Grosso a Chieti: «Onorato per questo Premio» 

Il tecnico pescarese del Frosinone riceve il “Prisco”. Riconoscimenti anche per Orsolini e Sticchi Damiani

CHIETI. L’atmosfera di sempre. Serena, colta, appassionata ma sempre garbata e coinvolgente. Sul palco del teatro Marrucino di Chieti il 19° "Premio Nazionale Giuseppe Prisco - Alla lealtà, alla correttezza e alla simpatia sportiva", appuntamento rinnovato attorno al mondo del calcio spesso mortificato da troppe esasperazioni. Subito applausi a scena aperta per il pescarese Fabio Grosso, reduce dalla promozione in serie A con il Frosinone. «Sono felice di tornare in un posto bello per me e per i miei ricordi», ha spiegato il campione del mondo del 2006, vincitore nella categoria allenatori, «e ringrazio, per l’accoglienza ricevuta, i tifosi del Chieti dove ho militato per due anni raggiungendo la promozione in C1 assieme ad un gruppo di compagni con i quali mi sento ancora». Un accenno al Pescara impegnato nei play off per la B. «Può arrivare fino in fondo sotto la guida di un tecnico dello spessore di Zeman». Le recenti emozioni legate alla salvezza del Lecce, sul volto del presidente Saverio Sticchi Damiani, premiato nella categoria dirigenti di società. Nella categoria calciatori il premio è assegnato all’attaccante del Bologna Riccardo Orsolini, assente per motivi personali, che lo ha ritirato nel pomeriggio nell’azienda vitivinicola di Marcello Zaccagnini, anima e coordinatore del Premio nonché della giuria presieduta da Italo Cucci e composta da Ivan Zazzaroni, Gian Paolo Ormezzano, Marco Civoli, Franco Zappacosta e Ilaria D’Amico. A tutti i premiati una scultura dell’artista Mimmo Palladino, premio di giornalismo “Nando Martellini” per l’editorialista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo. Si parla delle battute ironiche e pungenti dell’avvocato Prisco, scattano gli aneddoti sui ricordi di Giancarlo De Sisti, al quale va un premio speciale della giuria e viene definito da Italo Cucci con un po' di nostalgia «simbolo di un calcio perduto» per poi soffermarsi sull’atmosfera della manifestazione. «Un teatro meraviglioso, motivo di orgoglio per questa città». Così lo stesso Cazzullo e Pierluigi Pardo che, assieme a Stanislao Liberatore, conduce la premiazione mentre sul palco incassano i complimenti il vicesindaco Paolo De Cesare e l’assessore Manuel Pantalone. Arriva anche Evaristo Beccalossi ed è inevitabile parlare della finale di Champions che attende l’Inter. «Un bel momento per il calcio italiano con tre squadre nelle finali europee», sottolinea il presidente della Figc Gabriele Gravina al quale si rivolge poi, nel ricordo della strepitosa esperienza vissuta con il Castel di Sangro, la giornalista di RaiSport Arianna Secondini destinataria dell ’annuale riconoscimento dell’Ussi abruzzese. Per lei una scultura dell’artista abruzzese Ester Crocetta e può scendere il sipario su una manifestazione che continua puntualmente a crescere di importanza a livello nazionale.
Giuseppe Rendine