Il braccio di ferro Cus-università ha cancellato anni di storia

8 Maggio 2014

CHIETI. Quella del Cus Chieti non è la solita storia di una società messa in ginocchio dalla crisi. E’ la storia di un contenzioso in atto tra due enti, il Centro universitario sportivo e l’ateneo D’A...

CHIETI. Quella del Cus Chieti non è la solita storia di una società messa in ginocchio dalla crisi. E’ la storia di un contenzioso in atto tra due enti, il Centro universitario sportivo e l’ateneo D’Annunzio, che sta offuscando mezzo secolo di storia, costellata da tanta serie A tra pallacanestro femminile e calcio a 5 maschile. «Ci hanno tolto tutto quello che ci spettava», dice Mario Di Marco, presidente del Cus che non ha ricevuto più fondi per portare avanti le attività sportive. La prima vittima è stata la pallacanestro femminile che lo scorso marzo è stata esclusa dal campionato di serie A1, a poche giornate dal termine, perché la società non ha pagato 28mila euro per la seconda rata relativa all’iscrizione (la prima di 50mila era stata pagata in estate). Cinquant’anni di storia del basket cancellati con un colpo di spugna: dieci anni di A1 per l’unica formazione della provincia di Chieti ad aver rappresentato l’Italia in una competizione europea e la prima a vincere un trofeo senior con la Coppa di Lega. Quest’anno la squadra neroverde, imbottita di giovani e guidata dal duo Di Nallo-Calore, era ultima a zero punti dopo aver perso diciotto partite di fila. Un campionato disastroso, costato 100mila euro. Poi l’esclusione. «Un sacrificio obbligato», precisa Di Marco, «perché con i soldi che avevamo abbiamo deciso di aiutare gli studenti e oggi, nonostante non abbiamo ricevuto un euro, i nostri impianti sono aperti. Se non ci fosse stata questa scelta folle dell’ateneo, che in pochi riescono a capire, la squadra di pallacanestro avrebbe concluso il campionato». E invece è stata esclusa, non radiata. Questo significa che la pallacanestro è pronta a ripartire. «Abbiamo tempo fino al 5 luglio per regolarizzare la nostra posizione e pagare quello che non abbiamo pagato. Pagando una tassa aggiuntiva, poi, abbiamo la possibilità di richiedere l’ammissione in A1 anche perché il prossimo campionato dovrebbe essere a 15 squadre. Altrimenti ripartiremo da dietro, ma penso sempre dall’A2». Un anno fa anche il calcio a 5 maschile aveva alzato bandiera bianca. Una scelta dettata sia dai primi segnali della diatriba tra Cus e ateneo, sia dalla voglia di ripartire da zero portando avanti un progetto basato sui giovani per ricreare un serbatoio di ragazzi locali. La squadra neroverde, allenata da Fabiano Di Muzio e capitanata da Francesco Cornacchia, quest’anno ha vinto il campionato regionale di C2 e la coppa Italia battendo 4-0 il Rocca di Mezzo ad Avezzano. Un double pazzesco per una squadra rinata dalle ceneri dell’A2. Che sia di buon auspicio anche per la pallacanestro femminile, un patrimonio della città che non può andare disperso.

Giammarco Giardini

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