Il commentone della dodicesima giornata di Serie A

La Roma è la nuova capolista in solitaria del campionato! Frena l'Inter, che nonostante le tante occasioni perde di misura il derby, venendo scavalcata anche dai cugini. Riprende la propria corsa anche il Napoli, mentre è crisi nera per la Juventus
Cagliari vs Genoa
La 12esima giornata di Serie A si apre con le sfide Cagliari-Genoa e Udinese-Bologna. All’Unipol Domus si affrontano due formazioni rossoblu, reduci da periodi di forma decisamente sottotono: i padroni di casa sono partiti a razzo e hanno rallentato la propria corsa nelle ultime giornate, mentre i liguri hanno optato per un cambio in panchina dopo le deludenti prestazioni sotto la guida tecnica di Vieira, affidando il compito all’ex Roma De Rossi. Parte fortissimo il Grifone, già dai primi minuti: al 9’ miracolo di Caprile prima e salvataggio decisivo sulla linea di Palestra poi, che sventa la conclusione a botta sicura di Norton-Cuffy. Al 18’ si stappa il match: Colombo riceve da Norton-Cuffy spalle alla porta, lavora il pallone e poi imbuca per Vitinha, che in scivolata trafigge Caprile e torna a segnare in campionato a 182 giorni di distanza dall’ultima volta. Ma il Genoa non sfrutta le opportunità per raddoppiare, soprattutto con Colombo al 26’, e alla prima occasione buona arriva il pari: Palestra crossa morbidissimo per Borrelli, che sovrasta Aaron Martin e batte Leali. Passano appena 8 minuti e i liguri tornano avanti, con una rete meravigliosa: sventagliata di 40 metri di Malinovskyi per Thorsby, che al volo, con il piede debole, mette in area per Ostigard, bravissimo a farsi trovare al posto giusto nel momento giusto e a girare in porta di controbalzo. Terzo gol consecutivo per l’ex Napoli, che si sta caricando i suoi sulle spalle in queste ultime giornate. Ma il nuovo vantaggio degli uomini di De Rossi dura pochissimo, perché 123 secondi dopo Esposito pareggia i conti: l’ex attaccante dell’Inter riceve da Deiola e con l’esterno del piede destro la mette sotto alla traversa, non lasciando scampo a Leali. Nella ripresa non cambia lo scenario tattico: il Grifone ha più occasioni del Casteddu, fin da subito: Caprile prima respinge con i pugni un’altra conclusione di Colombo, poi blocca una deviazione fortuita ma velenosa di Ostigard. I padroni di casa sono però maggiormente cinici e, al primo tiro in porta della ripresa, ribaltano il risultato: traversone arcuato di Zappa e incornata di Borrelli, che sigla la sua prima doppietta con la nuova maglia. Ma quando le speranze di ricavare qualche punticino sembrano ormai risicate, succede l’incredibile: Aaron Martin batte un calcio di punizione dai 45 metri, con il pallone che è troppo lungo per tutti i suoi compagni; ma Caprile, uno dei migliori in campo anche oggi, come nelle precedenti 11 giornate, si rende protagonista di un clamoroso errore di valutazione, con la sfera che lo scavalca e termina in fondo alla rete. Termina così con un pirotecnico 3-3 la pazza sfida tra Cagliari e Genoa. Sembra aver trovato energia nuova il Grifone, ricaricato dal cambio in panchina: se da una parte dovranno essere collaudati i meccanismi difensivi, dall’altra sembra che gli attaccanti siano già sulla buona strada, con molte occasioni create e forse anche qualche errore di troppo.
