«Il Pescara sarà la sorpresa del torneo» 

PESCARA. Società, squadra, obiettivi, mercato e tifosi. A due settimane circa dal via al campionato, il presidente Daniele Sebastiani fa il punto generale sul Pescara con il Centro, facendo emergere...

PESCARA. Società, squadra, obiettivi, mercato e tifosi. A due settimane circa dal via al campionato, il presidente Daniele Sebastiani fa il punto generale sul Pescara con il Centro, facendo emergere le criticità del momento storico del club, ma rilanciandone le ambizioni. Il terzo anno di C è alle porte, ma il numero uno biancazzurro non è tipo che si butta giù facilmente. Anzi, è pronto a rimettersi in gioco. Con Zeman, e la sua banda di giovani emergenti, per stupire tutti.
Inizia un’altra stagione, e ancora una volta lei è solo al comando. È così difficile rinforzare la base societaria del Pescara?
«Non abbiamo l’appeal economico e finanziario dei grandi centri che attraggono investitori. In città come la nostra è difficile trovare persone interessate. Gli imprenditori locali vogliono vivere sereni e tranquilli, evitando di finire nel mirino della critica. Chi fa calcio a questi livelli, come noi, oggi va considerato un eroe».
Ci saranno novità al riguardo nell’immediato futuro?
«Qualcosa c’è. A fine mese riprenderò qualche ragionamento che avevo messo in stand by…».
Pochi mesi fa quella maledetta semifinale persa ai rigori contro il Foggia.
«Potevamo arrivare in fondo. Nelle due partite contro il Foggia siamo stati sempre in vantaggio. Anche ai rigori siamo andati avanti. Evidentemente doveva andare così».
I cervellotici play off di C non sono cambiati, nonostante tante società siano contrarie alla formula attuale.
«In Italia la parola riforma va avanti da dieci anni, ma abbiamo tempi biblici. Mi auguro che qualcosa inizi a muoversi. Nelle prossime riunioni vogliamo affrontare il problema. Ci vuole volontà politica per fare delle riforme, se si vuole accontentare sempre tutti per tenersi strette le poltrone, diventa difficile. Bisogna creare un calcio sostenibile. È il momento di farlo perché prima fallivano solo i club di C, ora scricchiolano anche quelli di B… guardate Samp e Genoa, salve per un pelo».
La serie B le manca?
«Sicuramente, abbiamo le infrastrutture e i mezzi per starci. Speriamo nell’arrivo di Sky per valorizzare di più la serie C, ma la B è la B. Ed è la categoria più consona al Pescara».
Si riparte da Zeman e dai giovani.
«È la nostra politica. Considerando i numeri, a Pescara non puoi fare cose diverse. Abbiamo sbagliato qualche anno fa a snaturarci sul mercato, altrimenti saremmo ancora dove ci compete».
Pescara nel girone B con Perugia, Cesena, Spal, Entella, Ancona e altre avversarie insidiose.
«Un campionato di squadre forti, diverse possono ambire alla promozione. Sarà il girone B più duro degli ultimi anni. La Spal ha fatto mercato, il Perugia è una piazza importante: ho grande stima per Santopadre, ma deve fare i conti con la realtà, come noi. Cesena con diecimila spettatori a partita, ha una base economica diversa. Occhio a Gubbio e Carrarese, davvero due buone squadre».
La favorita per la promozione?
«Sulla carta la Spal, se non cambia la rosa attuale. Poi Cesena ed Entella, e anche l’Ancona. Sarà un torneo livellato».
La sorpresa?
«Speriamo sia il Pescara. Abbiamo tanti giovani bravi. Ma vanno aspettati. L’obiettivo primario è fare buon campionato. Spero di vedere una squadra che si giochi le prime posizioni: per la qualità che abbiamo, possiamo provarci».
Dei tanti giovani promettenti arrivati in biancazzurro, su chi scommetterebbe?
«Mi piacciono tutti, sono contento. Servirà solo pazienza. Se al primo errore arrivano fischi, abbiamo già perso. Le qualità di questi ragazzi verranno fuori».
Al mercato che giudizio dà? «Più che sufficiente. Abbiamo fatto quello che potevamo permetterci. Un bel mercato per le nostre possibilità».
Cosa manca per completare la rosa?
«Una mezzala, la prenderemo anche se non dovesse uscire nessuno nel reparto. Se dovesse partire qualcuno, ci muoveremmo per sostituirlo. In caso di cessione di un attaccante tra Vergani e Cuppone, Spalluto è uno di quelli che ci piacerebbe».
Un pensiero sui tifosi: dai ventimila della sfida contro il Foggia ai mille abbonati di oggi. È questa la realtà di Pescara? Un manipolo di fedelissimi e decine di migliaia di “occasionali”?
«Lo dimostrano i numeri. Io non ho mai chiesto nulla a nessuno, la società deve basarsi sulle sue forze. Ma quando sento dire “noi siamo Pescara”, lasciamo perdere... Quest’anno sul mercato ne abbiamo tenuto conto: siamo questi, inutile sobbarcarci di costi folli con un seguito del genere nonostante i prezzi popolari degli abbonamenti. Ringraziamo quelli che ci sono sempre, ma ricordo a tutti che certi numeri li vedono anche gli addetti ai lavori, e magari ci sono giocatori che preferiscono andare a Catania, Cesena o Vicenza, a parità di condizioni, per giocare in stadi pieni e davanti a migliaia di tifosi tutte le domeniche…».
Orlando D’Angelo
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