Il Lanciano affonda sotto i colpi del Cagliari

Gara deludente: contro la corazzata sarda arriva la prima sconfitta interna
LANCIANO. Se la Virtus Lanciano è questa, ha meno possibilità di salvarsi di una goccia di rugiada all’inferno. Per affondare la corazzata Cagliari serviva una prova gagliarda e cattiva, ma quella vista al Biondi è stata tutt’altro rispetto alla squadra aggressiva e determinata che aveva chiesto D’Aversa alla vigilia.
Poca corsa e poca grinta hanno determinato un risultato che è apparso scontato fin dalle prime battute, con gli ospiti che escono dal Biondi con i tre punti senza faticare più di tanto. Perdere ci poteva stare, eccome, contro una formazione costruita per stravincere il campionato, ma l’arrendevolezza e l’assenza di cattiveria agonistica hanno lasciato spiazzato chi si aspettava almeno una prova con il coltello tra i denti. La Virtus perde così l’imbattibilità interna e forse anche qualche certezza su quello spirito sul quale s’era puntato in passato per conservare la categoria.
Le premesse non erano delle migliori. D’Aversa non ha troppe alternative, e l’unica scelta più o meno tecnica è Di Francesco preferito dal 1’ a Marilungo, non al meglio. A livello tattico la Virtus sembra più simile a quella che l’allenatore metteva in campo prima di optare per il cosiddetto albero di Natale: 4-3-3 con ali larghe in fase di attacco; 4-4-2 in fase di non possesso, con Piccolo che resta avanzato a fare compagnia a Padovan.
Dall’altro lato Rastelli invece opta per un turn over più marcato del previsto, in particolare per la coppia d’attacco: ci sono Cerri e Giannetti e non Sau e Melchiorri. La partita comincia al piccolo trotto e i ritmi si mantengono bassi. Il gioco cadenzato favorisce il Cagliari, che ha maggiore qualità nel palleggio e tasso tecnico più alto. Pur senza affannarsi gli ospiti fanno male con facilità e passano quasi alla prima vera azione, che segue a un paio di scaramucce che evidenziano i limiti di una difesa non inappuntabile: cross di Farias dalla destra e sforbiciata bellissima di Tello, lasciato però fin troppo libero. I sardi, come è giusto che sia, avanti di un gol addormentano la partita, e dall’altro lato non si vede certo una Virtus arrembante.
L’undici di D’Aversa pure tenta la via del fraseggio, che però non paga. La reazione dei frentani è tutta in un paio di punizioni calciate in area, ma che arrivano a malapena a creare qualche accenno di preoccupazione ai sardi. Il raddoppio arriva quasi naturale: il Cagliari affonda la difesa rossonera come un coltello nel burro, e sugli sviluppi di un calcio d’angolo Balzano mette sulla testa di Salamon il pallone del 2-0. Neanche stavolta i padroni di casa si gettano all’arrembaggio per metterci una pezza prima del riposo, e l’inerzia della gara prosegue con la Virtus che non trova spazi e il Cagliari che controlla.
Il cambio obbligato di Lanini per Vastola, con Di Francesco che retrocede sulla mediana e il nuovo entrato che si posiziona avanti, non sposta granché. Rossoneri col coltello tra i denti dopo il riposo? Macché: due giri di lancette e Cerri sfiora il tris. Dopo un altro quarto d’ora di gioco blando e partita poco spettacolare, tocca ancora a Piccolo riaccendere la Virtus, o almeno a provarci. Stavolta il numero 10 rossonero la mette dentro su punizione (bello comunque lo schema) e per qualche minuto la Virtus dà l’impressione di poter gettare il cuore oltre l’ostacolo; ma è un fuoco di paglia. Alla squadra di Rastelli basta poco per rimettere in cassaforte i tre punti: Farias sforna il secondo assist, stavolta per l’ex Cerri.
D’Aversa getta nella mischia Turchi, ma cambia poco: la Virtus non dà mai l’impressione di essere in grado di raddrizzare la partita. La zona salvezza si allontana, come pure la possibilità di girare alla fine d’andata con un bottino che non renda indispensabile un ritorno a ritmi vertiginosi.
Andrea Rapino
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