Udinese vs Bologna
Al Bluenergy Stadium l’Udinese ospita il Bologna, che ha la ghiotta possibilità di agganciare Roma e Inter al primo posto, almeno per qualche ora. I bianconeri approcciano alla gara con più convinzione dei rossoblu, seppur non impensierendo più di tanto la porta difesa da Ravaglia. L’estremo difensore italiano è chiamato in causa in una sola circostanza nei primi 45 minuti: grande giocata di Atta e cross basso con l’esterno per Ekkelenkamp, con il vice-Skorupski che è provvidenziale in uscita bassa. La chance migliore del primo tempo è però per i felsinei, con un episodio chiave: Pobega tira con molta potenza ma poca precisione, strappando comunque un corner per la deviazione di Ehizibue. Tuttavia, Sacchi viene richiamato all’on field review: infatti, la sporcatura dell’ex Colonia è avvenuta con il braccio, che fa un movimento verso il pallone. Dunque, nonostante la conclusione fosse di gran lunga fuori dallo specchio della porta, l’intervento viene considerato punibile. Dagli 11 metri si presenta Orsolini, che si fa ipnotizzare da Okoye: è il secondo rigore sbagliato tra i professionisti per il capocannoniere del campionato, con l’ultimo errore che risale a oltre due anni fa. Nella ripresa un micidiale uno-due nel giro di 6 minuti decide la gara: al 54’ Orsolini controlla con il petto un lancio in profondità, punta Kamara e poi appoggia a rimorchio per Pobega, che sblocca il match con una bella rasoiata che lascia di sasso Okoye; al 60’ sono i friulani a complicarsi la vita da soli, insistendo con la costruzione dal basso nonostante la pressione molto forte dei rossoblu: il risultato è che Pobega si impossessa della sfera e con un preciso diagonale fa 2-0 e sigla la sua seconda doppietta in carriera in Serie A, la prima emiliana. Nel recupero un’altra follia difensiva dell’Udinese regala il 3-0: Dallinga ruba palla a Bertola e cerca di servire Miranda con il tacco; a quel punto, l’ex Spezia prova a rimediare al proprio errore e con la punta toglie il pallone dalla disponibilità del laterale spagnolo, favorendo inavvertitamente Bernardeschi, che da due passi non può sbagliare e mette il punto esclamativo sulla partita. Con un super 3-0 il Bologna di Vincenzo Italiano si prende momentaneamente la vetta della classifica.
Fiorentina vs Juventus
Alle 18 si sfidano Fiorentina e Juventus, in una gara molto delicata: i viola sono ancorati all’ultimo posto, mentre i bianconeri sono in lotta per le posizioni alte della classifica, nonostante il cammino fin qui altalenante. È anche un duello particolare tra i due allenatori, entrambi arrivati in corsa: Vanoli vive la sfida come un derby, a causa del suo passato sulla panchina del Torino, mentre Spalletti è nato in provincia di Firenze, a Certaldo. È un match molto bloccato, con le due squadre che non vogliono scoprirsi e cercano di evitare di concedere grosse palle-gol agli avversari. Da segnalare un episodio al 15’, con l’arbitro Doveri che concede un penalty alla Juventus dopo una gran giocata di Vlahovic: l’ex fa un tunnel di tacco a Pablo Marì e poi viene steso dallo stesso difensore spagnolo. Tuttavia, il direttore di gara viene richiamato al monitor per un possibile fallo precedente del serbo: infatti, riguardando meglio le immagini, la trattenuta di Vlahovic è precedente a quella di Marì, per cui la decisione finale è di revocare il calcio di rigore, tra le polemiche bianconere. La prima, importante chance, invece, arriva al 25’: Moise Kean riceve sulla destra, punta Koopmeiners, schierato ancora una volta come braccetto difensivo, e poi fa partire un gran destro, che per sua sfortuna centra l’incrocio