Avezzano, società in profondo rosso: la cordata frena sul debito dell’Iva

Sempre incerto il futuro del sodalizio marsicano: in corso l’accertamento del passivo reale. (Nella foto, il patron Andrea Pecorelli)
AVEZZANO. Per la prima volta dopo l’incontro a Roma con il presidente Andrea Pecorelli, gli imprenditori a capo della cordata cittadina, intenzionati a rilevare la società dell’Avezzano e a garantire un futuro «ambizioso» al calcio del territorio esprimono un parere riflesso dalla lettura delle carte contabili e dall’interlocuzione con gli istituti competenti, nell’ottica dell’accertamento del debito contratto dal club nel corso degli anni. E non solo quella del patron romano. «La città merita risposte chiare e trasparenza», così esordisce il gruppo composto dagli imprenditori Alessio Di Stefano, Luca Marco Aurelio, Marco D’Aurelio, Massimo Scatena, Luca Testa e Leonardo Sulla. «Questo è ciò che ci preme perché desideriamo che la città partecipi attivamente. Ma per fare calcio senza ombre occorrerebbe conoscere a pieno cose che, ad oggi, non siamo riusciti a ricostruire. Il problema è il debito complessivo, che non si ferma a quello della proprietà attuale. Del quale abbiamo contezza, tanto che, pur non essendo una passeggiata, saremmo pronti a risolverlo. Altra cosa è il passivo rispetto ad alcune situazioni passate in giudicato o in corso di definizione, che aprono scenari preoccupanti. In termini sportivi e finanziari. L’Avezzano potrebbe partire con una penalizzazione tale, da compromettere la programmazione imminente».
Tra i nodi peggiori, l'Iva ereditata dalle gestioni precedenti. «Abbiamo contattato fiscalisti, commercialisti, avvocati sportivi, ma il quadro non è chiaro. E in questo tempo vogliamo isolarci da voci e chiacchiericci che potrebbero minare la buona riuscita dell'operazione. Anche se vorremmo tanto rispondere a chi, sui social scrive che abbiamo fatto i padroni in casa di altri. Perché riteniamo di essere stati essenziali per la salvezza sul campo. E di aver sempre operato nel massimo rispetto delle regole e delle persone. Cercando ogni giorno di dare una mano. Abbiamo questi colori nel cuore e vogliamo tornare a sognare».
Quanto riferito dalla cordata alla città, nello spirito di trasparenza sostenuto sin dal principio, rivela una realtà complessa. Forse compromessa. Quello che si legge tra le righe è che l’importo, enorme, necessario per risanare il debito di questa matricola, potrebbe essere impiegato in un contesto pulito, in una categoria inferiore, per programmare un percorso di alte aspettative per riportare il calcio avezzanese nel professionismo. Ma è solo una lettura parziale. Qualsiasi certezza è ancora prematura.