Paghera: quello che penso l’ho detto in faccia alla Maio

9 Gennaio 2016

Il mediano dell’Avellino: «Niente polemiche, ma ho telefonato alla presidente» Piccolo deluso da quel “se non era per noi era ancora al molo di Livorno”

Definire delusi i giocatori della Virtus Lanciano, specialmente quelli che sono andati via negli ultimi giorni, nei confronti dei Maio è poco. Sono “avvelenati” dopo le parole ascoltate in conferenza stampa giovedì da Valentina e Guglielmo, rispettivamente presidente e vice. Però, a differenza dei dirigenti, non intendono alimentare polemiche. Quel “se non fosse stato per noi sarebbe ancora al molo di Livorno” ha mandato in bestia Antonio Piccolo, l’attaccante passato nei giorno scorsi allo Spezia. Raccontano di un uomo deluso e amareggiato. Per certi versi tradito dal corso degli eventi e da affermazioni che non ritiene rispondenti alla realtà dei fatti. Ma Piccolo, che è in ritiro con gli Aquilotti, ha deciso di riflettere su cosa dire e probabilmente lunedì farà conoscere il suo pensiero nel corso della presentazione ufficiale con la nuova maglia. Intende ponderare bene le parole anche perché a Lanciano è legato sentimentalmente visto che una donna frentana presto lo renderà papà.

E le lacrime di coccodrillo di Fabrizio Paghera? Beh, anche lui c’è rimasto male. E ieri, durante la conferenza stampa di presentazione ad Avellino, l’ha fatto intendere chiaramente. «Non intendo alimentare polemiche», ha detto al Centro il centrocampista bresciano. «Quello era il mio pensiero l’ho detto al telefono alla presidente. Io certe cose le dico in faccia. E comunque non sono abituato a sputare sul piatto in cui ho mangiato». In conferenza stampa, invece, ha sottolineato come voglia guardare al futuro e non al passato. «Ringrazio i compagni e la gente di Lanciano che mi hanno permesso di arrivare in una piazza prestigiosa come quella di Avellino. Di Cecco e Vastola mi hanno spiegato che cosa significhi giocare al Partenio-Lombardi e il valore del derby contro la Salernitana (alla ripresa del campionato, ndr)».

E gli altri? Tutti zitti, ovviamente, anche per non incorrere in multe per dichiarazioni non autorizzate. Ma in gran parte dello spogliatoio le parole di Valentina e Guglielmo Maio non sono piaciute. Far passare i rossoneri come calciatori attaccati solo ai soldi non è andato giù. Anche perché spesso in passato alcuni di loro hanno rinunciato a offerte più vantaggiose per restare alla Virtus e proseguire il discorso di crescita. E poi in questi anni la Virtus non è che abbia avuto ingaggi chissà quanto esosi. Stipendi sicuramente inferiori alla media della serie B. Ecco perché l’etichetta di calciatori attaccati ai soldi ha fatto prima sorridere e poi arrabbiare i vari Piccolo, Paghera e Di Cecco. Per non parlare di chi è ancora alla Virtus.

@roccocoletti1

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