dei pali. 10 minuti dopo risponde la Vecchia Signora: Vlahovic si libera della leggera marcatura di Marì, salta De Gea ma poi viene sbilanciato regolarmente da Pongracic e conclude sull’esterno della rete. Ma nel recupero del primo tempo, quando ormai lo 0-0 sembra scritto, si sblocca il match: Locatelli tira dalla distanza ma colpisce Vlahovic, con il pallone che schizza però sui piedi di Kostic: l’esterno croato allora prende la mira dai 25 metri e pesca l’angolino alla sinistra di De Gea, che non può nulla. Le squadre tornano negli spogliatoi e, alla ripresa del gioco, i gigliati sono da subito decisivi: Kean combatte in mezzo al campo e appoggia poi per Mandragora che, anche lui dai 25 metri, fa partire un missile terra-aria che si insacca all’incrocio dei pali, siglando una delle reti più belle del campionato fino a questo momento. La viola prova a viaggiare sulle ali dell’entusiasmo e Kean impensierisce Di Gregorio: il bomber italiano tenta un diagonale rasoterra dal limite, ma l’ex estremo difensore del Monza si esalta e manda in corner. Nell’ultimo quarto di gara anche le Zebre cercano il vantaggio, ma De Gea è super sul colpo di testa di McKennie da pochi passi. Finisce così 1-1 tra Fiorentina e Juventus, con un pareggio che non fa contenta nessuna delle due, anche se è un buon punto per la salvezza per gli uomini di Vanoli. Sponda Juve, invece, la delusione è tanta, più che altro perché sembra esserci una totale assenza di gioco, con le uniche occasioni che arrivano grazie a giocate individuali: c’è tanto lavoro da fare per Luciano Spalletti, che nel frattempo si ritrova fuori dalla zona Champions.
Napoli vs Atalanta
In serata il Napoli affronta l’Atalanta, dopo le mille polemiche in seguito alla sconfitta contro il Bologna. Ci sono delle novità in campo per Conte, necessarie anche a causa dei numerosi infortuni: si torna al 4-3-3 con due esterni offensivi quali Neres e Lang, mentre riposa lo stremato Politano. Pronti, via e i partenopei la sbloccano al quarto d’ora di gioco: Hojlund riceve da Di Lorenzo e di prima manda in profondità Neres, che si mette con il corpo davanti ad Ahanor e poi apre il piattone, battendo Carnesecchi e tornando a iscriversi sul tabellino marcatori dopo 322 giorni. Il primo tempo azzurro è furibondo, con la Dea che non riesce a placare l’ira dei campioni d’Italia. E al 38’ arriva il 2-0, firmato ancora da Neres: il brasiliano riceve sul filo del fuorigioco da McTominay e incrocia con il mancino di prima intenzione, sorprendendo tutti. Al 45’ Lang arrotonda anche il parziale: cross di Di Lorenzo e stacco dell’ex PSV, con Carnesecchi che entra in porta con il pallone. Primo tempo micidiale degli uomini di Conte, che sembrano aver ritrovato improvvisamente energie: era dallo scorso anno che non si vedeva un Napoli così consapevole dei propri mezzi. Nella ripresa gli azzurri si rilassano, con un atteggiamento che probabilmente non sarà piaciuto al proprio allenatore: dopo appena 7 minuti Scamacca riapre il match, con una gran volée su traversone di Bellanova. Con ancora quasi mezz’ora da giocare, la formazione di Palladino cerca di portarsi sul -1, ma non riesce a sfondare: prima De Ketelaere sfiora la traversa, poi Milinkovic-Savic si distende bene su una conclusione da fuori di Scamacca, infine sempre l’ex Sassuolo va a centimetri dalla rete con una bella girata aerea. Di Lorenzo e compagni si riprendono il primo posto, aspettando Roma e Inter; i nerazzurri devono, invece, ripartire dalla prestazione del secondo tempo e da alcuni giocatori chiave come Scamacca, con il quale si è vertiginosamente alzata la pericolosità della squadra.
