Allegria e segreti, fai attenzione Italia
La squadra di Pinto prepara a porte chiuse un’altra impresa
INVIATO A SANTOS. Il caos si dirada, quasi fosse un segno di rispetto per chi ha come motto “Pura Vida”, che non ha bisogno di troppe traduzioni. Siamo a due passi dal quartier generale del Costa Rica, il centro di San Paolo dista 75 chilometri. In Italia la chiameremmo estrema periferia, qui se tenti di esprimere il concetto si mettono a ridere perché la città copre un’area di 1.530 km quadrati. Negli ultimi due giorni gli alberghi di Santos stanno facendo affari d’oro, piovono prenotazioni dal Costa Rica e anche le Posade si stanno riempiendo. Nessuno se lo immaginava.
Davanti all’Hotel della nazionale una decina di curiosi e tre camionette della polizia. Gilberto, uno degli uomini della reception sorride. «La scorsa settimana ce n’era una sola, adesso siamo già a tre, se battono anche l’Italia arriva tutta la polizia militare di Santos…». Speriamo di no, tre camionette vanno bene.
Le regole di Jorge. Certo però che la loro filosofia di vita stride coi metodi di Jorge Luis Pinto, che sarà anche colombiano ma è stato contagiato (e neanche poco) dal fatto di aver studiato in Germania.
La Erasmus University di Rotterdam ha stilato una classifica degli Stati nei quali si vive più felici e il Costa Rica è al primo posto assoluto: in un range da 1 a 10, ha una valutazione di 8,5, con 66,7 anni di “happy life years”. Probabilmente i calciatori costaricani dovranno scalare dalla classifica questi giorni di ritiro.
Pensate che il ct ha stilato un vero e proprio regolamento che è stato consegnato ai giocatori ancor prima di partire. Addirittura non si possono ricevere telefonate private, vietatissime soprattutto quelle con i giornalisti. Concessa solamente una chiamata al giorno, alla famiglia. Poi stop. Nell’albergo comanda lui.
E guai anche a chi si avvicina al campo di allenamento visto che l’ingresso è blindato. Provarci comunque non è stato inutile. All’inizio è stato possibile vedere il discorso del ct in mezzo al campo, con i giocatori in cerchio che si tenevano per mano in assoluto silenzio. Sembrava di vedere un guru con la sua setta, ma ognuno ha i suoi metodi. E quelli di Luis Pinto stanno funzionando, seppur applicati a una squadra che storicamente mal digeriva schemi e gabbie tattiche. «Adesso è cambiato tutto – ci confida un collega di Canal 6 – e state attenti perché conosce bene il vostro calcio e nel suo gioco si ispira a Arrigo Sacchi». Oddio: per la verità Sacchi col 5-4-1 non l’abbiamo mai visto, ma comunque...
Fenomeno Campbell. Gli occhi sono tutti puntati su Joel Campbell, 22 anni, attaccante dell’Arsenal che nell’ultima stagione è stato all’Olimpiacos Pireo segnando 8 reti in 32 partite. In Grecia comunque se lo possono dimenticare perché proprio ieri Arsene Wenger, tecnico dei Gunners ha dichiarato: «Sicuramente tornerà da noi, sta maturando molto bene». Suo il gol del momentaneo pareggio contro l’Uruguay, sue tutte le giocate più importanti. Ma occhio perché Campbell non è una stella in una stalla. Il 5-4-1 di Luis Pinto è tosto. Bryan Ruiz è un altro talento offensivo, l’esterno di difesa Cristian Gamboa ha mostrato gamba e potenza, il centrocampista Celso Borges ha piedi buoni. Insomma, c’è qualche buon giocatore. Non dei fenomeni, ma gente che corre. Bisognerà interpretare bene la partita.
«Ora ci crediamo».Adesso anche i giocatori vedono questo Mondiale da altra prospettiva. «Abbiamo grande fiducia in noi stessi – ha detto il portiere Taylor Navas a fine allenamento – e giochiamo uno per l’altro, siamo uniti nella buona e nella cattiva sorte. Buffon? Un idolo. Sarebbe un sogno giocarci contro». Parole meno dolci invece quelle usate da Paulo Wanchope, capocannoniere costaricano ai Mondiali e oggi vice di Luis Pinto. «Nei pronostici c’è stato rispetto per Italia, Uruguay e Inghilterra, per noi no. Ora dimostreremo al mondo che il Costa Rica può fare grandi cose». Questi sono belli carichi.
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