Cataldo, lacrime e bici: voglio vincere anche per Scarponi

Il 32enne di Miglianico è pronto per la nona partecipazione alla corsa rosa con la maglia dell'Astana. E racconta il suo compagno di squadra: «Sono distrutto per la sua morte, ci siamo sentiti fino alla sera prima dell’incidente»
PESCARA. Non sarà un Giro d’Italia come gli altri. «Mi dicevi che dovevo restare concentrato per il giro e farmi trovare pronto perché saresti andato lì per "spezzare le gambe a tutti". Ci siamo allenati duro ed eravamo pronti....Sono sicuro che ci sarai comunque!». Un messaggio d’addio struggente, quello di Dario Cataldo, il corridore di Miglianico in forza all’Astana, che ha voluto ricordare sulla propria pagina Facebook lo sfortunato Michele Scarponi, suo compagno di squadra, investito da un furgone, mentre si preparava al Giro d'Italia.
«E’ un dolore immenso», racconta al Centro il miglianichese Cataldi, che domani sarà ai nastri di partenza della nona Corsa Rosa in carriera. «Ho impiegato un paio di giorni a metabolizzare quanto accaduto a Michele», racconta il 32enne corridore e uomo di punta dell’Astana. «Scarponi oltre a essere stato un grande corridore, era un leader silenzioso, aveva una personalità forte ed è stato un grande uomo». Sudore e lacrime per il suo compagno di squadra, strappato alla vita all’età di 39 anni. «Quando è morto ero in volo per Liegi, stavo andando in Belgio per la Liegi-Bastogne-Liegi. Ci eravamo sentiti la sera prima della tragedia. Ci siamo scambiati dei messaggi per tutta la sera precedente all’incidente e il giorno seguente, quando Michele è morto, al mattino gli ho anche risposto a un messaggio, che lui non ha mai letto», racconta Cataldo. «Appena sono atterrato in Belgio mi è arrivato un sms di un nostro amico in comune, che diceva “Mi dispiace per Michele”, non riuscivo a capire, poi ho letto le prime notizie che rimbalzavano sul web. E’ stato devastante e ho detto: “Non è possibile, non ci credo”. Ho impiegato un paio di giorni per rendermi conto». L’obiettivo adesso è onorare il suo ex compagno di squadra. «Mi piacerebbe, e ci piacerebbe come Astana, dedicargli una vittoria al Giro. Credo che sia il minimo, anzi, è doveroso». La ferita non si è rimarginata e nelle parole di Cataldo si avverte una certa commozione. Il corridore di Miglianico non sarà l’unico abruzzese a partecipare alla 100ª edizione del Giro. Con lui, infatti, ci sarà anche il teatino Giulio Ciccone della Bardiani-CSF, classe 1994, che l’anno scorso, all’esordio tra i professionisti, ha vinto la tappa di Sestola. Cataldo punta a vincere qualche tappa e il sogno sarebbe quella con arrivo al Blockhaus. «Sarebbe fantastico trionfare in quella tappa, ma so bene che non sarà facile. Conosco ogni centimetro di quella salita e, credetemi, è durissima. Proverò a dire la mia e darò tutto per provare a vincere. Sarebbe bello centrare una vittoria a casa mia, davanti a tanti tifosi». Da cinque anni Cataldo vive a Balerna, un comune svizzero del Canton Ticino, ma l’Abruzzo è sempre nel cuore. «Tornare in Abruzzo, la mia terra, è sempre bello. Sono molto legato alle miei origini. Vivo in Svizzera, ma torno spesso a Miglianico dai miei genitori». Cataldo fa le carte alla Corsa Rosa. «Puntare ai primi cinque posti in classifica sarà dura perché ci sono dei leader fortissimi. Farò del mio meglio e punterò alla vittoria di alcune tappe, un paio le ho individuate, ma non le dico per scaramanzia. Il favorito? Quintana. Dell’Astana dico che le sorprese potrebbero essere Kangert e Leon Sanchez».
©RIPRODUZIONE RISERVATA