistico azzurro, ben prima dell’era Panatta e del fenomeno Sinner.
Il cognome Pietrangeli a Tussio non si è perso nella memoria sbiadita delle generazioni, anzi resta fulgido nella mente dei suoi abitanti. Come confermò, in un’intervista del 2002 del collega Enrico Nardecchia sul Centro, Dorantino Carosi, classe 1916: «I Pietrangeli me li ricordo bene. Lasciarono il paese per trasferirsi in Tunisia, a Biserta, città portuale, dove diventarono pezzi grossi lavorando nell’edilizia. Ne parlai con alcuni compagni di sventura durante la prigionia (in Egitto, ndr) e seppi queste notizie. I nipoti? Si vedono di tanto in tanto, ma non il tennista». Quello che Carosi non poteva ancora sapere è che pochi anni dopo, nel 2007, il campione azzurro fu invitato dall’allora sindaco Francesco Di Marco per ottenere la cittadinanza onoraria, accolto da una comunità in festa. «Non sono mai venuto a Tussio», commentò all’epoca Pietrangeli, «ma quando il sindaco mi ha chiamato per farmi dono della cittadinanza onoraria è stato un vero orgoglio».
E l’animo abruzzese tenace e capace di cogliere un’opportunità anche tra le macerie della guerra accompagnò i primi anni di vita del piccolo Nicola, educato alla difesa dei propri valori contro ogni avversità. La mamma Anna De Yourgaince, profuga russa in Tunisia per i legami della sua famiglia con la fazione zarista durante l’ottobre rosso nell’Unione Sovietica, conobbe e sposò Giulio Pietrangeli. Poi la distruzione della propria abitazione a causa dei bombardamenti fino all’internamento del padre in un campo di prigionia proprio insieme al giovane Nicola. E lì, come un fiore nel deserto, scoprì la sua più grande passione, disputando un torneo di doppio col papà, trampolino di lancio verso l’Olimpo del tennis. Anche per questo Tussio ricorda non solo un’icona, ma un figlio della sua terra tenace.

