Mammarella l’intramontabile: il Delfino si salverà 

A 39 anni il terzino pescarese promosso in B con la Ternana: «L’età è solo un numero, vorrei continuare»

PESCARA. A giugno soffierà su 39 candeline, ma non smette di giocare e vincere. Carlo Mammarella, terzino pescarese della Ternana, si gode la sua terza promozione in serie B. Con gli umbri ha stravinto il campionato con 4 giornate d’anticipo e adesso si gode la festa, ma al Centro parla anche del Pescara, il club che lo ha lanciato nel grande calcio, e della corsa salvezza.
Mammarella, dopo quelle con Salernitana e Lanciano è arrivata la terza promozione in serie B. A quasi 39 anni non smette di vincere.
«L’età è solo un numero (ride, ndr). Questa promozione sicuramente ha un sapore diverso per tanti motivi. Il primo perché abbiamo vinto nella stagione della pandemia e gestire l’emergenza Covid non è stato per niente semplice. Come Ternana siamo stati bravi e fortunati perché non abbiamo avuto casi. La società è stata scrupolosa monitorando sempre quelli del gruppo squadra, ma anche i nostri famigliari. Oltre alla situazione sanitaria, poi, giocare negli stadi vuoti e festeggiare un traguardo così importante senza pubblico non è affatto bello. Per quanto riguarda le promozioni passate, ci sono dei punti di convergenza con Lanciano».
Quali?
«In primis una piccola colonia di ex frentani: io, Fabrizio Paghera, Angelo Casadei in campo e il direttore sportivo Luca Leone (pescarese doc ed ex biancazzurro, ndr)in società. Insieme, anche in passato, abbiamo vinto tanto. Poi qui il gruppo è stato determinante come accadde a Lanciano. La Ternana ha sempre avuto una mentalità vincente e abbiamo dominato il campionato con merito».
Nonostante non sia più un ragazzino continua a sfrecciare sulla fascia sinistra.
«Fisicamente sto bene, anche se quest’anno ho avuto un problema al ginocchio a dicembre e sono stato costretto a saltare diverse partite. Ho giocato abbastanza (17 presenze, 2 gol e 4 assist, ndr), anche se rispetto ad alcuni anni fa qualche dolorino in più al mattino lo sento (ride, ndr). Io, poi, che sono contrario agli antidolorifici, sicuramente faccio più fatica».
Pescarese di nascita, cresciuto calcisticamente nel Pescara. Segue il Delfino?
«Certo che lo seguo».
Secondo lei può salvarsi?
«Ho visto le partite e dico che i biancazzurri possono salvare la serie B. Non meritano il penultimo posto e, vedendo la classifica, i giochi sono ancora aperti. Poi faccio il tifo anche per Gianluca Grassadonia, un tecnico al quale sono molto legato dai tempi di Vercelli».
Grassadonia può incidere nella volata finale?
«Per me sì. Si vede la sua mano e ricordo che ai tempi della Pro Vercelli aveva delle idee innovative. Quell’anno non andò benissimo, perché retrocedemmo in C, però Grassadonia mi ha dato degli insegnamenti che tuttora mi tornano utili . A livello umano è straordinario, poi in campo è un martello. Pignolo, cura tutti i dettagli. Con le sue indicazioni, in campo si sa sempre, anche in situazioni difficili, cosa fare e come farle. È un perfezionista e in carriera alcune situazioni non gli hanno portato fortuna».
Si potrebbe aprire un ciclo con lui in panchina?
«Sì, certo. Con una salvezza in tasca si potrebbe programmare un bel progetto con lui. Sono molto legato al mister e gli auguro di salvare il Pescara. Io faccio il tifo».
A giugno saranno 39. Continuerà a giocare?
«Vedremo tra un paio di mesi... A me piacerebbe continuare, anche perché ho il contratto anche per il prossimo anno, però non ho ancora preso una decisione. Devo valutare bene e capire cosa potrò fare in futuro...». (l.d.m.)