Pillon: mente libera e grande cuore, si vince così 

L’allenatore l’anno scorso ha sfiorato la A coi biancazzurri: «Tifo Delfino e punto tutto su Galano»

PESCARA. Le vacanze in Sardegna le ha anticipate a fine giugno e venerdì potrà godersi dalla sua Mogliano Veneto l’ultimo atto della serie B. «Io vi seguo sempre». Brillante e gioviale, come sempre, Bepi Pillon risponde al telefono con il solito garbo. «Il Pescara? Deve salvarsi, non scherziamo», dice al Centro il 64enne allenatore che l’anno scorso ha sfiorato la serie A sulla panchina biancazzurra. «Se ripenso a quella semifinale play off contro il Verona mi arrabbio ancora», racconta il tecnico di Preganziol che parla del big match tra Chievo e Pescara, due sue ex squadre, visto che nel 2005-2006 ha allenato anche i clivensi trascinandoli in Champions League.
Pillon, se l’aspettava il Pescara in una situazione così pericolosa?
«No, sinceramente, ma la serie B è piena di insidie e può capitare di incappare in una serie negativa. Tuttavia credo nella salvezza del Delfino. Il lavoro paga sempre e sono certo che in questa settimana Sottil darà la giusta carica alla squadra. Il Pescara, nelle partite da “dentro o fuori”, secondo me può dire la sua».
Sottil le piace?
«Non lo conosco bene, ma ha fatto delle cose molto buone in carriera. Vincere un campionato a Livorno, per esempio, non è semplice e lui ha dimostrato di essere un tecnico giovane, preparato e ambizioso. Gli auguro il meglio, come lo auguro al Pescara. A me la vostra città è rimasta nel cuore e seguo sempre le partite in tv. Anche venerdì farò il tifo».
Dall’alto della sua esperienza, gare del genere, come quella tra il Chievo e il Delfino, come si vincono?
«Secondo me al Bentegodi potrebbe bastare anche un pareggio. Tuttavia, per vincere queste partite servono testa, cuore e molto coraggio. La squadra deve liberarsi dall’ansia da prestazione e dalla paura di perdere. A Trapani, per esempio, ho visto un Pescara molto spaventato e per niente sciolto. La rosa a mio avviso è buona e non merita di certo i bassifondi della classifica. Quando parlo di paura, però, mi riferisco anche alla storia dei giocatori che compongono la rosa. Il Delfino ha sempre lottato per i vertici e mai per la salvezza. Rispetto ad altre squadre, tipo Cosenza, Juve Stabia o Trapani, quella biancazzurra non è mai stata abituata a giocarsi il tutto per tutto nelle ultime gare».
Lei cosa farebbe in un momento così delicato?
«Sottil mi sembra un tecnico molto determinato e sono sicuro che riuscirà a dare la giusta serenità e grinta al gruppo. In questo momento servono serenità e positività. L’aspetto mentale è fondamentale e certe partite si vincono con la testa».
Un pronostico per venerdì?
«Il Pescara ha la forza e gli uomini per vincere a Verona. Senza dimenticare che nelle ultime tre gare è mancato Galano per squalifica e adesso è pronto al rientro. Un giocatore come lui può fare la differenza e col Chievo deve sicuramente trascinare la squadra. Galano è una pedina fondamentale e adesso deve riscattarsi dopo l’ingenuità che ha commesso a Venezia, con quell’espulsione che gli è costata tre giornate di squalifica».
Lei, prima di lasciare la panchina del Cosenza, ha affrontato il Chievo nell’ultima gara di campionato prima dello stop per l’emergenza Covid. Che ricordo ha?
«Quella partita è stata surreale e non si sarebbe dovuta disputare. Ricordo un Chievo tosto e ben messo in campo».
Quali sono le insidie maggiori?
«Il Pescara deve fare attenzione a Vignato, un fantasista fortissimo che può spaccare la partita. Il Chievo, per il resto, è una squadra tignosa che gioca con un 4-3-3 molto organizzato»
Ci sono dei punti deboli che il Pescara può sfruttare?
«Deve sfruttare la velocità degli attaccanti perché la difesa clivense è lenta e potrebbe andare in difficoltà».
Delle squadre che lottano per non retrocedere, chi sta meglio?
«Il Cosenza, senza dubbio. Con il rientro di Riviere e Asencio i calabresi hanno maggiore incisività in avanti. Fisicamente stanno bene e l’allenatore è molto preparato. E’ la peggior squadra da incontrare in questo momento, specie negli eventuali play out».
Guarderà Chievo-Pescara?
«Sì e spero che i biancazzurri possano centrare la salvezza. A me Pescara è rimasta dentro e farò il tifo».
Il prossimo anno dove allenerà?
«Finora nessuna chiamata, ma sono pronto a rimettermi in gioco. Ho ancora tanto entusiasmo».
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