Verona vs Parma
La domenica inizia con la sfida dell’ora di pranzo tra Verona e Parma, entrambe alla ricerca di punti preziosi data la classifica. I padroni di casa partono forte: Orban da due passi sigla l’1-0, ma la rete viene annullata dopo overrule a causa di un’evidente posizione di offside proprio del nigeriano. I crociati rispondono colpo su colpo, e al 18’ arriva veramente il primo gol del match: rimessa lunghissima di Lautaro Valenti e spizzata di Pellegrino per Sorensen, che colpisce al volo e centra la traversa; il pallone resta però lì e l’attaccante argentino ribadisce in porta, tornando al gol dopo quasi due mesi. Ancora una volta, però, le situazioni pericolose derivano dalla lunga gittata di Valenti: l’ex Lanus ha quest’arma incredibile nel proprio bagaglio, potendo creare delle situazioni simili a calci d’angolo anche da posizione decisamente più arretrata e creando scompiglio in area avversaria. Nella ripresa i Ducali insistono alla ricerca del 2-0: Cutrone ha due buone chances, ma Montipò gli si frappone in entrambe le circostanze, negandogli la gioia personale. E, nel momento migliore del Parma, gli scaligeri trovano la rete del pari: Mosquera ruba palla a Mandela Keita e poi serve con la punta Giovane che, in maniera un po’ fortuita, insacca a seguito di una carambola con Lovik. A questo punto del match sia Verona che Parma non vogliono sbilanciarsi, perché subire un gol peserebbe tantissimo. Ma una folle leggerezza di Giovane cambia tutto: il brasiliano riceve un pallone aereo nel cerchio di centrocampo e tenta un retropassaggio di testa di circa 40 metri verso il proprio portiere: lì in agguato c’è Pellegrino che, come un rapace, mette fronte alla porta e scavalca Montipò con il cucchiaio, mandando in estasi il pubblico emiliano. Prima, fondamentale vittoria fuori casa per gli uomini di Cuesta, la seconda in questo campionato; si fa sempre più dura per la formazione di Zanetti, che scivola all’ultimo posto in classifica a pari merito con la Fiorentina.
Cremonese vs Roma
Alle 15 la Roma va a Cremona, con l’obiettivo di prendersi il primo posto in solitaria in attesa del derby di Milano. Dall’altra parte c’è, però, una delle sorprese di questa Serie A, la Cremonese di Davide Nicola, che crea un’occasione importante già in avvio: combinazione tra Bonazzoli e Vardy, con l’ex Leicester che serve un pallone perfetto per l’italiano, che impegna Svilar dopo un quarto d’ora. Ma la Roma è nel vivo del match, e infatti dopo soli 2 minuti trova il vantaggio: Koné serve Soulé al limite dell’area, con l’esterno argentino che si prepara la conclusione e poi trafigge Audero, che non può nulla sulla perla del 18 giallorosso. Il match resta combattutissimo, con tanti errori a centrocampo anche a causa di un’incredibile intensità: al 26’ Pellegrini fa 2-0 ma in fuorigioco, mentre al 30’ sono i grigiorossi a sfiorare il pari: grande azione della Cremo, con Floriani Mussolini che appoggia a rimorchio per Vandeputte, la cui conclusione è però centrale. Ciononostante, Svilar è incerto nell’occasione, respingendo la conclusione con l’aiuto del palo e anche un pizzico di fortuna. La Lupa cerca il doppio vantaggio per poter conservare energie importanti, ma Audero risponde da campione: Soulé appoggia a rimorchio per Pellegrini, con l’ex Samp che compie un’autentica prodezza. Nella ripresa cade il muro lombardo, al 64’: Wesley rientra sul destro e crossa dall’out mancino, con Audero che legge male la traiettoria ed esce a vuoto: Soulé si ritrova il pallone tra i piedi e lo appoggia ad El Shaarawy, che però scivola; allora l’argentino scarica stavolta su El Aynaoui, che di prima cede la responsabilità a Ferguson: l’irlandese classe 2004 è freddissimo, spiazza Audero e sigla la prima rete con i giallorossi. Passano solo 5 minuti e c’è gioia anche per Wesley: il terzino brasiliano riceve da El Shaarawy dopo una splendida azione e scavalca Audero con un tocco sotto, tornando al gol dopo quello decisivo alla prima giornata contro il Bologna. Nel finale, Folino trova la prima rete in assoluto nella massima serie italiana e rende il punteggio meno amaro. Continua a correre la Magica, che si prende la vetta della classifica. È incredibile il lavoro fatto finora dal Gasp, che al momento è capolista dopo 12 giornate e soprattutto con grandi difficoltà in fase realizzativa dei suoi attaccanti, che finora sono state sopperite specialmente dai trequartisti, su tutti Soulé; inoltre, la forza di questa squadra è la difesa, con solo 6 gol concessi e, dunque, una media di 0,5 gol subiti a partita.
