Il Castelnuovo non si iscrive, il patron: «Sistema malato, non posso mettere a rischio le mie aziende»

Calcio, il presidente Attilio Di Stefano in una nota spiega perché il Castelnuovo non parteciperà al prossimo campionarto di serie D nonostante la promozione dell’Eccellenza
CASTELNUOVO. "Fare calcio in Italia è difficilissimo, persino in Serie A. Figurarsi nelle serie inferiori, dove guadagnano solo quelli che non rischiano nulla". Lo afferma Attilio Di Stefano, patron del Castelnuovo Vomano, in una nota diffusa dopo le polemiche legate alla mancata iscrizione della squadra, per motivi economici, al prossimo campionato di Serie D, nonostante la promozione ottenuta con la vittoria dei playoff di Eccellenza. "Fare calcio - sottolinea - significa prima di tutto sostenibilità, amministrazione sana, rispetto per chi investe. E non è accettabile, per un imprenditore, mettere a rischio le proprie aziende in un sistema dove guadagna solo chi lucra su commissioni, cartellini e consulenze".
Di Stefano punta il dito contro un sistema che considera bloccato. "A differenza di altri paesi europei - valuta - qui non si valorizzano i vivai, non si costruiscono stadi, si saltano due Mondiali di fila, e forse tre. La Federazione è assente. Il calcio italiano esiste solo grazie agli imprenditori che credono ancora nello sport".
Secondo Di Stefano, le critiche più dure arrivano da chi "non ha mai messo piede allo stadio" e da chi "non ha mai investito un centesimo". "In questi anni - aggiunge - ho messo soldi e faccia, e ho portato il Castelnuovo Vomano in Serie D. Nessuno potrà togliermi questo. In quello stadio, con venti tifosi a festeggiare, ho scritto una pagina di sport vera. Oggi, quelli che mi criticano sono molti di più. Ma se ci riflettono, la risposta ce l'hanno già". "Ho creduto in un progetto e mi sono illuso di poterlo condividere con chi non ha visione e vive nel passato e non è pronto ad aprirsi", scrive ancora.