Il gol di Ganci vale il secondo posto

1 Febbraio 2010

Un lampo dell’attaccante decide il derby ben giocato dai giallorossi.

PESCARA. Un lampo, una giocata da grande attaccante. Eccola qui la differenza tra il Pescara e il Giulianova. Derby dell’Adriatico griffato da Massimo Ganci capace, con quella girata al 30’ della ripresa di destro, di dare un senso a un pomeriggio di noia e di freddo.
Il Pescara è salito al secondo posto in classifica grazie alla seconda vittoria di fila. Ha scavalcato la Reggiana, sconfitta a Cava, ed è rimasto in scia della capolista Verona, ancora a quattro lunghezze dopo il colpaccio di Terni.

Ma c’è poco da salvare nella prestazione dei biancazzurri, a parte i tre punti. Della gestione Di Francesco (zero gol subiti in tre gare), forse, è stata la prova più deludente. Portieri inoperosi, derby brutto. Appena un tiro indirizzato nella porta del Giulianova, quello decisivo. Ai demeriti del Pescara vanno abbinati i meriti dei giallorossi, tatticamente inappuntabili. Hanno imbrigliato i padroni di casa, bloccando le fasce. Il 5-3-2 di Bitetto ha messo la museruola al solito 4-2-3-1 di Di Francesco con una facilità disarmante. Ma a decidere le partite sono i giocatori, non bastano le strategie degli allenatori. E così il derby può essere fotografato anche con due immagini significative: l’occasionissima fallita dal giallorosso Andrea Censori, all’inizio della ripresa, e la prodezza di Massimo Ganci a un quarto d’ora dalla fine.

Sì, perché l’essenza del derby è tutta qui. Il resto è noia. Il resto è un Pescara che cerca di ruminare gioco e non ci riesce. E’ lento nella circolazione della palla. Non tira mai dalla distanza e non trova sbocchi alla manovra. Non incide sulle fasce. Però, ci crede e insiste fino alla fine.
Non molla la presa. E tanta ostinazione viene ricambiata dal primo successo casalingo dell’anno.
Il Giulianova va a nozze per lunghi tratti. Accarezza il sogno di uscire dal campo imbattuto. Non va mai in affanno. Per 75’ è capace, addirittura, di non far tirare mai in porta gli avversari. Difesa a tre bloccata e due esterni che difendono e attaccano. Poi, un signor Carrata in mezzo al campo a dirigere le operazioni. Censori e Del Grande mezze ali di sostanza. Manca l’attacco.

Sì, perché mai il Giulianova regala la sensazione di poter fare del male. Non c’è il centravanti Federico Melchiorri, infortunato, oltre allo squalificato Croce. E lì davanti ci sono Campagnacci (alle prese con problemi fisici) e Carbonaro che giocano più che altro spalle alla porta. Non danno filo da torcere a Olivi e compagni. Raramente riescono a far salire la squadra. Ma a Bitetto sta bene il punto, il massimo per come è messo. Sarebbe meritato se non ci fosse di mezzo quel lampo di Ganci a riscaldare 8.500 spettatori infreddoliti nel pomeriggio polare dell’Adriatico-Cornacchia.

Resta la buona prestazione dei giallorossi usciti a testa alta dal campo. Giovani e organizzati, certo. Ma di fronte alla girata di Ganci si sono dovuti inchinare. Ha vinto la giocata del singolo capace di spezzare la resistenza di una squadra (scivolata in zona play out) tanto operaia quanto diligente.
Al Giulianova va l’onore delle armi, al Pescara i tre punti in palio. Fanno sette in tre partite per Eusebio Di Francesco: tre gol segnati e zero subiti. Un buon viatico per la doppia trasferta di Andria e di Terni. Squadra compatta e solida quella biancazzurra nella speranza che, dopo la chiusura del mercato, riesca a crescere sul piano del gioco. Un passaggio imprescindibile per cercare di lottare fino alla fine per la promozione diretta in B.