Lazio vs Lecce
Alle 18 la Lazio affronta il Lecce. All’Olimpico partono meglio i salentini: dopo appena 6 minuti, Sottil si libera della marcatura di Isaksen e conclude, con il pallone che termina alle spalle di Provedel dopo la deviazione di Gila, che lo mette fuori causa. Tuttavia, il direttore di gara Arena annulla la rete per una sbracciata proprio del figlio d’arte sul danese, che considera fallosa e punibile. Effettivamente c’è un tocco da parte di Sottil, anche se è brutta la scenata dell’ex Midtjylland, che si mette le mani in volto nonostante il colpo sia all’altezza del petto. Però, come visto anche in questo caso, l’esagerazione non viene sanzionata in alcun modo e, anzi, la Lazio ne beneficia, con il gol che viene annullato: per evitare anche in futuro gesti come quello di Isaksen, l’unica possibilità è che vengano punite le simulazioni di questo tipo anziché premiate, in modo da disincentivare tali comportamenti. Dopo il pericolo percorso, pian piano l’Aquila alza i giri del motore, sfornando diverse opportunità: Falcone è miracoloso su Dia al 26’, respingendo con i piedi il buon tiro del senegalese. Ma, appena 3 minuti dopo, ecco il gol che sblocca il match: azione caparbia di Basic, che resiste di fisico a Renato Veiga e mette a rimorchio per Guendouzi, bravo a farsi trovare pronto e a infilare Falcone con una traiettoria sporca e molto insidiosa. Nella ripresa i capitolini rientrano con la voglia di chiudere i giochi, cercando fin da subito il +2. Ci va molto vicino Dia al 50’, che riconquista palla e batte Falcone, vedendosi però annullare la rete per una spinta ai danni di Tiago Gabriel. Diventano tantissime le chances biancocelesti, che aumentano sempre più con il passare dei minuti: al 56’ è provvidenziale Falcone, che allontana prima il colpo di testa di Marusic e poi la potente conclusione, peraltro deviata, di Isaksen, con uno splendido riflesso. L’occasione più grande arriva però a cavallo del 71’: Guendouzi viene servito al limite e calcia a giro, colpendo il palo; l’azione però continua e Isaksen mette in mezzo per Zaccagni, che in acrobazia colpisce nuovamente il legno, lo stesso del compagno francese. Sembra stregata la porta di Falcone, ma al 95’ ecco il 2-0: Noslin scappa alla retroguardia giallorossa e tira di prima intenzione, con l’estremo difensore leccese che respinge ma non può nulla sulla ribattuta dell’olandese, che torna a segnare in campionato 392 giorni dopo. Continua la striscia di imbattibilità casalinga per la Lazio, mentre il Lecce, mai stato veramente in partita tolto l’episodio iniziale, deve cercare di voltare subito pagina.
