Il Giulianova si ferma sui legni
Palo e traversa salvano il Taranto, poi l’assalto giallorosso si spegne
GIULIANOVA. Da mangiarsi le mani, da non dormirci la notte. È dura accettare il pareggio quando rendi praticamente inoffensivo l’avversario, vai in almeno quattro occasioni vicinissimo al gol e, per due volte, la palla non entra per questione di centimetri, sbattendo sui legni.
Il punticino che il Giulianova raccoglie contro il Taranto è dunque poco, dannatamente poco per una squadra che ha assoluto bisogno di vincere in casa per dare una sterzata al suo campionato, e che invece sta lentamente scivolando verso i play out. Si potrebbe vedere il bicchiere mezzo pieno sostenendo che un Giulianova così non potrà che riavere presto dalla sorte quanto gli è stato tolto ieri. In realtà, se si guarda oltre il puro succedersi gli episodi e si scava tra le pieghe della partita, si colgono altri segnali inquietanti.
Uno è la cronica difficoltà a far gol dei giallorossi, che si manifesta anche quando l’andamento del gioco è favorevole. Il motivo? Presto detto. Gli attaccanti giallorossi hanno grandi qualità, ma non uno spiccato senso della rete. Inoltre qualche gol dai centrocampisti è difficile aspettarselo, visto che l’ottimo tiratore Del Grande è stato emarginato e gli altri (escluso Croce, che però non è in un bel momento) non hanno caratteristiche offensive.
Un altro brutto segnale viene dall’ultima mezz’ora di partita: dopo la traversa di Carbonaro (il secondo legno pieno colpito nel giro di undici minuti) il Giulianova si è spento. Non ha avuto la forza, mentale più che fisica, di insistere. È diventato inoffensivo, ha lasciato al Taranto la possibilità di uscire dal bunker e addirittura di attaccare, nel finale, per cercare la vittoria.
In questo arrendersi anticipato, in questa incapacità di andare fino in fondo, c’è l’inevitabile prezzo che il Giulianova paga alla iper-gioventù della sua rosa. Ma forse, nell’occasione, anche Bitetto - di solito inappuntabile - ci ha messo del suo. Ha messo dentro forze fresche troppo tardi e ha scelto di insistere sul modulo iniziale anche quando non funzionava più.
Una scelta azzeccata di Bitetto, invece, è stata quella iniziale: riproporre le tre punte, optando però per il 3-4-3 e non tornando al 4-3-3. Fuori Carratta e dentro Carbonaro, ultimamente sacrificato con il 3-5-2. L’ala destra ha voluto dimostrare al mondo che il suo accantonamento era ingiusto e ha sfoggiato una prestazione superba. Alla fine, tra attaccanti e centrocampisti, è stato di gran lunga il più incisivo.
Non brillante, nel complesso, il Giulianova, complici il campo (in miglioramento, ma ancora brutto) e un avversario che in mediana ricorreva al fallo sistematico; ma positivo, quadrato, estremamente solido, tanto da concedere al Taranto una sola occasione degna di questo nome, e capace - almeno fino al quarto d’ora della ripresa - di ripartire bene negli spazi. Il piano di Bitetto non era dominare il Taranto, ma contenerlo e infilarlo. Per due terzi di partita è riuscito, ma è mancato il gol che avrebbe reso piena questa riuscita. Poi il Giulianova si è fermato sui legni e il suo condottiero, stavolta, non ha saputo rimetterlo in pista.
IL TABELLINO
GIULIANOVA: 0 - TARANTO: 0
GIULIANOVA (3-4-3): Gasparri; Donato, Garaffoni, Vinetot; Lieti (43’ st Pucello), Censori, Croce, Migliore; Carbonaro, Melchiorri (43’ st Schneider), Campagnacci (34’ st Maritato). A disposizione: Buono, Faragalli, Dezi, Carratta. Allenatore: Bitetto.
TARANTO (4-4-2): Bremec; Calori, Migliaccio, Prosperi, Bolzan; Cuneaz (16’ st Russo), Coppola, Giorgino (32’ st Quadri), Scarpa; Ferraro (32’ st Innocenti), Corona. A disposizione: Barasso, Colombini, Panarelli, Taulo Ville. Allenatore: Dellisanti.
ARBITRO: Del Giovane di Albano Laziale.
