Mister venti minuti, il calvario di Samassa

1 Maggio 2014

Il flop dell’attaccante arrivato dal Chievo: uno scorcio di partita e 2 infortuni hanno messo ko il maliano

PESCARA. La grande incompiuta. A gennaio, dopo gli addii di Vukusic e Padovan, il Pescara aveva la necessità di acquistare una prima punta. In chiusura di mercato, dal numeroso elenco di possibili sostituti, è spuntato Mamadou Samassa, gigante franco-maliano di 188 centimetri, sul quale il dg Giorgio Repetto aveva deciso di scommettere sfruttando i buoni rapporti con il Chievo. Purtroppo, la sfortuna si è accanita contro questo calciatore che rischia di aver concluso in largo anticipo la sua esperienza in riva all’Adriatico. Samassa, infatti, dopo uno stop di oltre due mesi si è di nuovo fatto male. Era pronto per tornare in campo contro la Ternana, invece una lesione al semitendinoso della coscia destra lo costringerà a restare ai box per un altro mese.

Durante l’allenamento, quando si apprestava a calciare il pallone, ha avvertito una fitta nello stesso punto del muscolo su cui c’era la vecchia cicatrice. La stagione regolare si chiuderà il 31 maggio e, con il Pescara quasi fuori dai play off, è verosimile che Samassa non vestirà più la maglia del Pescara. In caso di promozione, il club adriatico avrebbe potuto sfruttare un’opzione per confermarlo, al contrario il calciatore sarebbe stato libero di accasarsi altrove. Lo scorso 15 febbraio, giorno del suo esordio, si fece male dopo soli 23 minuti nella gara contro il Varese. Eppure, Samassa era arrivato a Pescara con buoni propositi. Nella stagione 2012-13 il Chievo gli aveva dato poca fiducia (1 gara da titolare e 7 volte subentrato) e lui voleva dimostrare di essere pronto per il calcio italiano. «Il mio obiettivo è segnare tanti gol», aveva detto durante la presentazione. Invece, i due guai fisici consecutivi gli hanno negato questa chance ed ora in tanti rimpiangono i colpi mancati. A gennaio i sogni erano due: Ardemagni e Cacia. Per quest’ultimo, la trattativa è durata pochi minuti. Il suo agente, Francesco Romano, contattato a novembre fu subito chiaro: «Cacia non scenderà in serie B». Discorso diverso per Ardemagni. L’offerta faraonica del Carpi sbaragliò la concorrenza e il centravanti finì per sposare l’ambizioso progetto del club emiliano.

Ardemagni, 23 gol l’anno scorso con il Modena, a Carpi non si sta ripetendo (4 reti in 14 partite) e la squadra, con 46 punti, uno in meno del Pescara, è fuori dalla zona-promozione. Gli altri due papabili erano il reggino Gerardi, che doveva rientrare nel riscatto di Rizzo o nella possibile cessione di Cutolo, e Granoche che con 7 gol in 13 gare sta dando una grossa mano al Modena. ©RIPRODUZIONE RISERVATA