Inter vs Milan
La domenica termina con il derby di Milano, il primo da allenatore per Chivu e l’ottavo invece per Allegri, la cui ultima stracittadina milanese risale al 22 dicembre 2013, che si concluse con la sconfitta dei rossoneri negli ultimi minuti per la rete di Rodrigo Palacio. Partenza a razzo dei nerazzurri, che cercano di indirizzare immediatamente il big match: Thuram prende benissimo il tempo a Gabbia e in avvitamento gira di testa verso la porta, con Maignan che vola come un gatto e nega il vantaggio del Biscione dopo appena 4 minuti. È una sfida particolare anche nelle formazioni, con due squadre che giocano in modo speculare e per cui fin da subito si notano i duelli in mezzo al campo: gli esterni sono accoppiati così come i tre centrocampisti, mentre viene sempre lasciato un centrale libero di impostare. Al 27’ altra, gigantesca chance per la Beneamata: corner di Calhanoglu e incornata di Acerbi, che si stampa sul palo e salva il Milan. È praticamente solo a tinte nerazzurre la prima frazione di gara, soprattutto per quanto riguarda le occasioni: ancora un’opportunità, stavolta per Lautaro, che colpisce al volo da centro area, con Maignan che si supera nuovamente e sventa, grazie anche all’aiuto del palo. Agli sgoccioli del primo tempo si affaccia anche il Diavolo, con Pulisic che va alla conclusione dal limite: il pallone termina la propria corsa vicinissimo al palo, anche se Sommer sembrava sulla traiettoria. Nel secondo tempo cambia quasi subito il parziale: una ripartenza rossonera favorisce Saelemaekers, che carica il destro e va alla conclusione dalla distanza. Sommer parte un po’ in ritardo ma arriva ugualmente sul pallone, che però non riesce né a bloccare né a spingere via: sulla sfera si avventa Pulisic, che sigla la terza rete contro i nerazzurri. È un colpo durissimo per il Biscione, che dopo le tante occasioni avute subisce il gol dello 0-1 alla prima concessa. E infatti gli uomini di Chivu faticano a creare come nel primo tempo, anche se un episodio al minuto 69 è fondamentale per l’andamento della partita: Thuram si libera dalla marcatura di Pavlovic e mette in mezzo, con il pallone che però è impreciso; ciononostante la sfera rimane in campo e l’attaccante francese resta dolorante a terra. Dopo pochi minuti, Sozza viene richiamato al monitor per il contatto tra Pavlovic e Thuram: effettivamente, il difensore serbo commette il più classico degli step on foot, cioè quell’intervento che in gergo viene definito “pestone”. Il direttore di gara rivede più volte le immagini e le diverse inquadrature, decidendo poi di assegnare il calcio di rigore: dal dischetto si presenta l’ex Calhanoglu, che si fa ipnotizzare da Maignan, sbagliando il secondo rigore su trenta calciati da quando è in Italia. Potrebbe essere questa una sliding doors del campionato: l’altro errore del turco risale allo scorso anno, con il palo colpito contro il Napoli, peraltro sempre a San Siro e sempre nella stessa porta. Ricordiamo tutti quale sia stato poi l’esito della stagione, con i partenopei vittoriosi con un punto di vantaggio a fine anno e con l’errore del 20 nerazzurro che risultò pesantissimo. Magari questa Serie A sarà completamente diversa, restano tuttavia i parallelismi con ciò che si è verificato appena un anno fa. Per quanto riguarda invece i rossoneri, il piano tattico di Allegri si è dimostrato vincente: aspettare l’Inter e cercare di colpirla in contropiede. È un po’ ciò che è successo anche contro la Roma solo tre settimane fa, con i giallorossi che hanno fatto inizialmente la partita ma sono stati colpiti alla prima ripartenza, sbagliando peraltro anche in quel caso un calcio di rigore negli ultimi minuti.
Chiudono la giornata le sfide Torino-Como, in cui i lariani potrebbero scavalcare la Juventus al sesto posto in caso di vittoria, e Sassuolo-Pisa, con i padroni di casa che cercano un successo casalingo distante ormai quasi due mesi e con le Torri ancora alla ricerca di una vittoria lontana dalle mura amiche.

