Dalla curva al neroverde: Surricchio cuore teatino

Serie D. Il 19enne centrocampista scalpita per l’esordio con la squadra della sua città: «Tifo Chieti e facevo il raccattapalle, giocare qui è un sogno che si realizza»
CHIETI. La maglia neroverde l’ha sempre sognata. Fin da bambino quando faceva il raccattapalle all’Angelini. E poi crescendo quando andava in curva Volpi per tifare il Chieti. Un amore incondizionato per la squadra della sua città. Ora quella maglia è sua e non vede l’ora di indossarla in serie D. Il centrocampista Jacopo Surricchio, 19 anni, teatino doc, ha realizzato il sogno di diventare un giocatore del Chieti.
Il centrocampista neroverde purosangue, cresciuto nel quartiere Sacro Cuore, ha firmato il contratto con il club teatino a metà settembre. Era svincolato dopo l’ultima esperienza alla Primavera del Modena. Le prime settimane gli sono servite per riprendere la forma migliore. Domenica a Notaresco è andato per la prima volta in panchina. Adesso è pronto per l’esordio, magari già domenica all’Angelini con l’Ancona. «Quando non fai la preparazione intera con la squadra ne risenti», dice Surricchio, «ma ora sto meglio e mi auguro di continuare in crescendo. L’esordio? Spero accada il prima possibile, magari proprio all’Angelini».
Lo stadio che per Jacopo è una seconda casa. «Sono nato e cresciuto a Chieti», racconta, «mio nonno e mio zio Alessio mi hanno fatto innamorare di questi colori. Purtroppo, la mia generazione non ha ricordi nitidi del Chieti nei professionisti. Ero piccolo quando Zaccagnini fece felice un’intera città segnando con il Pescara. Ricordo un Chieti-Vastese nella stagione 2021-2022. Ero in curva con i miei amici. La Volpi era piena, tutto lo stadio era neroverde. Quante emozioni». Surricchio è un enfant prodige. Inizia a giocare all’età di 4 anni tra il campo di Sant’Anna e l’antistadio. Fino ai 14 anni cresce nelle giovanili del Chieti. Qui conosce un allenatore a cui deve tanto: Mirko Di Pietro, stroncato da un infarto nel 2023. «Mi ha allenato nei Giovanissimi regionali. Mi ha preso che ero un ragazzino. Ci siamo lasciati troppo presto. Avrei voluto averlo affianco ancora per tanto tempo». Poi Cetteo Di Mascio lo porta al Teramo dove inizia a giocare da sotto età con l’under 15. Arriva subito nella Primavera 3 del Teramo, poi Federico Guidi lo chiama in prima squadra.
Il 23 ottobre del 2021 Surricchio scrive la storia: a 15 anni e 279 giorni debutta in un Teramo-Cesena e diventa il più giovane ad esordire nei professionisti. A gennaio 2022 lo prende la Roma dove vince lo scudetto con l’under 17 e poi passa all’under 18. «A Roma ho passato quasi tre anni», ricorda Surricchio, «vivere Trigoria tutti i giorni, allenarsi con campioni e ragazzi talentuosi ti arricchisce umanamente e calcisticamente. Ho finito la mia esperienza a Roma con uno scudetto vinto, una finale scudetto persa e una semifinale persa contro l’Inter di Pio Esposito. Paradossalmente a Modena è stato l’anno dove ho fatto meglio. Ho giocato tutte le partite. Finita la stagione si erano create tante situazioni anche extra calcistiche che mi hanno portato a ritrovarmi senza squadra, ma ora non è più importante».
Ora quello che conta è solo il Chieti. L’emozione di indossare i colori neroverdi è più grande perfino di quella provata nel giorno del debutto in C col Teramo. «Quando hai 15 anni non sei del tutto cosciente di quello che fai. Da teatino, firmare con la squadra della propria città non ha prezzo. Il mio sogno è riportare il Chieti dove merita». Un sogno, si spera, non troppo lontano da realizzare. Quello più vicino è un altro: l’esordio in maglia neroverde. Come Jacopo sognava fin da bambino.
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