Gol e sorrisi, la rinascita di Melchiorri

L’attaccante pronto al decollo: «Ho sconfitto un tumore, sono ripartito dai dilettanti e ora voglio recuperare il tempo perso»
PESCARA. Sorrisi, gol e tanta umiltà. Mai arrabbiato, sempre positivo. La vita lo ha messo a dura prova a soli 23 anni, quando scopre di avere un cavernoma celebrale dato da una malattia congenita. All’epoca, era il 2010, giocava nel Giulianova in serie C. Sono trascorsi 4 anni da quel terribile episodio. È ripartito dai dilettanti e ora vuole riconquistare il calcio che conta, dopo la parentesi in serie A nel 2007 col Siena. Federico Melchiorri, bomber del Pescara, è rinato e adesso è pronto per spiccare il volo.
Melchiorri, 6 gol in 11 partite disputate. Come mai uno come lei non ha mai trovato gloria in serie A?
«In serie B il livello è alto e non mi sento ancora pronto per giocare in serie A. Voglio crescere e migliorare; credo che la scelta di venire a Pescara sia stata quella giusta perché qui posso davvero affermarmi».
Da ragazzino, forse, non ha giocato al meglio le sue carte?
«In passato ho avuto diverse chance per consacrarmi, ma non le ho mai sfruttate. Quando sono finito al Siena, a 20 anni, non ho sfruttato la possibilità che mi era stata data. Ero immaturo, sotto tanti aspetti, e pensavo che tutto mi spettasse di diritto. Forse sono stato troppo presuntuoso. Adesso qui a Pescara credo che possa salire sull'ultimo treno della mia carriera, visto che ho 27 anni».
Torniamo indietro di qualche anno. Durante un Giulianova-Cavese, nel 2010, lei riceve una botta alla testa. Tac di controllo e la scoperta di un cavernoma cerebrale. Da un ospedale all'altro, per vincere la partita più importante durata quasi un anno. Cosa è cambiato in lei?
«La malattia mi ha messo a dura prova e quella è stata la partita più dura della mia vita. Non mi sono scoraggiato e ho lottato con tutte le mie forze affidandomi completamente agli specialisti che mi hanno curato. Diverse persone che fanno parte del mondo del calcio in quel periodo mi hanno lasciato da solo, ma dopo qualche anno eccomi di nuovo qui e forse in molti adesso si stanno mangiando le mani. La mia vita era cambiata e per cercare di dimenticare il pallone mi iscrissi all'università. Studiavo economia e ho sostenuto anche diversi esami. Poi, a 25 anni, sono ripartito dalla Terza categoria, poi l'Eccellenza e la serie D. Per me era impossibile stare lontano dal campo. Questa esperienza ha segnato profondamente la mia esistenza e ho capito quanto è importante la vita».
E da Pescara, calcisticamente parlando, parte una nuova vita.
«Ho trovato l'ambiente ideale. C'è un gruppo unito e un tecnico che crede molto in me. Questi sono ingredienti fondamentali per un calciatore. Baroni ha creduto in me e spero di ripagarlo nel miglior modo possibile. Come allenatore mi piace. Punta molto sulla meritocrazia e non si fa scrupoli quando deve fare le scelte. Guardate i casi di Selasi e Sowe. A lui il curriculum o la carta d'identità non interessano. Tiene in grande considerazione il lavoro del calciatore durante gli allenamenti e penso che questa sia una cosa positiva per il gruppo».
I risultati finora sono stati deludenti, ma la vittoria di Brescia ha ridato un po' di fiducia?
«Mi auguro che quella di Brescia sia stata la gara della svolta. Anzi, ne sono certo. In noi è scattato qualcosa di diverso e me ne accorgo anche durante gli allenamenti. Come gruppo siamo più uniti e più convinti delle nostre potenzialità».
Bella lotta li davanti con Maniero.
«Il dualismo con Maniero non c'è. Mi trovo benissimo con lui, diciamo che Pippo è un toccasana perché è bravissimo a scardinare le difese avversarie e, così facendo, mi facilita il lavoro e ho più spazi per provare a colpire».
Già sei gol all'attivo, a quota 15 con questo ritmo può tranquillamente arrivarci.
«Magari potessi arrivare a 15 gol. Io cerco sempre di dare il massimo».
Che squadra tifa?
«La Maceratese. Sono nato lì e ho giocato con la squadra della mia città».
Lo sa che la sua Maceratese domenica affronterà il Chieti?
«Si e so anche che tra Pescara e Chieti c'è una rivalità storica. Sono tifoso della Maceratese e spero che domenica vinca».
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