Lanciano, l’ultima fermata è Salerno

Domani si decide la sorte della Virtus, se retrocede i Maio potrebbero lasciare. Rientrano Di Francesco e Giandonato

LANCIANO. Novanta minuti per tenere accesa una flebile speranza. Certo, oggettivamente all’Arechi nella gara di ritorno di domani sera dei play out il Lanciano dovrebbe risorgere dalle ceneri in cui è sprofondato, come un’araba fenice e fare la partita del secolo per vincere con 4 gol di scarto e salvare la serie B. Che in cassaforte in realtà c’era, visto che sul campo di punti la squadra ne ha fatti 48.

Poi le vicende giudiziarie dovute a una società che ha pagato in ritardo i contribuiti ai giocatori e ai dipendenti ha buttato la squadra nel pantano dei play out.

Già la società. Che faranno i Maio se la squadra dovesse retrocedere in Lega Pro? Resteranno al timone di una società, presa dal fallimento nel 2008, che volevano vendere a dicembre, che a febbraio hanno mantenuto per «una scelta di cuore», e anche di portafoglio, visto che Stefano Bisogno non pare avesse la liquidità necessaria per pagare? Certo è che vendere una squadra di Lega Pro è più difficile che vendere una di B, ma l’ipotesi vendita resta, visto che i Maio non hanno mai chiuso la porta a nuovi investitori, nuovi proprietari, perché di collaborazione non ne hanno mai parlato. O tutto o niente. Dopo la gara di Salerno si parlerà del futuro. Con un ds, Luca Leone, che è diretto a Pescara, rinunciando a un anno di contratto; un parco giocatori che vede, come gioiello, economicamente parlando, Federico Di Francesco (circa 1,5 milioni di euro); con un bilancio che soffrirebbe per i mancati introiti della B. Non sarà facile andare avanti. Ma c’è ancora una partita da affrontare, molto difficile.

«A Salerno non andremo a fare una passeggiata, ma le speranze di salvezza sono ridotte al lumicino», è stato il commento del tecnico Primo Maragliulo, dopo l’inqualificabile partita dei suoi contro la Salernitana sabato al Biondi. «Se avessimo perso 2-1 c’erano margini per una ripresa», aveva spiegato il mister, che si è addossato le colpe della sconfitta, «ma con 4 gol sarà dura. Certo, andremo a Salerno per provare a vincere, dando tutto quello che abbiamo».

Il tecnico recupera Di Francesco e Giandonato, squalificati sabato nella gara di andata. Non ci sarà ancora Nicola Ferrari, che sconta la seconda delle due giornate di squalifica inflitte dal giudice sportivo. Non ci sarà Vastola: per lui «elongazione al flessore della gamba sinistra». In pratica un leggero stiramento, che si è procurato al primo affondo sabato. Un dolore che lo ha costretto a lasciare il campo dopo 7’. Ieri ha svolto lavoro di scarico Marilungo, l’unico, assieme a Cragno, che ha provato a tenere a galla la squadra, che non riusciva a stare dietro a un avversario che l’ha surclassata sul piano fisico, atletico, tattico e, soprattutto, mentale. Non c’era traccia del Lanciano grintoso, che correva più degli altri. Una squadra molle, in bambola. A Salerno? All’Arechi sarà una bolgia e solo chi ha carattere può riuscire a stare in campo. Sono 11.000 i tagliandi staccati fino a ieri, e si punta a toccare quota 20.000. Da Lanciano 4 i bus allestiti dai Lancianesi e dall’Anxa 97.

Teresa Di Rocco

©RIPRODUZIONE RISERVATA