NOTE: terreno sconnesso. Spettatori 2.403 di cui 1.193 paganti (circa 700 tarantini) e 1.210 abbonati, incasso 17.310 euro. Ammoniti Melchiorri (G), Bolzan, Coppola e Ferraro (T). Angoli 4-4. Recupero 3’ e 4’.
Il punticino che il Giulianova raccoglie contro il Taranto è dunque poco, dannatamente poco per una squadra che ha assoluto bisogno di vincere in casa per dare una sterzata al suo campionato, e che invece sta lentamente scivolando verso i play out. Si potrebbe vedere il bicchiere mezzo pieno sostenendo che un Giulianova così non potrà che riavere presto dalla sorte quanto gli è stato tolto ieri. In realtà, se si guarda oltre il puro succedersi gli episodi e si scava tra le pieghe della partita, si colgono altri segnali inquietanti.
Uno è la cronica difficoltà a far gol dei giallorossi, che si manifesta anche quando l’andamento del gioco è favorevole. Il motivo? Presto detto. Gli attaccanti giallorossi hanno grandi qualità, ma non uno spiccato senso della rete. Inoltre qualche gol dai centrocampisti è difficile aspettarselo, visto che l’ottimo tiratore Del Grande è stato emarginato e gli altri (escluso Croce, che però non è in un bel momento) non hanno caratteristiche offensive.
Un altro brutto segnale viene dall’ultima mezz’ora di partita: dopo la traversa di Carbonaro (il secondo legno pieno colpito nel giro di undici minuti) il Giulianova si è spento. Non ha avuto la forza, mentale più che fisica, di insistere. È diventato inoffensivo, ha lasciato al Taranto la possibilità di uscire dal bunker e addirittura di attaccare, nel finale, per cercare la vittoria.
In questo arrendersi anticipato, in questa incapacità di andare fino in fondo, c’è l’inevitabile prezzo che il Giulianova paga alla iper-gioventù della sua rosa. Ma forse, nell’occasione, anche Bitetto - di solito inappuntabile - ci ha messo del suo. Ha messo dentro forze fresche troppo tardi e ha scelto di insistere sul modulo iniziale anche quando non funzionava più.
Una scelta azzeccata di Bitetto, invece, è stata quella iniziale: riproporre le tre punte, optando però per il 3-4-3 e non tornando al 4-3-3. Fuori Carratta e dentro Carbonaro, ultimamente sacrificato con il 3-5-2. L’ala destra ha voluto dimostrare al mondo che il suo accantonamento era ingiusto e ha sfoggiato una prestazione superba. Alla fine, tra attaccanti e centrocampisti, è stato di gran lunga il più incisivo.
Non brillante, nel complesso, il Giulianova, complici il campo (in miglioramento, ma ancora brutto) e un avversario che in mediana ricorreva al fallo sistematico; ma positivo, quadrato, estremamente solido, tanto da concedere al Taranto una sola occasione degna di questo nome, e capace - almeno fino al quarto d’ora della ripresa - di ripartire bene negli spazi. Il piano di Bitetto non era dominare il Taranto, ma contenerlo e infilarlo. Per due terzi di partita è riuscito, ma è mancato il gol che avrebbe reso piena questa riuscita. Poi il Giulianova si è fermato sui legni e il suo condottiero, stavolta, non ha saputo rimetterlo in pista.
IL TABELLINO
GIULIANOVA: 0 - TARANTO: 0
GIULIANOVA (3-4-3): Gasparri; Donato, Garaffoni, Vinetot; Lieti (43’ st Pucello), Censori, Croce, Migliore; Carbonaro, Melchiorri (43’ st Schneider), Campagnacci (34’ st Maritato). A disposizione: Buono, Faragalli, Dezi, Carratta. Allenatore: Bitetto.
TARANTO (4-4-2): Bremec; Calori, Migliaccio, Prosperi, Bolzan; Cuneaz (16’ st Russo), Coppola, Giorgino (32’ st Quadri), Scarpa; Ferraro (32’ st Innocenti), Corona. A disposizione: Barasso, Colombini, Panarelli, Taulo Ville. Allenatore: Dellisanti.
ARBITRO: Del Giovane di Albano Laziale.
NOTE: terreno sconnesso. Spettatori 2.403 di cui 1.193 paganti (circa 700 tarantini) e 1.210 abbonati, incasso 17.310 euro. Ammoniti Melchiorri (G), Bolzan, Coppola e Ferraro (T). Angoli 4-4. Recupero 3’ e 4’.