Pescara-Caripe, l’accordo definitivo

Ieri si è rischiata la rottura poi ha prevalso la linea di Mancini

PESCARA. L’operazione Pescara-Caripe è chiusa. Ieri, intorno alle 16, c’è stato il rischio di un terribile patatrac, poi le parti hanno ripreso a dialogare e sono giunte all’accordo definitivo. La banca anticiperà i soldi dei crediti di mercato, indispensabili per il pagamento delle tasse e, quindi, l’iscrizione al campionato, ma sarà tutelata da un contratto che impedirà a Pincione, presidente di Pescara Calcio e socio di maggioranza di Pescara 70, le attività straordinarie. Quindi, il presidente dovrà sottostare al controllo della Caripe fino a quando non avrà estinto il debito, che sfiora i due milioni di euro. Se decidesse di aspettare il rientro dei soldi del mercato, che arriveranno a rate attraverso i canali federali, se ne andrà un anno intero. Se, invece, volesse utilizzare i due milioni di euro che, a suo dire, gli verranno spediti entro il 15 luglio, si troverebbe ad avere di nuovo le casse vuote o semivuote per periodi più o meno lunghi.

Per rilanciare davvero il Pescara, Max Pincione avrebbe bisogno di almeno tre milioni di euro liquidi, ai quali andrebbero sommati gli introiti stagionali. Bisogna sottolineare che la Caripe ieri ha provveduto a coprire la tassa d’iscrizione e fidejussione di 207.000 euro necessaria per evitare la penalizzazione di un punto al club. Gli altri soldi li elargirà dopo il 4 luglio, quando i crediti di mercato saranno ratificati. Quindi, oggi, giorno di scadenza per l’iscrizione alla C1, il Pescara non è in regola perché, essendo senza soldi, non ha potuto pagare l’Irpef (condizione ritenuta indispensabile dalla Lega). Incapperà nella penalizzazione di un punto quando scatteranno i controlli. Altre sanzioni in classifica arriveranno se non saranno abbattuti o garantiti con fidejussione i sette contratti superiori al minimo sindacale. Per trovare l’accordo, ieri sono scesi in campo tre avvocati: La Morgia, G. Di Biase e Milia, oltre a un uomo di calcio ben noto agli abruzzesi, Mario Mancaniello. L’ex patron del Chieti è stato chiamato in extremis dal diesse Iaconi per coaudiuvare Pincione, in quel momento senza consulenti. Sembra che sia stata necessaria una revisione dello statuto del club per trovare il modo di garantire Banca Caripe. Forse, il tutto dovrà essere ratificato davanti a un notaio.

«L’impianto tecnico dell’operazione, in quanto tale, non poteva essere subordinato a una volontà personale», ha detto Dario Mancini, direttore generale della Caripe. «Credo che sia chiaro a tutti lo sforzo fatto da questa banca per andare incontro alle esigenze del calcio cittadino. Abbiamo dato fiducia al Pescara, speriamo che sia ben riposta. Di più, non era possibile fare». Un ruolo importante l’ha recitato il sindaco Luciano D’Alfonso, negli ultimi giorni sceso in campo con decisione. «Ho solo fatto del mio meglio per avvicinare le parti», sostiene in sindaco. «Credo che sia giusto evidenziare la straordinazia competenza professionale delle persone che hanno interagito per trovare le soluzioni». Se non sorgeranno problemi, sempre possibili data l’imprevedibilità di Pincione, il Pescara potrà cominciare a fare calcio. Cetteo Di Mascio è pronto per la panchina della prima squadra.