Lautaro Martinez mette a segno il primo gol dell'Inter nel derby di Milano

PALLA AL CENTRO

Conte trionfa con la legge del più forte

La legge del più forte è quella che trasforma l’Inter da prima inseguitrice in capolista in fuga nel giro di una decina di giorni. Più quattro sul Milan dopo averlo battuto nel derby. Il 3-0, forse, è severo, ma la dimostrazione di forza è chiara. Parte dai gol della Lu-La, passa per le parate di Handanovic e viene rifinita dal ruolo di Antonio Conte in panchina. L’Inter sa soffrire nelle retrovie: Skriniar, De Vrij e Bastoni a volte ricordano Barzagli, Bonucci e Chiellini di qualche anno fa per la disinvoltura con cui spadroneggiano nella propria area di rigore; in avanti Lautaro Martinez e Lukaku insieme hanno segnato 30 reti in 24 gare, cos’altro aggiungere o spiegare? Il decollo nerazzurro è avvenuto nel momento in cui Conte ha messo dentro Eriksen a centrocampo e Perisic a tutta fascia a sinistra. Squadra più audace, sulla carta. Anche se l’atteggiamento è sempre quello di chi aspetta e poi riparte negli spazi. Il senso pratico di Conte non va confuso con difesa e contropiede. No, c’è altro: ci sono umiltà e fame in aggiunta a organizzazione e qualità eccelse, a differenza di chi pensa di fare calcio spettacolo portando avanti alchimie improbabili. A questo punto l’Inter sembra avviata verso il 19° scudetto. Ha solo il campionato davanti a sè e ha un rendimento costante. A proposito, tanto per rendere l’idea di un cammino lineare, un anno fa dopo 24 gare l’Inter aveva 54 punti, uno in più rispetto a oggi. Era terza, dietro a Juve (57) e Lazio (56). Chi manca all’appello è la squadra bianconera, potenzialmente a 48 punti, oggi a quota 42. È anche la differenza tra chi ha in panchina uno come Conte e chi ha scelto Pirlo alla prima esperienza. Chiaro?
@roccocoletti1
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