Cipolla gol, il pari è un’impresa
I marsicani in nove raggiungono i rossoneri a 2 minuti dalla fine
LANCIANO. Lo dica forte Pagliari ai suoi ragazzi che così non va, lo gridi che hanno perso la possibilità di annusare i play off. E Cappellacci alzi la voce affinché qualcuno dei suoi abbassi la cresta. Perché il derby sia per il Lanciano che per la Vdg è stato un’occasione sprecata.
In undici contro nove e per di più con un gol di vantaggio (grazie a un rigore visto dal guardalinee) i rossoneri di Pagliari non potevano sbagliare come hanno fatto. Avrebbero dovuto chiudere il risultato, far prevalere la loro velocità e invece si sono chiusi nella loro timidezza, quasi intestardendosi nel non volere tirare in porta.
A quel punto la Valle del Giovenco ha fatto quello che doveva: ne ha approfittato riuscendo ad agganciare il pareggio all’88’ che, se da una parte le dà merito dell’averci creduto fino alla fine, certo non le rende giustizia della superiorità tecnica che ha saputo mostrare in campo. Tanto che gli stessi tifosi rossoneri, almeno una parte della tribuna, forse resisi conto dello scampato pericolo, hanno applaudito i marsicani alla fine della partita.
Di fronte ad un Lanciano che ha troppo tergiversato, preferendo spesso il fraseggio all’affondo in avanti e illuminato soltanto dal fosforo di Di Cecco, la Valle del Giovenco è apparsa da subito più convinta dell’assetto che ha saputo ritrovarle il buon Cappellacci.
La Vdg vista al Biondi ha tutte le carte in regola per salvarsi, il minimo a questo punto della stagione. Sostenuta in difesa da Molinari (l’ex in campo) e dal frizzante N’ze, trascinata dalla caparbietà di Giordano e dall’imprevedibilità di Negro, conquista un punto che sembrava perso, ma che non assolve i biancoverdi dalle loro colpe. Bravi, sì, ma vittime del loro nervosismo innescato probabilmente a sua volta dalla tensione dovuta alla posizione in classifica. E’ evidente il peso psicologico che grava sulla Vdg, ogni gara è importante e perdere punti per strada può voler dire rassegnazione.
Ma proprio questa situazione dovrebbe indurre Capparella e compagni a pensarci su due volte prima di rivolgersi all’arbitro malgrado le scelte di quest’ultimo siano comunque discutibili. Se l’intento è in questo momento quello di non fare danni alla squadra, un tipo esperto come Birindelli, ad esempio, avrebbe dovuto intuire la permalosità del direttore di gara ed evitare quindi di affrontarlo nel tunnel degli spogliatoi nei modi che gli hanno valso l’espulsione tra il primo e il secondo tempo. E che dire della sceneggiata di De Angelis dopo il primo cartellino giallo? Arrabbiato, ha protestato ancora contro l’arbitro, meritandosi il secondo giallo e quindi il “rosso”, arrivando a scaraventare la fascia da capitano.
Ecco perché per la Vdg il derby del Biondi è un’occasione persa. Fino a quando è rimasta undici contro undici, ha fatto vedere le cose migliori. Poi, dal 22’ del secondo tempo, e sotto di 1-0, ha dovuto rimediare, prendendo possesso del centrocampo e non correndo sostanziali pericoli eccetto che nell’occasione in cui (41’ st) Vastola, che è un bravo difensore, comparso solo davanti a Bifulco, non ha saputo far altro che tirargli addosso.
E il Lanciano? Quanta ingenuità, quante risorse (potenziali) sprecate. E’ passato dal 4-4-2 al 4-3-3 per finire al 4-2-4. Ha tuttavia tirato in porta seriamente solo tre volte. Di contro è tornato a tirare quel freno a mano che riesce a trovare solo al Biondi. C’è un unico dato che può consolarlo: chiuderà la stagione senza aver mai perso un derby (5 pareggi, una vittoria). Ma è, appunto, solo una consolazione.
In undici contro nove e per di più con un gol di vantaggio (grazie a un rigore visto dal guardalinee) i rossoneri di Pagliari non potevano sbagliare come hanno fatto. Avrebbero dovuto chiudere il risultato, far prevalere la loro velocità e invece si sono chiusi nella loro timidezza, quasi intestardendosi nel non volere tirare in porta.
A quel punto la Valle del Giovenco ha fatto quello che doveva: ne ha approfittato riuscendo ad agganciare il pareggio all’88’ che, se da una parte le dà merito dell’averci creduto fino alla fine, certo non le rende giustizia della superiorità tecnica che ha saputo mostrare in campo. Tanto che gli stessi tifosi rossoneri, almeno una parte della tribuna, forse resisi conto dello scampato pericolo, hanno applaudito i marsicani alla fine della partita.
Di fronte ad un Lanciano che ha troppo tergiversato, preferendo spesso il fraseggio all’affondo in avanti e illuminato soltanto dal fosforo di Di Cecco, la Valle del Giovenco è apparsa da subito più convinta dell’assetto che ha saputo ritrovarle il buon Cappellacci.
La Vdg vista al Biondi ha tutte le carte in regola per salvarsi, il minimo a questo punto della stagione. Sostenuta in difesa da Molinari (l’ex in campo) e dal frizzante N’ze, trascinata dalla caparbietà di Giordano e dall’imprevedibilità di Negro, conquista un punto che sembrava perso, ma che non assolve i biancoverdi dalle loro colpe. Bravi, sì, ma vittime del loro nervosismo innescato probabilmente a sua volta dalla tensione dovuta alla posizione in classifica. E’ evidente il peso psicologico che grava sulla Vdg, ogni gara è importante e perdere punti per strada può voler dire rassegnazione.
Ma proprio questa situazione dovrebbe indurre Capparella e compagni a pensarci su due volte prima di rivolgersi all’arbitro malgrado le scelte di quest’ultimo siano comunque discutibili. Se l’intento è in questo momento quello di non fare danni alla squadra, un tipo esperto come Birindelli, ad esempio, avrebbe dovuto intuire la permalosità del direttore di gara ed evitare quindi di affrontarlo nel tunnel degli spogliatoi nei modi che gli hanno valso l’espulsione tra il primo e il secondo tempo. E che dire della sceneggiata di De Angelis dopo il primo cartellino giallo? Arrabbiato, ha protestato ancora contro l’arbitro, meritandosi il secondo giallo e quindi il “rosso”, arrivando a scaraventare la fascia da capitano.
Ecco perché per la Vdg il derby del Biondi è un’occasione persa. Fino a quando è rimasta undici contro undici, ha fatto vedere le cose migliori. Poi, dal 22’ del secondo tempo, e sotto di 1-0, ha dovuto rimediare, prendendo possesso del centrocampo e non correndo sostanziali pericoli eccetto che nell’occasione in cui (41’ st) Vastola, che è un bravo difensore, comparso solo davanti a Bifulco, non ha saputo far altro che tirargli addosso.
E il Lanciano? Quanta ingenuità, quante risorse (potenziali) sprecate. E’ passato dal 4-4-2 al 4-3-3 per finire al 4-2-4. Ha tuttavia tirato in porta seriamente solo tre volte. Di contro è tornato a tirare quel freno a mano che riesce a trovare solo al Biondi. C’è un unico dato che può consolarlo: chiuderà la stagione senza aver mai perso un derby (5 pareggi, una vittoria). Ma è, appunto, solo una consolazione.
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