Merola, il gol più bello sull’altare: «Tra pochi giorni mi sposo e torno qui a Pescara»

L’attaccante: «Dopo la serie B penso al matrimonio con Stefania il 30 giugno. Il sogno nel cassetto? Giocare in serie A, magari con questa maglia»
PESCARA. B come bomber, ma anche come birra (a fiumi), come quella che ha bevuto in questi due giorni per festeggiare la promozione. B come baci, come quelli che ha dato alla sua fidanzata al triplice fischio della finalissima play off. B come bandiera (biancazzurra) che ha sventolato tutta la notte tra sabato e domenica. Davide Merola ha realizzato il suo sogno: la serie B. Picasso diceva che tutto ciò che puoi immaginare è reale. Lui l’estate 2025 l’immaginava proprio così, tra vittorie e confetti (per il suo matrimonio).
Merola, ha smaltito la sbornia promozione?
«A fatica (ride). Diciamo che me renderò conto tra qualche giorno o forse quando ricomincerà la nuova stagione».
Baldini quanto ha influito sul risultato finale?
«Tantissimo, anzi, è stato determinante».
Anche sul suo rendimento?
«Certo, mi ha completamente cambiato come calciatore e, soprattutto, come uomo. Spesso, all’inizio della stagione, abbiamo parlato del mio futuro. Il mercato era aperto e mi diceva: “Non seguire i soldi, punta alla felicità”. Caspita, aveva ragione! Ho seguito alla lettera i suoi consigli e adesso sono qui a raccogliere i frutti. A livello tattico, invece, mi ha insegnato tanto nella fase di non possesso, facendomi diventare un attaccante completo, moderno. Tipo Politano del Napoli».
All’inizio, però, la sua stagione è stata tribolata.
«Venivo da un delicato intervento per risolvere la pubalgia e ho saltato praticamente tutta la preparazione estiva. È stato un periodo duro, perché ho impiegato tempo a rimettermi in condizione».
Magia, fatine e città speciale. Baldini fin dall’inizio era convinto della serie B, lei cosa pensava?
«Gli credevo, eccome se gli credevo».
E quando ha iniziato a credere seriamente alla promozione?
«Dopo aver superato il Catania negli ottavi di finale. Li ho detto ad alcuni miei compagni: ragazzi, andiamo in B».
Il segreto della vittoria?
«Baldini, in primis, poi il gruppo. Non è retorica, ma qui davvero si è creato un gruppo bellissimo. Magico».
A chi è legato di più dei suoi compagni? «A Matteo Dagasso e Antonino De Marco. Siamo molto uniti e trascorriamo tanto tempo insieme. Pranzi, cene, partite alla Play. Abbiamo condiviso tutto».
Se le dico 30 giugno 2025?
«Il mio matrimonio» (sorride)
È tutto pronto? «Mancano gli ultimi dettagli, ma io e Stefania, la mia futura moglie, abbiamo fatto gran parte delle cose. Anzi, una cosa da sistemare ci sarebbe».
Quale? «Il mio abito»
Sta scherzando? «No, devo fare la prova finale. Con la sartoria avevo appuntamento il 7 giugno, poi, però c’era qualcosa di più importante e urgente da fare».
Sta dicendo che aveva appuntamento con ago e filo il giorno della finalissima?
«Esatto, proprio così, e non ho disdetto l’appuntamento per scaramanzia. Poi, ovviamente, i sarti hanno capito, anche se mi stanno ancora aspettando…»
I suoi compagni, quindi, sono pronti per la doppia festa?
«Lì aspetto, in molti saranno presenti alle nozze. De Marco, Dagasso, Pellacani verranno a Santa Maria Capua a Vetere, ma anche alcuni dei ragazzi che erano qui negli anni passati come Accornero e Tunjov».
Il viaggio di nozze almeno è in salvo?
«Forse lo faremo durante la prossima sosta natalizia. Non sapendo quando inizierà la preparazione per la prossima stagione, abbiamo preferito aspettare e rimandare tutto al prossimo inverno».
Con Stefania come vi siete conosciuti?
«La prima volta ci siamo visti in un campo di calcio, avevamo 10 anni»
Davvero?
«Sì, i nostri genitori erano molto amici e nel nostro paese organizzavano un torneo estivo. Siamo cresciuti insieme e dopo qualche anno, intorno ai 14, ci siamo fidanzati».
Apriamo l’album di famiglia e dei ricordi. Ci racconti le sue origini?
«Mia mamma si chiama Margherita e mio padre Nicola. Ho un fratello maggiore, Antonio, che ha due anni più di me. Devo tutto a loro. Mio fratello è un esempio di vita, i miei genitori hanno cambiato la loro per realizzare il mio sogno»
Ovvero?
«A 12 anni sono andato all’Inter e loro, pur di non lasciarmi solo, si sono trasferiti a Milano. Ora vivono ancora lì, mia madre lavora in fabbrica, mio padre fa l’impiegato».
Che ricordi ha degli anni all’Inter?
«Sono stati anni formativi. Mi hanno insegnato il rispetto, il sacrificio e l’importanza della scuola. Sono stati anni stupendi. Ho avuto tanti maestri come Vecchi, Zanchetta e, soprattutto, Spalletti. Con lui ho fatto l’esordio in prima squadra (in Europa League, contro l’Eintracht Francoforte, ndr). Ricordo i consigli che mi dava Perisic e le battute di Candreva, due grandi giocatori».
I suoi idoli?
«Messi e Dybala, ma da buon napoletano dico anche Mertens».
Il suo futuro sarà ancora a Pescara?
«Resto qui. Voglio giocare in serie B. Questa è la mia volontà, poi vedremo».
Contratto in scadenza nel 2026, con il suo agente e la società state lavorando al rinnovo? «Penso di sì, la mia volontà è quella di restare a lungo a Pescara. Qui sto benissimo. C’è una società seria, un grande presidente che non ci ha fatto mancare mai nulla e una città splendida, dove si vive di calcio. Cosa chiedere di più?».
Baldini resterà in panchina?
«Spero di sì e lui lo sa cosa penso».
Cosa?
«Che deve restare perché con lui in panchina anche in serie B possiamo fare bene. È un tecnico che può aprire un ciclo».
Il suo sogno nel cassetto?
«Giocare in serie A e spero di farlo presto. Magari con la maglia del Pescara e rivivere la stessa gioia che ho visto in tv quando ci fu la promozione con Zeman in panchina. Anzi, approfitto per salutare il boemo al quale sono molto affezionato». Probabilmente gli manderà i confetti, rigorosamente biancazzurri.
©RIPRODUZIONE RISERVATA