Capolavoro firmato Sainz La Ferrari torna a vincere 

Il trionfatore: «Gara perfetta, sono al settimo cielo». Quarta la Rossa di Leclerc Sul podio anche Norris e Hamilton. Il leader della classifica Verstappen quinto

MARINA BAY (SINGAPORE). Sessantadue giri in testa, dopo aver ottenuto la pole ed essere stato il più veloce nelle libere. Carlos Sainz jr non dimenticherà mai la vittoria capolavoro - un misto di freddezza e guida impeccabile - ottenuta a Singapore, la seconda in carriera e la seconda da quando corre al volante della Ferrari. Il madrileno ha riportato il Cavallino Rampante sul gradino più alto del podio dopo un'astinenza durata 26 Gran Premi, oppure 434 giorni. L'ultimo a gioire in rosso era stato Charles Leclerc in Austria, nel 2022. Un exploit che è valso le congratulazioni del presidente John Elkann «a tutta la squadra Ferrari in pista e a Maranello, a partire da Carlos, velocissimo tutto il weekend». Dietro Sainz, a fargli quasi da scudiero nelle ultime tornate, Lando Norris (McLaren) è giunto secondo. Quindi la Mercedes di Lewis Hamilton, approfittando dell'incidente nel finale del compagno di team George Russell, in quel momento terzo ed all'attacco dei primi grazie alla scelta di gomme più performanti. Quarto Leclerc con l'altra Ferrari, autore di una gara intelligente, ma non fortunata al momento dell'ultimo stop, che lo ha visto perdere due posizioni a causa del traffico in pit lane. Ha limitato i danni il leader del mondiale, Max Verstappen: partito undicesimo, ha tagliato il traguardo quinto. Anche se è il suo peggior piazzamento stagionale, gli ha consentito di allungare su Sergio Perez, ottavo. Con un vantaggio di 151 punti, l'olandese volerà in Giappone per riprende la corsa al terzo titolo mondiale. «Penso di potermi riprendere, conosciamo i punti di forza della nostra macchina e Suzuka sarà una buona pista per noi», ha assicurato, «È una sensazione incredibile. Ringrazio la Ferrari, è stato fatto un grande sforzo per tornare a vincere dopo un inizio difficile», ha commentato un Sainz raggiante, consapevole di aver interrotto la striscia di 15 vittorie consecutive della Red Bull. «Sono al settimo cielo e con me, sono sicuro, tutti i tifosi in Italia. Dovevamo cercare di gestire il degrado delle gomme, tutto ha funzionato alla perfezione, ce l'abbiamo fatta ad arrivare in fondo». Un po’ di delusione nelle parole di Leclerc, attardato dal traffico in pit-lane, ma «felice che ci sia Carlos sul gradino più alto». Non solo. «Sono molto felice per il team», ha aggiunto il monegasco. «Nelle scorse settimane abbiamo lavorato tanto per capire meglio la monoposto, e oggi siamo stati ripagati. Congratulazioni a Carlos: ha compiuto un lavoro eccezionale per tutto il week end».
Quella tra Sainz Jr - bravo fin dal via a conservare il primo posto per non lasciarlo più - e gli avversari è stata una partita a scacchi, soprattutto negli ultimi 20 giri quando, sfruttando una virtual safety car, le Mercedes hanno montate gomme medie e hanno iniziato ad avvicinarsi pericolosamente. L'inseguimento non aveva però messo in conto la resistenza di Norris, che ha deciso di non mollare il secondo posto. Favorito anche dall'audacia tattica di Sainz, suo ex compagno di team in McLaren. Il ferrarista più volte si è lasciato avvicinare dal britannico in modo da consentirgli l'uso del DRS, il flap montato sull'ala posteriore che si può attivare solo se c'è meno di un secondo di distacco con la vettura che precede. È stata l'arma che ha permesso a Norris di tenere a bada l'esuberanza delle monoposto anglo-tedesche, soprattutto nei rettilinei. Infine Sainz ha vinto la sua scommessa grazie all'errore di Russell, che ha concluso l'inseguimento contro le barriere, dando via libera alla festa Ferrari. «Carlos è stato molto generoso e intelligente», ha riconosciuto Norris, «ha aiutato la mia gara, ma anche la sua». E lui? Sainz? «È stata un’idea mia dare il Drs a Norris per evitare che le Mercedes lo sorpassassero e venissero a prendere il primo posto. Questa è stata una delle tante cose difficili fatte in questo Gran Premio perché fare più di 40 giri con la Hard non è da meno. Dovevo salvare le gomme», ha detto ancora lo spagnolo, «alla fine le Mercedes erano più fresche. 62 giri? Stanchezza più mentale che fisica. Mentalmente sapere cosa fare con le gomme, con il Drs, era sempre molto difficile. Non puoi fare un errore perché ti passano. La Ferrari ha fatto una gara perfetta». Prossimo appuntamento domenica a Suzuka, in Giappone, con il via alle ore 7.
Roberto Di Candio