Manuel Alfieri è il re sulla sabbia: «Devo tutto a papà Luigi»

Beach volley, tricolori: dopo il secondo posto del 2022 a Bellaria, è arrivato finalmente il titolo italiano in coppia con Ranghieri e contro l’ex compagno Sacripanti
PESCARA. «Scusi, ma è un massacro di telefonate e messaggi questa mattina». Manuel Alfieri, 27 anni, pescarese, se la gode. Domenica ha vinto il primo titolo italiano a Bellaria in coppia con Ranghieri. Si aggiunge a due coppe Italia, un titolo under 21 e uno under 18 già in bacheca. C’era andato vicino nel 2022, in coppia con Sacripanti, ma nella finale hanno avuto la meglio Abbiati e Andreatta. Si tratta di un traguardo intermedio di un progetto tecnico nato lo scorso mese di novembre. «È una coppia sorta spontaneamente», ha raccontato Manuel Alfieri, «vogliamo arrivare a fare bene anche a livello internazionale. Ora andremo in Brasile, Messico e Stati Uniti a caccia di buoni risultati».
Nella vita Alfieri è un beacher professionista a cui abbina la gestione del 4 vele beach volley Academy ereditata dal papà Luigi. «Devo molto a lui. È stato lui a inventarsi l’Academy prim’ancora che venisse realizzato un centro federale qui in città».
A 27 anni è nel pieno della maturità. L’anno scorso ha lasciato la pallavolo, niente più attività indoor. Solo quella sulla sabbia dopo aver giocato (anche) in serie A. Beach volley tutto l’anno, in estate e in inverno. «Domenica a Bellaria è stato molto bello perché avevo la famiglia sugli spalti. Mio padre non c’era fisicamente, ma mi ha sempre spronato ed è stato come se ci fosse».
È fidanzato con Simona Valoppi, libero romano in forza a Firenze in serie A femminile. «Non ho idoli, ma cerco di attingere da tutti. Sono una spugna che assorbe». E poi: «Sono contento di aver condiviso la finale con due persone importanti: Alex e Mauro. Con il primo l’ho vinto, con Mauro ho iniziato questo percorso. È stata una finale davvero bella».
Mauro è Sacripanti, anche lui abruzzese; ha giocato la finale, persa 2-0, in coppia con Giacomo Titta. Si sono arresi (21-19, 21-15) ad Alfieri e ad Alex Ranghieri che ha conquistato il quarto scudetto in carriera, dopo quelli a Catania nel 2014 e nel 2015 in coppia con Daniele Lupo e Adrian Carambula e dopo l’ultimo, vinto a Caorle, con Matteo Ingrosso nel 2019. Ha disputato inoltre le ultime Olimpiadi a Parigi con Carambula e prim’ancora Rio 2016. È della provincia di Pordenone, di Cordenons per la precisione, ma «si è ambientato in fretta da noi a Pescara. È diventato un pescarese di adozione», assicura Manuel Alfieri grande protagonista della finale di domenica e di un percorso non facile. Partiti come testa di serie, Manuel Alfieri e Alex Ranghieri hanno collezionato nelle pool una vittoria ed una sconfitta, rispettivamente contro l’ortonese Matteo Iurisci e Gabriel Marini Da Costa per 2-0 (21-13, 21-16) e contro Daniele Lupo e Davide Borraccino al tie-break 2-1 (21-18, 19-21, 15-10).
Successivamente sono arrivate le vittorie agli ottavi di finale contro Simone Podestà e Matteo Martino, superati 2-1 (21-17, 19-21, 15-9) e ai quarti contro gli azzurri Samuele Cottafava e Gianluca Dal Corso, battuti con lo stesso punteggio (21-19, 18-21, 15-13). In semifinale la vittoria è stata su Daniele Lupo e Davide Borraccino per 2-0 (21-16, 21-14), per poi chiudere il torneo con il decisivo successo su Sacripanti e Titta. Nell’albo d’oro succedono a Lupo-Zaytsev.
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