Eusebio Di Francesco, allenatore del Cagliari, insieme al figlio Federico

L'EX ATTACCANTE BIANCAZZURRO SI RACCONTA

Di Francesco, che sfida: «Io, Eusebio e Pescara» 

Federico guiderà la Spal sabato contro il Delfino: «Grandi emozioni»

PESCARA . Gli anni nelle giovanili, l’esordio in A, l’amaro distacco e la gavetta per tornare in alto. L’attaccante della Spal Federico Di Francesco è ancora molto legato al Pescara, la città in cui è cresciuto. Il 26enne figlio di Eusebio, allenatore del Cagliari, ha già dato una dispiacere ai tifosi biancazzurri quando militava in A nel Bologna (una rete nel 3-1 per i felsinei nel 2017) e tra due giorni riproverà a batterlo.
Di Francesco, sabato arriva il Pescara. Quali emozioni?
«Tante, affronterò la squadra della mia città e sarà una partita speciale. Sono cresciuto nel Pescara e ho debuttato in A con la maglia biancazzurra, ho ricordi bellissimi».
Che gara si aspetta?
«Molto difficile. Dopo un avvio complicato il Delfino si è espresso bene sia a Lecce, nonostante il ko, sia con il Cittadella, battendo un avversario ostico. La classifica è bugiarda, per me il Pescara è da play off».
Se potesse, chi toglierebbe ai biancazzurri?
«Senza dubbio Maistro. Ha qualità tecniche notevoli, dribbling e un bel tiro. Poi dico Balzano e Valdifiori che conosco bene, sono forti ed esperti».
In caso di gol esulterebbe?
«Sì, ma senza esagerare, ho grande rispetto per la società e i tifosi».
Spal tra le favorite per la promozione. Le avversarie più temibili?
«Brescia, Lecce, Frosinone, Monza ed Empoli possono andare direttamente in A. Tuttavia, sono discorsi prematuri, in B i pronostici vengono facilmente sovvertiti. L’anno scorso lo Spezia aveva 4 punti dopo 7 gare, chi avrebbe scommesso sulla sua promozione?».
Nel 2013 a Parma l’esordio in A con il Pescara. Un bel giorno, no?
«Certo, ricordo tutto alla perfezione, anche la data: 30 marzo 2013. Dalla Primavera ero stato aggregato in prima squadra per un’amichevole a Francavilla. Al termine della sgambata, Cristian Bucchi disse che mi avrebbe convocato per la gara di Parma. Lì perdemmo, ma debuttare in A fu bellissimo. Ricordo bene anche la seconda presenza, all’Olimpico contro il mio idolo e la mia squadra del cuore: la Roma di Totti. Entrai nella ripresa e sfiorai un gol, poi al fischio finale De Rossi venne a salutarmi, un pomeriggio indimenticabile».
Pochi mesi dopo, il passaggio dal Pescara al Parma. Un po’ di amarezza per quella cessione frettolosa?
«All’inizio ci sono rimasto un po’ male, al Pescara ero legatissimo, ma alla fine si è rivelata la soluzione migliore per la mia carriera. Nessun rimpianto, quella scelta mi ha permesso di tirare fuori il carattere. Devo solo ringraziare il club che mi ha formato dandomi l’opportunità di farmi conoscere in A. Certo, il campionato ormai compromesso ha facilitato il debutto e quello di altri compagni».
In futuro di nuovo in biancazzurro, magari con Eusebio in panchina?
«Mio padre non mi vuole come giocatore! Scherzi a parte, non è il momento di pensarci, sto benissimo a Ferrara e devo fare il mio percorso. Ovviamente, in futuro mai dire mai…».
A distanza di 7 anni, ancora Pasquale Marino allenatore. Come lo ha ritrovato?
«Nell’estate del 2013 ho svolto il ritiro con il suo Pescara, avevo 19 anni e c’era una concorrenza fortissima: Ragusa, Politano, Mascara, Cutolo e altri. Così sono andato a Gubbio fino a gennaio e quando sono tornato al Pescara dopo pochi giorni Marino è stato sostituito da Cosmi. Comunque, è carico come sempre, un ottimo tecnico e una bravissima persona».
Nel torneo successivo di nuovo in prestito dal Parma alla Cremonese e una bella annata in C: 5 gol e 4 assist.
«All’inizio giocavo poco, poi è arrivato Giampaolo che mi ha dato grande fiducia. Incontrarlo è stata una fortuna, mi ha fatto maturare molto a livello tattico e umano. Lo ringrazierò per sempre».
Nel 2015-16 a Lanciano, cosa le resta di quell’esperienza?
«Tante cose positive. È stata una stagione difficile, però avevamo un grande gruppo e sento tuttora molti ex compagni. Ho un ottimo ricordo di Roberto D’Aversa, da lui ho avuto sempre una forte considerazione. Peccato per la retrocessione causata dai punti di penalizzazione, sul campo ci eravamo salvati. Spero di rivedere presto il Lanciano in una categoria più consona alla sua storia».
L’anno scorso la nascita del piccolo Tommaso Eusebio.
«Diventare padre mi ha cambiato la vita: pannolini… notti insonni. Mi ha aiutato tanto avere accanto Luna, la mia compagna che mi supporta sempre. Prima pensavo soprattutto a me stesso, ora il bimbo è il centro del nostro mondo. Adesso ha un anno e tre mesi, ci gioco molto ed è un vero spasso».
Eusebio padre, Eusebio nonno: differenze?
«Da padre è più pesante, da nonno non si arrabbia mai. Scherzo, con me è sempre stato giusto, le sue critiche costruttive. Essere un “figlio d’arte” non è facile, papà mi ha dato la possibilità di divertirmi e crescere con leggerezza nel mondo del calcio. È una persona buona, certo, da nonno è persino dolcissimo. È innamorato di Tommaso Eusebio, nonostante lo veda poco è molto presente».
Tre anni fa Roma-Bologna, Eusebio contro Federico. Tranne sua mamma Sandra, famiglia schierata dalla parte di Eusebio per motivi di classifica. E sabato tutti per Federico?
«La famiglia è biancazzurra, ma… ora tocca a me. Per una volta si potrà fare un’eccezione».

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