Legrottaglie rivitalizza il Pescara 

Il tecnico dà anima e gioco ai biancazzurri che infliggono il primo ko interno al Pordenone

Era tanta la voglia di tenersi stretto Nicola Legrottaglie e di cancellare il recente passato, che il Pescara ha sfoderato una delle migliori prestazioni stagionali corroborata da un successo convincente, a Udine, sul campo della seconda forza della serie B. Buona la prima di Legrottaglie, il tecnico che ha preso il posto del dimissionario (o dimissionato?) Luciano Zauri. Resterà lui sulla panchina dei biancazzurri nella speranza che quanto visto alla Dacia Arena non sia solo un fuoco di paglia. È bastata una settimana di lavoro con quello che era il tecnico della Primavera per cambiare volto al Delfino. Passivo e impacciato nelle ultime esibizioni con Zauri; propositivo, aggressivo, spigliato e bello a vedersi con Legrottaglie. Nel primo tempo ha seminato e all’inizio della ripresa è passato a raccogliere i frutti di un dominio pressoché totale. Probabilmente la gestione Zauri aveva creato una cappa attorno alla squadra che non le permetteva di esprimersi al massimo. Tre le novità sostanziali proposte da Legrottaglie: Bettella e Del Grosso in formazione e il modulo, un 3-5-1-1 con Galano dietro il centravanti Maniero e con Machìn mezzala in fase difensiva libero di attaccare quando la squadra entrava in possesso del pallone. Che sarebbe stato un pomeriggio di svolta si è capito subito: da come il Delfino ha approcciato con autorità la partita, senza alcun timore reverenziale. Possesso palla, gli esterni Zappa e Del Grosso sempre all’attacco, i tre difensori alti e pronti all’anticipo e, soprattutto, un’intensità nel gioco che non si era mai vista prima. E poi fraseggio di buona fattura tecnica, abilità nel recuperare subito il pallone e una continuità di gioco che ha messo alle corde il Pordenone, alla prima sconfitta interna stagionale. Tanto Pescara, a tal punto che il dubbio verso la fine della prima frazione era legato alla tenuta atletica. E, invece, nel giro di un quarto d’ora, nella ripresa, ecco l’uno-due che ha regalato il quarto successo esterno, il primo del girone di ritorno. Prima il gol di Zappa, su assist al bacio di Maniero, al 6’ e poi il colpo di testa di Galano lasciato solo su angolo di Memushaj al 13’.
Nel mezzo le tre sostituzioni di Tesser tese a rivitalizzare un 4-3-1-2 sterilizzato dall’atteggiamento della squadra di Legrottaglie. Che nel secondo tempo ha colpito anche due legni: il primo di Galano, all’11’, sullo 0-1 e il secondo di Machìn, sullo 0-2, al 26’.
Anche con il doppio vantaggio e l’inserimento di Crecco per Maniero, al 23’, il Pescara non si è mai schiacciato nella propria metà campo, soprattutto non ha mai rinunciato a offendere. E sono state più le occasioni in cui il Pescara ha sfiorato lo 0-3 rispetto a quelle pericolose dei ramarri (bravo Fiorillo su punizione di Almici al 41’ e traversa di Barison al 42’) costretti a mordere il freno dopo il 2-2 di Frosinone. Detto che anche in questa occasione Galano e Machìn hanno confermato di possedere un passo diverso dalla media dei giocatori in campo, va rimarcato come il Pescara abbia giocato bene di squadra. La forza del collettivo è stata di gran lunga preminente rispetto alle prodezze dei singoli. Come abbia fatto Legrottaglie a dare un’anima e un gioco al Delfino nel giro di pochi giorni resta un mistero, sta di fatto che la prestazione di Udine testimonia quanto logoro fosse il rapporto tra la squadra e Luciano Zauri. Talmente usurato che i biancazzurri sono apparsi rivitalizzati. I prossimi risultati saranno più chiari e confermeranno se, come sembra, quella di Zauri sia stata una scommessa persa del presidente Sebastiani. Adesso, però, c’è la possibilità di aprire una nuova pagina e l’avvio di Legrottaglie è stato eccellente. Se è stato un caso o l’inizio di un bel cammino lo si capirà già contro il Cosenza, nel posticipo casalingo di lunedì 3 febbraio.
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