Lautaro trascinatore Coppa Italia all’Inter 

La Fiorentina subito in rete, poi la doppietta dell’argentino

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FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano 6; Dodo 6 (37’st Terzic sv), Milenkovic 5, Quarta 5.5 (25’st Ranieri 6), Biraghi 6; Amrabat 6 (25’st Jovic 5.5), Bonaventura 6.5; Gonzalez 7, Castrovilli 5.5 (15’st Mandragora 6), Ikone 6.5 (15’st Sottil 5.5), Cabral 5. A disp: Cerofolini, Vannucchi, Saponara, Venuti, Duncan, Bianco, Barak, Brekalo, Igor, Kouame. Allenatore: Italiano.

INTER (3-5-2): Handanovic 6.5; Darmian 6, Acerbi 6.5, Bastoni 5.5 (13’st De Vrij 6.5); Dumfries 6, Barella 7, Brozovic 6.5, Calhanoglu 6.5 (38’st Gagliardini sv), Dimarco 5.5 (23’st Gosens 6); Dzeko 5.5 (13’st Lukaku 6.5), Lautaro Martinez 7.5 (38’st Correa sv). A disp: Cordaz, Onana, Bellanova, Asllani, Mkhitaryan, D’Ambrosio, Skriniar, Akinsanmiro, Stankovic. Allenatore: Inzaghi S.

Arbitro: Irrati di Pistoia.
Reti: 3’pt Gonzalez, 29’pt, 37’pt Lautaro Martinez.
Note: ammoniti Bastoni, Quarta, Nico Gonzalez. Angoli 8-4. Spettatori 73.261.
ROMA
Sotto il segno del Toro argentino, l'Inter vince la sua nona Coppa Italia, la seconda consecutiva, battendo la Fiorentina 2-1 nella finale all'Olimpico. A Roma come a Riad, la banda di Simone Inzaghi si conferma specialista nelle gare secche e dopo aver intascato la Supercoppa a gennaio, ha difeso con successo il trofeo strappato alla Juventus lo scorso anno. Una vittoria che è un formidabile stimolo di fiducia in vista della sfida al Manchester City nella finale di Champions, quando però servirà alzare un bel po’ il livello della prestazione. Come aveva detto Italiano, i viola avevano una montagna alta da scalare, ma fino alla fine hanno fatto il possibile per riportare la Coppa a Firenze dopo 22 anni, rinviando ora l'appuntamento alla finale di Conference del 7 giugno. Inzaghi ha potuto schierare la formazione tipo, con Handanovic al posto di Onana e Dzeko preferito a Lukaku al fianco di Lautaro. Pur sempre positivo, il bosniaco è rimasto nell'ombra del compagno, mentre la difesa a tre ha un po’ sofferto e anche l'avvio incerto di Barella ha pesato all'inizio sul gioco nerazzurro. Merito, però, anche dei viola, con un Bonaventura molto attivo nel tridente con Ikonè e Gonzalez che giostrava alle spalle della punta Cabral. «Per noi» chiedeva la curva viola nella sua spettacolare coreografia e la squadra l'ha subito accontentata, trovando il vantaggio già al 3' con Nico Gonzalez, lasciato libero sulla destra dai distratti difensori nerazzurri su un traversone di Ikonè. Era bella la Fiorentina, aggressiva e concentrata e l'Inter l'ha subita, rischiando di subire il raddoppio su tiri di Bonaventura e Amrabat e combinando poco in avanti, con fraseggi incerti e vari errori di misura. Il silenzio della Nord interista, protesta contro la politica dei biglietti per Istanbul, è durata meno di quanto annunciato e ha dato la carica alla squadra, che ha alzato il baricentro e aumentato il ritmo. Dzeko al 23' si è trovato solo davanti a Terracciano ma ha mancato la porta; errore che al 29' non ha commesso Lautaro. È stato il centesimo gol in nerazzurro per il Toro che ha reso la vita difficile ai viola, colpevoli di aver spesso lasciato varchi invitanti. Troppi per le doti dell'attaccante nerazzurro, puntuale a raccogliere al volo un invito di Barella per il raddoppio al 37', che ha lasciato i nerazzurri padroni del campo fino all'intervallo. La Fiorentina ha ripreso con la voglia di inizio primo, ma l'unico pericolo per Handanovic è stato un colpo di testa di Cabral su cross di Biraghi. Inzaghè è stato il primo a cambiare qualcosa, inserendo Lukaku e De Vrij al posto di Bastoni, mentre Italiano ha fatto entrare Sottil e Mandragora per Ikonè e un Castrovilli non brillante, quindi Jovic al posto di Amrabat per avere più peso in avanti alla ricerca del pari. Handanovic ha respinto un tiro pericoloso di Gonzalez, mentre l'Inter si appoggiava a Lukaku creare occasioni pericolose. Le migliori sono state però per i viola, con Jovic che di testa ha messo a lato un pallone impossibile da sbagliare, di fatto consegnando la coppa ai nerazzurri. Marotta ha confermato Inzaghi in panchina a prescindere dai risultati, che peraltro continuano ad arrivare. L'ex attaccante, alla guida di Lazio e Inter, ha disputato finora otto finali tra Coppa Italia e Supercoppa, collezionando ben sette successi. E ora si andrà a Istanbul contro il Manchester City, neo campione della Premier League, che ieri ha pareggiato 1-1 nel recupero con il Brighton.
Riccardo Rossi